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La montagna e l’uomo: una convivenza possibile

Entlebuch, tra natura e cultura. www.biosphaere.ch

Per l'anno internazionale della montagna, la Francia ha organizzato a Chambéry un convegno sulle aree montane protette.

Fra gli ospiti dell’incontro, la regione svizzera dell’Entlebuch, “riserva di biosfera” riconosciuta dall’Unesco.

Le aree montane europee sono un patrimonio naturale di grande importanza. La necessità di salvaguardare i loro equilibri ecologici è stata riconosciuta da tempo e un po’ ovunque in Europa esistono regioni sottoposte a particolare protezione.

In occasione dell’anno internazionale della montagna, la Francia ha invitato nella cittadina savoiarda di Chambéry esperti di tutta Europa per uno scambio di esperienze sulle aree montane protette.

Sviluppo sostenibile

Al centro del convegno vi sono non solo gli aspetti ecologici della tutela del territorio, ma anche le prospettive di sviluppo sostenibile che la creazione di aree protette può aprire per regioni lontane dai centri economicamente più dinamici.

Le regioni di montagna sono infatti anche spazi di vita umana, spesso confrontati con gravi difficoltà economiche. Un fattore questo che le misure per la salvaguardia dell’ambiente devono tenere in considerazione, per non fallire di fronte all’opposizione delle popolazioni locali.

L’esempio Entlebuch

La regione svizzera dell’Entlebuch, nel canton Lucerna, è un esempio paradigmatico della possibilità di coniugare tutela dell’ambiente e sviluppo economico e di coalizzare attorno ad un progetto di sviluppo sostenibile il consenso degli abitanti.

Nel 1987, a sorpresa, il popolo svizzero accettò in votazione un’iniziativa per la protezione delle torbiere, la cosiddetta iniziativa Rothenthurm.

Per l’Entlebuch, la cui agricoltura era già confrontata con gravi difficoltà, fu un vero trauma. Più della metà del suo territorio divenne area protetta, sottoposta a vincoli tali da renderne pressoché impossibile lo sfruttamento agricolo.

Dal trauma al consenso

Ma da quel trauma sarebbe nato un progetto che è oggi un modello di sviluppo sostenibile nell’arco alpino, esemplare anche dal punto di vista del coinvolgimento democratico della popolazione interessata.

Dopo reticenze iniziali, nel 2000, il 94% della popolazione degli otto comuni che compongono l’Entlebuch si è espressa a favore della creazione di una “riserva di biosfera”, in base ai criteri elaborati dall’Unesco, l’organizzazione delle Nazioni unite per l’educazione, la scienza e la cultura.. L’anno dopo, l’Unesco ha riconosciuto alla regione lo statuto di “riserva di biosfera”

Lo statuto di “riserva di biosfera” – statuto che attualmente riguarda più di 400 aree in 94 paesi al mondo – prevede la possibilità di un parziale sfruttamento umano, pur nel rispetto degli equilibri naturali.

Aree di protezione differenziata

Solo un terzo circa del territorio dell’Entlebuch – 121 chilometri quadrati su 395 – costituisce una riserva naturale in senso proprio, in cui l’uomo non interviene sui processi naturali. È la zona delle torbiere e del massiccio carsico dello Schrattenfluh, già iscritta nell’Inventario dei paesaggi di importanza nazionale.

Attorno ad essa si estende un’area “cuscinetto”, che la divide dalla zona di sviluppo sostenibile, dove l’attività umana è permessa a determinate condizioni. Lo statuto concesso dall’Unesco prevede la promozione delle energie rinnovabili e di un’agricoltura e di un turismo rispettosi dell’ambiente.

Un marchio di qualità

Determinante per l’ampio consenso degli abitanti è stata certo la possibilità di vendere prodotti e servizi della regione con l’etichetta “riserva di biosfera”.

Soprattutto per gli agricoltori, che rappresentano il 30% degli abitanti della regione, il marchio di qualità potrebbe essere la carta vincente in un settore sempre più confrontato con le leggi di mercato.

E anche da un turismo di qualità, attento alle qualità ambientali e culturali di una regione, l’Entlebuch si aspetta un rilancio dell’economia. Se il modello avrà successo, non c’è dubbio che anche altre regioni svizzere tenteranno di seguirne l’esempio.

Andrea Tognina, Chambéry

Nel 2000, il 94% della popolazione dell’Entlebuch ha approvato la creazione di una “riserva di biosfera”
L’Entlebuch ha una superficie di 395 km quadrati, di cui 121 sono riserva naturale
Le “riserve di biosfera” riconosciute dall’Unesco sono più di 400 in 94 paesi del mondo

L’idea di “riserva di biosfera” è strettamente legata a quella di sviluppo sostenibile. Non si tratta di una riserva naturale in senso classico, ma di un’area in cui si cerca un equilibrio tra attività umana e varietà biologica, paesaggistica e culturale.
Scopo di una “riserva di biosfera” è da un lato la protezione di un ecosistema differenziato, dall’altro lo stimolo ad un’economia ecologicamente e socialmente sostenibile. Nello stesso tempo, una “riserva di biosfera” deve servire alla ricerca e all’educazione nell’ambito della protezione dell’ambiente.

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