La seconda vita dei rifiuti
La Svizzera produce grandi quantità di rifiuti ma ha imparato piuttosto bene a smaltirli in modo appropriato nel rispetto della natura. Può comunque fare di più.
A tale scopo, il 19 e il 20 maggio si svolge in tutta la Svizzera una campagna di sensibilizzazione per una gestione più consapevole dell’immondizia e delle materie prime.
Nell’era dell’effimero, anche la Svizzera si trova sempre più in preda allo spasmodico rito dell’usa e getta. Con una creazione media annua di 659 kg di rifiuti urbani per abitante, è infatti uno dei maggiori produttori europei di immondizia, dopo Cipro (672), Danimarca (675), Norvegia (695), Irlanda (735) e Islanda (1049). È quanto risulta dal rapporto «Indicatori chiave dell’ambiente 2004» dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).
«Questi dati sono piuttosto normali per un Paese industrializzato, dove la propensione al consumo è naturalmente alta», spiega Sébastien Piguet, segretario romando della Fondazione per la pratica della protezione dell’ambiente in Svizzera (PUSCH).
C’è rifiuto e rifiuto
Ingegnere ambientale, Piguet tiene comunque a non creare inutili allarmismi, sottolineando che «il fattore di cui si deve tener conto per analizzare la gravità di una situazione non è tanto la quantità quanto piuttosto la qualità dei rifiuti».
L’immondizia problematica è infatti quella che non potendo (o volendo) essere riutilizzata finisce in inceneritori o discariche. Istallazioni che, oltre ad essere costose e a richiedere una manutenzione piuttosto complessa, creano dei disagi a livello ambientale. «Sotto questo punto di vista, la Svizzera è piuttosto all’avanguardia», aggiunge.
Dalla fine degli anni Ottanta infatti, la Confederazione ha fatto sforzi notevoli per ridurre drasticamente l’immondizia problematica, migliorando il sistema di riciclaggio e di compostaggio, ma anche di riutilizzo delle materie prime. A tal punto che oggi, grazie agli sforzi dei cittadini, più del 48% dei rifiuti urbani svizzeri sono smistati, raccolti e riciclati, contro una media europea di solo il 27%.
Fra le normative più efficaci in materia, si annoverano ad esempio la tassa sui rifiuti o sul sacco di rifiuti, che hanno stimolato la popolazione a non gettare tutto indistintamente nella spazzatura, ma a fare delle scelte.
Sensibilizzare la popolazione
Anche le campagne di sensibilizzazione alla prevenzione e alla gestione dell’immondizia permettono di meglio consapevolizzare i singoli sulla questione.
Dalla fine degli anni Novanta, un po’ in tutto il mondo si svolgono regolarmente i cosiddetti «Clean up day», o giornate di pulizia degli spazi pubblici, durante le quali migliaia di volontari si offrono di liberare da oggetti indesiderati strade, foreste, corsi d’acqua o sentieri di montagna.
Su scala nazionale, in Svizzera si tiene da un paio d’anni l’iniziativa «Il tesoro nascosto», una «due giorni» densa di spunti di riflessione sulla problematica dei rifiuti.
Coordinato dalla fondazione PUSCH sotto il patrocinio dell’Ufficio federale dell’ambiente e con la partecipazione di oltre 250 fra comuni, imprese e associazioni, l’evento si svolge quest’anno il 19 e il 20 di maggio.
Piccoli tesori nell’immondizia
Attraverso una serie di attività ludiche e didattiche, la popolazione può farsi un’idea generale sull’intero sistema dei rifiuti elvetici. La panoplia di attività proposte è molto vasta e spazia dalle visite guidate presso gli impianti di trattamento e di riciclaggio dell’immondizia, alle cacce al tesoro sul tema, alle giornate di pulizia fino ai corsi di compostaggio o di informazione nelle scuole.
Anche la rivalorizzazione degli oggetti di seconda mano o un utilizzo a più lungo termine di un bene occupa un posto importante nel calendario degli eventi. In solaio o nei ripostigli di casa si ammassano beni troppo spesso destinati a finire nelle montagne di spazzatura, quando invece potrebbero benissimo essere riutilizzati. A tale scopo, in alcune località si organizzano degli atelier dove è possibile riparare personalmente o farsi aggiustare da un artigiano gli oggetti difettati.
Ma non mancano nemmeno i numerosi mercatini di scambio o di vendita di beni d’occasione: un fenomeno sempre più attuale. Basti pensare alla più gettonata tendenza modaiola del momento, il vintage, una dimostrazione lampante di quanto alcuni oggetti che si pensava da buttare possano celare piccoli tesori.
«Lo scopo di queste giornate è di suscitare una presa di coscienza generale. Vanno cambiate tante piccole abitudini nella vita di tutti i giorni ma che per l’ambiente possono avere effetti benefici enormi», conclude Sébastien Piguet.
swissinfo, Anna Passera
Ogni anno in Svizzera si producono 1’600’000 tonnellate di carta e cartone;
315’000 t di vetro;
1’300’000 t di scarti vegetali;
82’000 t di rottami elettronici;
11’000’000 t di rifiuti di cantiere;
Ogni abitante in Svizzera produce annualmente 659 kg di rifiuti domestici (di cui 351 kg inceneriti e 308 kg riciclati).
Le giornate d’azione «Tesoro nascosto» del 19 e 20 di maggio si prefiggono di ridurre alla fonte la produzione di rifiuti.
Durante questa campagna, la popolazione viene sensibilizzata su cinque grandi temi: la diminuzione della produzione di spazzatura, il riciclaggio, il compostaggio, l’eliminazione appropriata di rifiuti (evitare l’inquinamento atmosferico) e il rispetto dei luoghi pubblici (evitare di gettare per terra l’immondizia).
Iniziative simili esistevano già da alcuni anni a livello regionale. Sul piano mondiale si organizzano poi regolarmente delle giornate di pulizia degli spazi pubblici («Clean-up day»).
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