La lezione delle inondazioni di agosto
Un mese dopo il maltempo che ha colpito vaste zone del suo territorio, la Svizzera è tornata alla normalità. Le lezioni più importanti si imparano ora.
Le inondazioni e le frane causate dalle piogge torrenziali avevano sommerso case, distrutto strade e linee ferroviarie, isolando dal mondo alcuni villaggi.
Le immagini degli elicotteri che si alzavano in volo salvando persone dalle acque e di case sommerse dal fango hanno fatto il giro del mondo. In tutto si sono registrati sei morti.
Alcuni dei villaggi più colpiti stanno ancora scavando e ci vorranno settimane – in qualche caso anche mesi – prima che le strade e le ferrovie siano riparate. In totale, la perdita economica è stimata a 2 miliardi di franchi (1,3 miliardi di euro) compreso il settore turistico, a cui le annullazioni e il calo dei pernottamenti hanno provocato più danni delle inondazioni stesse.
Svizzera turismo ha dovuto lanciare due settimane fa una dispendiosa campagna pubblicitaria per riconquistare i vacanzieri. Il seco (Segretariato di stato dell’economia), nel suo ultimo rapporto sulla congiuntura, ha giudicato scarso l’impatto delle inondazioni sulla crescita economica del Paese.
La ricostruzione, al contrario, compenserà ampiamente le conseguenze negative.
Prevenzione
Non appena le acque si sono ritirate il dibattito si è concentrato sulla prevenzione. In fondo la Svizzera non ha avuto una, ma ben due «inondazioni del secolo» nello spazio di sei anni.
Un esperto del controllo delle acque, Marc Zaugg dell’Università di Zurigo, ci spiega che gli ostacoli burocratici e il conflitto d’interessi spesso bloccano misure efficaci di prevenzione. I due temi di maggior discussione sono l’allargamento del letto dei fiumi e il completamento delle mappe dei luoghi a rischio, che può anche influenzare i piani regolatori.
Secondo Zaugg tutti e tre i livelli del sistema di governo svizzero (comunale, cantonale e federale) devono migliorare il coordinamento delle loro attività.
«Il governo federale sta cercando di dare la giusta direzione creando delle leggi quadro, ma sta ai cantoni applicarle».
Paralisi
La paralisi che questo sistema di governo può creare è stata evidenziata a Berna e a Thun, dove è straripato il fiume Aare. Autorità cantonali e municipali si sono accusate a vicenda della mancata applicazione di misure di prevenzione dopo l’inondazione del 1999.
La settimana scorsa il canton Berna e i diciotto comuni toccati dallo straripamento dell’Aare si sono però ripresentati con un fronte comune, promettendo una più chiara collaborazione per evitare il ripetersi del disastro.
Stephan Vogt, esperto di idrologia presso l’Ufficio federale di geologia, ha inoltre anticipato che per la metà dell’anno prossimo sarà pronto un modello d’allerta tempestiva, basato, tra l’altro, su una banca dati che comprende misurazioni delle precipitazioni, rapporto tra quantità di pioggia caduta, temperatura e permeabilità del suolo.
swissinfo, Dale Bechtel
traduzione, Raffaella Rossello
Dal 22 agosto quattro giorni di pioggia battente hanno portato ad inondazioni e a frane in molte regioni della Svizzera centrale.
Ci sono stati sei morti.
Il danno per l’economia è stato di 2 miliardi di franchi (1,3 miliardi di euro).
Il canton Berna è stato particolarmente colpito dal maltempo.
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