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L’anno della biodiversità lanciato in Svizzera

Moritz Leuenberger ha lanciato l'Anno della biodiversità con una visita al mercatino dei prodotti biologici sulla Piazza federale di Berna Keystone

Paese modello in vari ambiti di protezione dell’ambiente, la Svizzera ha finora trascurato la salvaguardia degli ecosistemi. Inaugurando l’Anno internazionale della biodiversità, il governo preannuncia ora una strategia nazionale in difesa del patrimonio naturale, essenziale per la stessa vita umana.

“Come i cambiamenti climatici, per molto tempo la biodiversità non è stata presa sul serio in Svizzera. Anche negli ultimi anni è stata piuttosto trascurata dalle stesse autorità. Il governo intende quindi porre l’accento nel 2010 sull’importanza della preservazione del nostro patrimonio naturale ”, ha dichiarato martedì a Berna il consigliere federale Moritz Leuenberger, lanciando ufficialmente l’Anno della biodiversità in Svizzera.

Risultato di milioni di anni di evoluzione sul nostro pianeta, la biodiversità ha pagato duramente, soprattutto in tempi recenti, il prezzo dello sviluppo umano, ha ricordato il ministro dell’ambiente. Disboscamenti, dissodamenti, agricoltura intensiva, insediamenti umani hanno ridotto dell’80-90% la biodiversità nel giro dell’ultimo secolo.

Dal 1900, ad esempio, prati, biotopi e pascoli secchi hanno perso il 90% della loro superficie, mentre almeno la metà dei corsi d’acqua sono stati snaturati e incanalati. Ancora oggi, ogni secondo, 0,8 metri quadrati di terreno scompaiono per lasciare il posto all’habitat umano.

Pressione urbana e industriale

“La Svizzera può essere considerata un paese modello per quanto riguarda gli interventi ambientali di natura tecnica, ad esempio per la protezione dell’acqua e dell’aria”, dichiara a swissinfo Willy Geiger, vicedirettore dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM).

“Per quanto concerne la salvaguardia della biodiversità non raccogliamo invece buone note a livello internazionale”, ammette Geiger. Lo confermano anche gli ultimi due bilanci tracciati dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico sulla protezione degli ecosistemi: la Svizzera non figura infatti nelle posizioni migliori della classifica dei paesi europei.

“Siamo un piccolo paese con una forte densità demografica: il territorio elvetico è stato sottoposto negli ultimi decenni ad una forte pressione urbana e industriale. Inoltre abbiamo sviluppato in questo periodo un’agricoltura intensiva e molto produttiva, che va a sua volta a scapito della biodiversità”, spiega l’esperto federale.

Ingente valore economico e sociale

“Eppure la biodiversità è essenziale per la nostra stessa sopravvivenza e per lo sviluppo umano. Senza di essa non vi sarebbero contadini, cacciatori, pescatori o falegnami. E non avremmo nemmeno patate, mais, cereali, latte o miele”, ha ricordato Moritz Leuenberger.

Gli ecosistemi permettono al suolo di assorbire l’acqua, riducendo i rischi di inondazioni. Garantiscono la crescita delle foreste, proteggendoci dalle frane e dalle valanghe. E sono inoltre fattori di produzione di numerosi beni, come acqua potabile, cibo, energia, fibre per l’abbigliamento o materiali di costruzione.

“Il valore della biodiversità in Svizzera è stimato a mezzo miliardo di franchi all’anno per la selvicoltura, a 10 miliardi per l’agricoltura e addirittura a diverse decine di miliardi per il turismo: senza il suo paesaggio e il suo patrimonio naturale, il nostro paese non attirerebbe milioni di visitatori all’anno”, ha aggiunto il ministro dell’ambiente.

Non meno importante il suo valore per diversi settori dell’economia svizzera, a cominciare dall’industria farmaceutica. “Circa la metà dei principi attivi impiegati in medicina sono stati scoperti studiando modelli animali o vegetali. Per citare solo un esempio: oggi i trapianti non sarebbero possibili senza la ciclosporina, una sostanza estratta da un fungo microscopico del suolo”.

Strategia nazionale

Dopo anni di ritardo, le autorità intendono quindi adottare una politica molto più efficace per preservare la biodiversità in Svizzera. Un piano di strategia nazionale sarà elaborato nei prossimi mesi dal governo e verrà presentato all’inizio del 2011 al parlamento.

“Finora abbiamo realizzato grandi progressi nella selvicoltura: oggi riusciamo a sfruttare gli ‘interessi’ delle zone boschive, ossia la legna in eccedenza, senza intaccare il ‘capitale’. Diversi passi importanti sono stati compiuti anche per la protezione dei biotopi, delle torbiere e dei prati magri”, spiega Willy Geiger.

“Uno sforzo molto grande rimane ancora da fare invece nel settore agricolo: dopo decenni di colture intensive dobbiamo ritornare ad un’agricoltura più rispettosa dell’ambiente, in grado di produrre beni di qualità rinunciando a sostanze chimiche e garantendo una compensazione ecologica del suolo”, aggiunge il vicedirettore dell’UFAM.

Inaugurando l’Anno della biodiversità, Moritz Leuenberger ha lanciato martedì una vasta campagna di sensibilizzazione in tutta la Svizzera. “Ognuno di noi può dare il proprio contributo”, sottolinea Willy Geiger. “Ad esempio, scegliendo generi alimentari e altri prodotti, tendendo conto del loro impatto sull’ambiente e la biodiversità. Oppure diminuendo il consumo di carne, in modo da contribuire a ridurre le superfici coltivabili, a tutto vantaggio della biosfera”.

Armando Mombelli, swissinfo.ch

1979: i paesi membri del Consiglio d’Europa firmano la Convenzione di Berna, nella capitale svizzera, sulla conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi.

1992: al vertice della Terra di Rio de Janeiro, in Brasile, viene firmata, sotto l’egida dell’ONU, la prima Convenzione internazionale sulla biodiversità, considerata da allora essenziale per uno sviluppo sostenibile a livello planetario.

2001: al vertice europeo di Göteborg, in Svezia, i paesi dell’UE fissano come obbiettivo di porre fine, entro il 2010, al deterioramento della biodiversità sul continente.

2002: un impegno analogo viene assunto dai membri dell’ONU al quarto vertice della Terra tenuto a Johannesburg, in Sudafrica.

2010: in marzo, a Doha, nel Qatar, la biodiversità sarà al centro della conferenza della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES). In ottobre è inoltre in programma a Nagoya, in Giappone, la 10ma conferenza della Convenzione sulla diversità biologica (CBD).

A livello mondiale, quasi il 60% degli ecosistemi sono minacciati. Il tasso di estinzione delle specie provocata dall’uomo è da 100 a 1’000 volte superiore a quello naturale.

La scomparsa delle specie e degli habitat naturali ha un forte impatto sulla vita dell’uomo. Un terzo del nostro cibo proviene, ad esempio, da piante impollinate da animali selvatici.

Ricordando che la “ricchezza della diversità naturale è vita”, le Nazioni unite hanno proclamato il 2010 Anno internazionale della biodiversità.

In Svizzera, una vasta campagna di sensibilizzazione si svolgerà nel corso dell’anno in tutto il paese, con decine di eventi organizzati in collaborazione con diverse organizzazioni, tra cui ProNatura, WWF, l’Associazione svizzera per la protezione degli uccelli, il Forum biodiversità svizzera e l’Unione svizzera dei contadini.

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