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L’ultima tappa del viaggio verso Titano

Il disegno mostra la sonda Huygens dopo la fase di sganciamento da Cassini RTS

La sonda europea Huygens, che racchiude anche tecnologie svizzere, si è separata con successo dal modulo orbitale Cassini della NASA.

Dopo un’attesa di 7 anni, una delle missioni spaziali più emozionanti della storia entra nella sua fase cruciale: il grande e misterioso satellite di Saturno è sempre più vicino.

Durante la notte della Vigilia di Natale, la sonda europea Huygens si è separata con successo dal modulo orbitale americano Cassini. L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha confermato il distacco della sonda, avvenuto alle 4:24 ora svizzera.

“Tutto è sotto controllo”, ha informato l’ESA. Il Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena ha così cominciato ad acquisire i primi dati.

La missione spaziale, che prevede l’esplorazione di uno dei satelliti di Saturno, entra dunque nella sua fase più importante.

L’operazione è seguita da vicino non soltanto dalla NASA, ma anche da alcune imprese svizzere. Alcuni dei meccanismi utilizzati durante la delicata fase di sganciamento della sonda sono infatti stati fabbricati nel nostro paese.

“Abbiamo fornito tre componenti principali, oltre allo scudo anteriore e posteriore”, indica a swissinfo Umberto Somaini, il CEO della zurighese Contraves Space.

Vulcani o mari di idrocarburi?

Tre settimane dopo il suo sganciamento da Cassini – durante il quale il meccanismo prodotto dall’elvetica Contraves Space ha vissuto il suo battesimo di fuoco – la sonda Huygens, dal diametro di 2,7 metri e pesante 350 kg, entrerà nell’atmosfera di Titano, una delle maggiori lune di Saturno.

Anche lo scudo termico dotato di freni a protezione degli strumenti di alta tecnologia all’interno della sonda è stato fabbricato alla Contraves.

“Lo scudo anteriore è particolarmente importante perché deve proteggere la sonda dalla temperatura elevata e dall’attrito aerodinamico al momento dell’entrata nell’atmosfera di Titano”, ci dice Somaini.

Huygens raggiungerà la superficie di Titano, distante 1,25 miliardi di chilometri dalla Terra, il 14 gennaio.

I dati raccolti nell’atmosfera durante la discesa saranno inviati alla Terra tramite Cassini. Dopo sette ore al massimo, le batterie saranno scariche. Huygens dovrebbe dunque cessare di funzionare poco dopo l’impatto col suolo di Titano.

Gli scienziati sperano in particolare di scoprire se le nubi cariche d’idrocarburi della luna di Saturno nascondano mari di metano o di etano liquido. Intendono inoltre cercare nelle nubi tracce che indichino la presenza di vulcani e di precipitazioni.

Un lungo viaggio

Huygens-Cassini, progetto congiunto della NASA e dell’ESA, è entrato nell’orbita di Saturno – sesto pianeta del Sistema Solare con un volume 764 volte maggiore rispetto a quello della Terra – nella notte tra il 30 giugno e il 1. luglio scorsi dopo un viaggio di sette anni e lungo 3,5 miliardi di chilometri.

Cassini ha già fornito numerose fotografie e dati, tra cui le prime immagini di Titano, oltre a scoprire due nuove lune di Saturno e un nuovo anello del secondo maggiore pianeta (dopo Giove) del sistema solare. Tutte queste informazioni hanno portato agli astronomi nuove conoscenze ma anche nuovi enigmi.

I ricercatori ritengono infatti che l’atmosfera di Saturno, ricca di azoto, dovrebbe essere molto simile a quella della Terra quando questa cominciò ad ospitare le prime forme di vita.

“Si attendono informazioni sulla chimica organica prima dell’apparizione della vita” spiega Jakob Frauchiger dell’Ufficio federale delle questioni spaziali.

Ditte svizzere nello spazio

Oltre a Contraves Space, altre imprese elvetiche hanno contribuito alla missione.

La struttura metallica dello scudo posteriore, pure messo a punto dalla ditta di Zurigo, è stata fabbricata dalla Apco Technologies SA di Vevey (Canton Vaud).

La Syderal SA di Gals (Berna) ha invece elaborato un sistema elettronico di controllo della gestione dei dati della sonda. E uno dei suoi sistemi meccanici, una valvola di controllo e un filtro, è stata prodotta dalla Mecanex di Nyon (Vaud).

Inoltre, il professor Nicolas Thomas dell’Università di Berna ha contribuito all’elaborazione del sistema DISR (“Descent Imager Spectral Radiometer”), una videocamera speciale che dovrebbe permettere di captare le immagini dell’atmosfera e della superficie di Titano durante la discesa di Huygens.

Una missione miliardaria

La missione spaziale Huygens-Cassini – alla quale collaborano 250 dipendenti della NASA e 17 paesi europei – costa complessivamente quasi 4 miliardi di franchi (3,3 miliardi di dollari), di cui 400 milioni circa sono da attribuire unicamente a Huygens.

La partecipazione elvetica ammonta a 26 milioni di franchi.

swissinfo e agenzie

Cassini-Huygens è la prima navicella spaziale ad orbitare attorno a Saturno.

La missione prende il nome da due celebri astronomi del 17esimo secolo.

L’italo-francese Giovanni Domenico Cassini ha scoperto diverse lune di Saturno, mentre l’olandese Christiaan Huygens ha rilevato la presenza di Titano per la prima volta nel 1655.

Cassini-Huygens è stata lanciata dalla Florida nell’ottobre 1997.
Ci sono voluti 7 anni e 3,5 miliardi di chilometri per raggiungere Saturno.
3,81 miliardi di franchi il costo totale della missione.
26 milioni la partecipazione elvetica.

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