L’amministrazione non rispetta abbastanza il plurilinguismo
Secondo Helvetia latina l'italiano e il francese perdono terreno nell'amministrazione federale, a causa delle misure di risparmio dei diversi ministeri.
Quest’associazione, che difende la cultura latina in seno all’amministrazione federale, vuole rilanciare la legge sulle lingue, che è sull’agenda dell’attuale sessione delle camere.
A livello di Confederazione, il plurilinguismo è una necessità riconosciuta da tutti, ma all’atto pratico si fa molto poco per promuoverlo.
Questo in sintesi il bilancio 2006 tracciato lunedì a Berna da Helvetia latina, l’associazione che riunisce personale federale e parlamentari per una più equa rappresentanza dei latini nell’amministrazione federale.
Se per i francofoni la situazione non è delle più agevoli, per gli italofoni essa assumerebbe addirittura contorni beffardi: il fatto di dover lavorare in più lingue può infatti diventare un fattore di stress e avere conseguenze negative sulla carriera.
I posti di lavoro che permettono l’uso dell’italiano sono rari. Di conseguenza, gli italofoni sono chiamati a dare dimostrazione di maggiore flessibilità: non è infrequente che essi facciano uso di tutte e tre le lingue nazionali.
Tuttavia “se il lavoro non è ben eseguito, l’amministrazione non penserà mai al fatto che chiede troppo a un italofono, ma giungerà alla conclusione che quest’ultimo non corrisponde al profilo richiesto per quel posto”.
Altri sviluppi
Plurilinguismo
Burn out linguistico
Questa situazione sarebbe causa tra gli italofoni di angosce e altri malesseri, che possono sfociare in “burn out” oppure depressione. Un altro aspetto rilevato dal rapporto consiste nel fatto che tale malleabilità linguistica non viene affatto riconosciuta a livello di salario, benché l’impiego di un simile personale faccia risparmiare più di un posto di lavoro all’amministrazione federale.
In generale, ha costatato il presidente di Helvetia latina, il consigliere nazionale Claude Ruey, l’amministrazione federale tende ad isolarsi dai latini, e ciò benché il multiculturalismo sia il collante del nostro paese.
Il tema è spesso evocato dagli impiegati latini: “Non esiste il plurilinguismo alla Confederazione, ci sono solo dei traduttori!”, butta lì un impiegato romando dell’Ufficio federale di topografia.
Molte parole e pochi fatti
Benché le autorità abbiano riconosciuto la giustezza delle rivendicazioni avanzate da Helvetia latina – maggiore rappresentanza delle minoranze linguistiche nell’amministrazione, no alla soppressione dei posti di traduttore, maggiori sforzi per la comprensione reciproca – all’atto pratico si fa ben poco per cambiare la situazione.
Nel primo caso, il parlamento non ne ha ancora discusso. Il governo si è addirittura opposto ad una mozione – ha detto Ruey – indicando che le disposizioni dell’esecutivo sul plurilinguismo – il principio base è che ognuno possa comunicare nella sua lingua materna – sarebbero sufficienti.
Ebbene, stando a Ruey tali istruzioni sono applicate con debolezza colpevole, mentre la legge sulle lingue, che dovrebbe ritornare in parlamento la prossima settimana, attende da troppo tempo di essere discussa.
Per il 2007, Helvetia latina chiede che le statistiche sulla presenza delle minoranze in seno all’amministrazione vengano migliorate. L’associazione intende inoltre compiere ad intervalli di sei mesi una valutazione sull’applicazione delle direttive del governo sul plurilinguismo.
swissinfo e agenzie
63,7 % della popolazione in Svizzera parla tedesco
20,4 % francese
6,5 % italiano
0,5 % romancio
8.9 % altre lingue
La legge sulle lingue dovrebbe regolamentare l’uso delle lingue ufficiali nell’amministrazione.
Vorrebbe favorire lo scambio e la comprensione e venire incontro alle speciali esigenze dei cantoni plurilingue.
Verrà nuovamente discussa in questa sessione invernale delle camere, probabilmente la prossima settimana.
Helvetia latina è stata fondata nel giugno 1980.
L’associazione, che è neutrale sotto il profilo politico e religioso, ha lo scopo di favorire una rappresentanza equilibrata delle lingue e delle culture latine nell’ambito della Svizzera ufficiale.
Di Helvetia latina fanno parte 350 membri, compresi un centinaio di eletti latini del Parlamento federale.
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