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L’economia boccia l’adesione all’UE

L'economia elvetica sostiene la firma di nuovi accordi bilaterali con l'UE Keystone

Per la Federazione delle imprese svizzere la via bilaterale seguita fino ad ora soddisfa la maggior parte dei bisogni dell'economia.

economiesuisse ritiene un’adesione della Svizzera all’Unione europea problematica dal punto di vista politico, fiscale, finanziario e monetario.

Entro la fine dell’anno, il Governo svizzero pubblicherà il suo rapporto sulla politica europea. In merito, anche economiesuisse ha voluto dire la sua.

Nella sua presa di posizione, resa nota martedì in un comunicato, la principale organizzazione mantello delle imprese elvetiche conferma quanto già affermato in passato, ossia che l’adesione della Svizzera all’Unione europea non gioverebbe all’economia, perché in una prospettiva economica globale gli inconvenienti supererebbero i vantaggi.

Effetti negativi di un’adesione

Per economiesuisse, che raggruppa oltre 30.000 aziende che occupano 1,5 milioni di dipendenti, l’adesione provocherebbe «problemi politici praticamente irrisolvibili».

In particolare si temono effetti negativi sulla politica monetaria nazionale e profonde ristrutturazioni della politica finanziaria e fiscale.

Anche il mercato del lavoro e la politica sociale subirebbero ripercussioni sfavorevoli: «Gli obblighi imposti in questi due settori potrebbero rivelarsi pregiudizievoli», si legge nella nota.

Non va inoltre dimenticato il ruolo che la democrazia diretta svolge in Svizzera. «Quanti paesi avrebbero accettato di introdurre la moneta unica se avessero avuto un sistema di democrazia diretta?», si chiede il portavoce di economiesuisse Gregor Kündig.

Bilaterali soddisfacenti

L’adesione «non è quindi da considerarsi un’opzione». Meglio infatti proseguire sulla via dei trattati bilaterali, che permettono un approccio più pragmatico ed efficace dei problemi: «Si sono così potuti siglare accordi importanti, che soddisfano gran parte degli interessi dell’economia nazionale», sostiene l’organizzazione degli imprenditori.

«Rispetto agli altri paesi europei, gli interessi economici elvetici hanno sempre avuto un orientamento più globale. L’ho potuto notare lavorando per un’impresa svizzera con una filiale in Germania. I tedeschi si concentrano sull’Europa, mentre gli svizzeri sul mondo intero», dichiara a swissinfo Gregor Kündig.

Grazie soprattutto alle due importanti votazioni di politica europea dello scorso anno (accordi di Schengen/Dublino e estensione della libera circolazione delle persone ai nuovi paesi UE), l’economia elvetica dispone comunque di un accesso al mercato interno europeo senza subire rilevanti discriminazioni.

«Le nuove relazioni contrattuali con il nostro principale partner commerciale sono utili, solide e stimolano la crescita», si afferma nel comunicato.

Curare le relazioni future

Per il futuro, gli imprenditori elvetici chiedono al Consiglio federale «non soltanto di curare in modo durevole le relazioni con l’UE, ma anche di impegnarsi rapidamente e con determinazione sulla via dell’apertura multilaterale e bilaterale su scala mondiale».

In conclusione della sua analisi, economiesuisse chiede alla Svizzera di effettuare nuove riforme. Solo così, afferma, sarà infatti possibile accrescere la competitività, creare degli impulsi alla crescita e ampliare il margine di manovra per la conclusione di accordi bilaterali.

swissinfo e agenzie

Gli accordi bilaterali II sono stati conclusi nel 2004, sulla scia di una prima serie di accordi firmati nel 1999. Sono il frutto della via bilaterale seguita dalla Svizzera dopo il rifiuto di aderire allo Spazio economico europeo nel 1992.

Temi affrontati nei bilaterali II: prodotti agricoli trasformati, statistica, pensioni, ambiente, media, Schengen/Dublino, lotta contro la frode, fiscalità del risparmio, programmi di formazione.

Attualmente sono già in vigore l’accordo sui prodotti agricoli trasformati, quello sulla doppia imposizione dei funzionari dell’UE e quello sulla fiscalità del risparmio.

Esportazioni svizzere verso l’UE: 80 miliardi di franchi l’anno (60% del volume totale).
Importazioni dall’UE verso la Svizzera : 110 miliardi (80% del totale).
850’000 posti di lavoro creati dalle imprese svizzere nell’UE.
60% della popolazione straniera residente in Svizzera (ca. 900’000 persone) è originaria di un Paese dell’UE.
60% degli svizzeri all’estero vive in un Paese europeo (ca. 380’000 persone).

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