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La fine del prezzo unico dei libri

Secondo i professionisti del libro i prezzi rischiano ora di subire notevoli incrementi Keystone

Il governo ha respinto la richiesta dell'Associazione svizzera dei librai e degli editori di mantenere l'accordo sul prezzo unico dei libri. Niente eccezioni quindi alla legge sui cartelli.

Librai, editori e scrittori si dichiarano “molto delusi”. Per l’associazione svizzero tedesca dei professionisti del libro il governo ha dato un segnale sbagliato in materia di politica culturale.

Secondo il Consiglio federale non sussiste un interesse pubblico preponderante per fissare un prezzo unico applicabile ai libri venduti sul territorio nazionale. “I richiedenti – precisa una nota diffusa mercoledì dal Dipartimento federale dell’economia (DFE) – non hanno saputo dimostrare la necessità di un prezzo unico per garantire le prestazioni rispetto agli autori, agli editori, ai librai e ai consumatori”.

Nel mese di marzo del 2005 la Commissione della concorrenza (Comco) aveva giudicato “illecito” l’accordo che fissa il prezzo unico. L’Associazione svizzera dei librai e degli editori, insieme alla Börsenverein (Associazione librai e editori tedeschi) avevano allora inoltrato un ricorso presso il Tribunale federale, che aveva però dato ragione alla Comco. Quale ultima ratio i ricorrenti avevano allora inoltrato una domanda di autorizzazione eccezionale per continuare ad applicare l’accordo.

Nessun nuovo argomento

A detta dei richiedenti l’imposizione del prezzo conduce a risultati positivi in ogni settore della creazione libraria. Varietà di titoli, ampia offerta di prodotti e densità di librerie ne sarebbero la dimostrazione.

In un’ottica politico-culturale il prezzo unico faciliterebbe in particolare l’accesso al mercato di autori svizzeri, permetterebbe una produzione culturalmente molto variegata, grazie alle medie e piccole case editrici svizzere, favorirebbe una rete capillare di librerie e metterebbe a disposizione dei consumatori un assortimento librario culturalmente valido a prezzi relativamente bassi.

Tali argomenti non sono però riusciti a convincere il governo, che ha respinto la domanda di autorizzazione eccezionale. “I richiedenti non hanno fatto valere in proposito nessun nuovo argomento – sottolinea il DFE – Il risultato dell’analisi dell’efficienza da parte delle autorità della concorrenza non ha permesso di provare un rapporto di causalità tra prezzo unico da una parte e varietà di titoli, ampia offerta di prodotti e abbondanza di librerie dall’altra. Non è stato neppure possibile dimostrare la necessità di mantenere un prezzo unico per garantire prestazioni di natura politico-culturale”.

Editori e librai delusi

Le reazioni alla decisione del governo non si sono fatte attendere. Editori e librai hanno infatti subito manifestato la loro delusione. Secondo il presidente dell’associazione svizzero tedesca dei professionisti del libro (Schweizerische Buchhändler- und Verleger-Verband – SBVV), Urs Breitenstein, i prezzi ora rischiano di subire notevoli incrementi.

Per la SBVV, il governo ha dato un segnale sbagliato in materia di politica culturale con la sua scelta neoliberale. Secondo i professionisti del settore è incomprensibile che il Consiglio federale non abbia riconosciuto al libro lo statuto di bene culturale.

Anche l’Associazione Autrici ed Autori della Svizzera (AdS) si dice molto delusa dalla decisione e teme un peggioramento delle situazione nel mercato del libro.

swissinfo e agenzie

Annualmente in Svizzera si acquistano libri per 1 miliardo di franchi.
Presso le biblioteche possono essere prese in prestito circa 50 milioni di opere.
Nel settore della cultura elvetico l’industria del libro ha il peso economico maggiore.

Per prezzo unico del libro si intende una regolamentazione che fissa in maniera uniforme il prezzo di un libro. L’esclusione della libera concorrenza viene giustificata con la natura di bene culturale del libro.

La Francia, la Germania e l’Austria regolano per legge il prezzo del libro. In altri paesi europei la regolamentazione deriva da un accordo tra editori e librai. La Svezia e il Belgio non hanno questo tipo di regole.

Nella Svizzera tedesca il prezzo del libro è fissato da un accordo tra editori e librai. Secondo la Commissione della concorrenza questo accordo è contrario alla legge federale sui cartelli. Lo scorso marzo il Tribunale federale ha giudicato il prezzo unico del libro un ostacolo illegale alla libera concorrenza.

Mettendo in avanti il ruolo di vettore culturale dei libri, gli editori e i librai hanno chiesto al governo di fare un’eccezione. Anche il parlamento tratterà prossimamente la questione.

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