La pace elettrica fra Italia e Svizzera
Con la messa in funzione di un nuovo elettrodotto, la Svizzera è diventata il fornitore elettrico più importante per l’Italia.
La nuova autostrada dell’elettricità va da Robbia (in Val Poschiavo) a S. Fiorano (nel Bresciano) e aumenta la quota di esportazione elvetica verso l’Italia di circa un terzo: 1100 Megawatt.
Un bell’affare per i produttori del Cantone dei Grigioni, che con questa operazione contribuiscono oltretutto a chiudere i dissapori sorti fra i due paesi all’indomani del black-out nel settembre del 2003.
È toccato al presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi azionare la leva. Con mano da demiurgo ha aperto la corrente che da giovedì alle 12 e 30 ha cominciato a fare affluire dalla Svizzera 1100 Megawatt in più verso l’Italia.
Videoconferenza con Leuenberger
A Roma, presso il centro di comando del gestore di rete (Grtn) le cose sono state fatte in grande. Molti gli invitati di parte svizzera e italiana. Da Berna viene annunciato anche Moritz Leuenberger. Ma l’intervento video preregistrato del vicepresidente della Confederazione viene interrotto a causa di un problema tecnico.
Il saluto di Moritz Leuenberger viene infine riassunto in sala e fa il paio con le parole spese dagli invitati presenti.
Pace fatta?
Per Andrea Bollino, presidente del gestore della rete elettrica italiana, il collegamento oltre a rafforzare i rapporti commerciali nel settore fra Svizzera e Italia assicura una maggiore sicurezza nell’approvvigionamento italiano in energia elettrica.
Bollino, al microfono di swissinfo, glissa comunque sulla domanda se fra i due paesi è pace fatta dopo le polemiche del black-out del 27 settembre 2003. Il presidente Grtn si limita a parlare degli ottimi rapporti che da sempre intercorrono fra i due paesi.
Nuova linea, vecchia dipendenza
La Svizzera diventa così l’asse portante dell’approvvigionamento elettrico dell’ Italia. Il nuovo elettrodo aumenta la quota italiana d’importazione dalla Svizzera del 15%.
Un’opera lunga 46 chilometri di cui una quindicina in Svizzera, 123 piloni, 1600 tonnellate di cavi ad alta tensione. L’elettrodotto era già stato progettato verso la metà degli anni 90. Sono stati soprattutto i ritardi da parte dell’Italia a dilazionare nel tempo l’impianto.
A fregarsi le mani sono soprattutto i grigionesi della Raetia Energie, (RE) a cui l’impianto appartiene. A loro spetta in qualche modo anche l’onore di chiudere le polemiche del dopo-black-out.
Karl Heiz della RE ammette che ci sono stati alcuni problemi. “L’incidente del settembre del 2003 era stato generato da una serie di contingenze e di difficoltà un po’ da tutte le parti” dice Heiz. “Ora però questo collegamento conferma i buoni rapporti fra i due paesi”.
L’Italia, con questo nuovo elettrodotto, aumenta comunque la sua dipendenza dall’ estero alla faccia di quanto si era detto dopo la tremenda notte del 27 settembre 2003. Ma ora ci si sente quantomeno un po’ più tranquilli.
swissinfo, Paolo Bertossa, Roma
Il nuovo elettrodotto è lungo 44 km.
39 km si trovano su territorio italiano.
Nel 2003, un blackout aveva lasciato al buio 56 milioni di persone in Italia.
La nuova interconnessione fra Italia e Svizzera è stata decisa dopo il blackout del 28 settembre 2003, che aveva messo in ginocchio l’Italia per varie ore.
Una commissione d’inchiesta aveva denunciato lacune nella comunicazione tra Berna e Roma.
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