La Svizzera ricorda 50 anni di ricerca polare
Da più di mezzo secolo, ricercatori svizzeri studiano ed esplorano i poli. In un incontro a Grindelwald se ne ripercorre la storia.
La conferenza è un’occasione per festeggiare i 50 anni della Spedizione glaciologica internazionale in Groenlandia, un’organizzazione per la ricerca polare promossa da scienziati elvetici.
Da quasi cent’anni la ricerca svizzera contribuisce allo studio dei territori polari con progetti e risultati importanti.
L’ultima ricerca si è guadagnata la copertina della rivista specializzata americana “Science” alla fine dell’anno scorso. Ricercatori dell’Università di Berna hanno analizzato il ghiaccio Antartico a 3000 metri di profondità, ottenendo nuove informazioni sui gas a effetto serra negli ultimi 650’000 anni.
Ma quale relazione lega il territorio elvetico, nel cuore delle Alpi, con le remote regioni artiche ed antartiche? Secondo Atsumu Ohmura del Politecnico di Zurigo “ciò che accade al Polo nord influenza il clima della Svizzera”.
E non si può fare affidamento a dati e ricerche di altri Paesi, perchè la Svizzera ha una geografia particolare in Europa. “Se vogliamo sapere cosa ne sarà del clima in Svizzera, le ricerche le dobbiamo fare noi”, afferma.
Ohmura sottolinea anche che mantenere un ruolo di rilievo nella scienza e nella tecnica è una priorità per il Paese. E molta della ricerca sul clima del passato e quello del futuro si fa ai poli. Così per gli scienziati elvetici – che si sono guadagnati una reputazione storica nella ricerca polare – è importante mantenere una posizione di leadership.
Svizzeri in Groenlandia
Alla conferenza tenutasi nella località bernese di Grindelwald e organizzata dal Comitato svizzero per la ricerca polare e dalla Commissione per le scienze criogeniche, i protagonisti hanno ricordato le tappe di alcune spedizioni scientifiche.
“Quella a cui ho preso parte è stata una grande avventura umana – ricorda Paul Gfeller che partecipò alla spedizione in Groenlandia del 1959 – con un importante scopo scientifico”.
Christian Schlüchter, il geologo che rappresenta la Svizzera al Comitato scientifico per la ricerca in Antartide, sottolinea che quella spedizione “ha aperto le porte alla Svizzera in questo particolare ambito”.
Una lunga storia alle spalle
La Svizzera ha la sua impronta nelle nevi artiche da quasi cento anni. Già nel 1912 lo svizzero Alfred de Quervain aveva compiuto la prima traversata integrale della calotta groenlandese, scoprendo una regione montuosa che fu subito chiamata Schweizerland.
La Spedizione glaciologica internazionale in Groenlandia (EGIG, Expéditions Glaciologiques Internationales au Groenland) è sorta nel 1956, a seguito dell’incontro di un gruppo internazionale di glaciologi a Grindelwald. Il 1957 si sarebbe celebrato l’Anno Geofisico Internazionale e la comunità scientifica intendeva prepararsi per l’evento.
A seguito di quell’incontro sono state organizzate una serie di spedizioni scientifiche nell’artico. La prima è stata realizzata nel 1958 sotto la direzione di scienziati francesi. I glaciologi elvetici furono guidati da Marcel de Quervain, figlio di Alfred de Quervain, dell’Istituto Weissfluhjoch di Davos (oggi parte dell’Istituto Federale di Ricerca per la Foresta, la Neve e il Paesaggio).
A mezzo secolo di distanza, nel 2007 si celebrerà l’Anno internazionale dei poli. “Lo scopo è di rafforzare la consapevolezza sull’attuale ricerca polare e di evidenziare l’importanza delle zone polari per l’intero pianeta”, indica Schlüchter.
Ed un radioso avvenire
Ora gli scienziati sono impegnati a migliorare la previsione del clima futuro. “Nei prossimi 50 anni ci aspettiamo che l’anidride carbonica atmosferica raddoppi rispetto ai valori precedenti alla rivoluzione industriale”, ci spiega Atsumu Ohmura, aggiungendo che questo cambierà l’influsso della radiazione solare.
“Ciò avrà un impatto sul clima globale e noi dobbiamo prepararci”. E quindi, ammette Ohmura, “c’è ancora molto da fare”.
Ci sono più di una decina di ricercatori elvetici impegnati attualmente nella ricerca polare. Ed è importante che il numero non cali, anche se le risorse finanziarie sono “molto poche”, dice il professore del Politecnico di Zurigo.
Infatti, dei circa 300 milioni di franchi che annualmente la Confederazione impegna nella ricerca scientifica, sono 200’000 quelli destinati allo studio dei poli.
“Ma i nostri risultati dimostrano che si può fare buona scienza anche con risorse limitate”, conclude Ohmura.
swissinfo, Jacopo Pasotti
Al Polo nord ci sono -40°C in inverno e -12°C in estate.
Al Polo sud: -70°C in inverno e -30°C in estate.
In luglio, la Groenlandia è la regione più soleggiata del nostro emisfero.
L’Antartide non appartiene a nessuna nazione.
La Groenlandia appartiene invece alla Danimarca, sebbene disponga di un sistema amministrativo indipendente.
Nel 1956 veniva fondata a Grindelwald (Berna) la EGIG, Expéditions Glaciologiques Internationales au Groenland. Il suo scopo era promuovere le spedizioni scientifiche nell’Artico.
Alfred August de Quervain, di Thun, compì la prima traversata integrale est-ovest della Groenlandia nel 1912.
20 anni fa è stato fondato il Comitato svizzero per la ricerca polare, un corpo multidisciplinare che coordina la ricerca svizzera nelle regioni polari.
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