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La via dell’acqua che unisce Svizzera e Italia

Lago Maggiore-Venezia: la traversata inizia anche dal porto di Ascona Ti-Press

La laguna più vicina al Ticino? Si può fare. Come l'araba fenice, la vecchia Associazione Locarno-Venezia è rinata dalle ceneri per dare vita ad un sogno a cui si è associato anche il comune di Milano.

Letizia Moratti, sindaca del capoluogo lombardo che ospiterà l’Expo 2015, ha infatti annunciato la partecipazione di Milano al vecchio progetto dell’amministrazione di Locarno, che prevede il recupero dell’idrovia Locarno-Venezia. Un passo formalizzato con l’adesione alla nuova associazione, rinata a Locarno lo scorso 25 giugno.

Si tratta di un progetto che vale oro e non solo dal profilo turistico-culturale: i costi per ripristinare la navigazione tra Locarno, Milano e Venezia si aggirano attorno ai 380 milioni di franchi (250 milioni di euro)Secondo il presidente dell’Associazione amici dei Navigli Empio Malara, potrà essere finanziato per un terzo dall’Unione europea.

C’è infatti un precedente eccellente: l'”Union Canal”, il canale che collega le città scozzesi di Edimburgo e Glasgow, costruito nell’Ottocento per il trasporto del carbone e riconvertito alla navigazione turistica nel 2000 con il contributo finanziario dell’UE.

“È un’ipotesi molto realistica – spiega Malara all’agenzia di stampa APcom – visto che i Navigli sono dei milanesi, ma sono anche stati costruiti, ampliati o progettati dai francesi, dagli spagnoli e dagli austriaci che governarono Milano nei secoli. Sono dunque canali che appartengono all’Europa”.

Un percorso fluviale di grande valore

L’idrovia Locarno-Milano-Venezia è lunga circa 540 km. Il progetto di rilancio che riguarda principalmente l’area della Lombardia, interessa 2 nazioni, 4 regioni, 12 province e 171 comuni del Nord Italia. Oggi sono facilmente navigabili solo i tratti Locarno-Arona (53 km) e Cremona-Venezia (278 km) e i 12 chilometri del Naviglio Grande tra la Darsena di Milano e Gaggiano.

Il progetto ha pure un grande valore storico: ripristina la “strada d’acqua” che anticamente collegava le piemontesi cave di Baveno (VB) e della Val d’Ossola ai cantieri della fabbrica del Duomo. Unisce poi, e non solo idealmente, due capitali del cinema – Locarno e Venezia – attraverso un percorso che si inserisce nella promozione del turismo sostenibile ed ecocompatibile.

Quando nel 2015 il sogno diventerà realtà, l’idrovia Locarno-Milano-Venezia sarà dunque uno dei più importanti e attrattivi percorsi fluviali d’Europa. Un affascinante itinerario turistico-culturale che congiungerà l’Europa continentale al Mare Adriatico, dalle Alpi alla laguna veneziana, passando per i parchi del Ticino, i Navigli Milanesi e le pianure bagnate dal Po.

L’idrovia potrebbe dunque avvicinarsi, in termini di attrattiva turistica, a quanto avviene già ora, e con successo, lungo il corso della Loira, sul bacino fluviale di Berlino o lungo il Reno, tra Basilea e Rotterdam, dove la navigazione in “house boat” o in “bateau-mouche” è, come si dice, molto “trendy”.

Un lavoro, tante sfide

Ma la via del sogno è lastricata di sfide e di difficoltà da superare. Per collegare di nuovo il Lago Maggiore all’Adriatico, come avveniva nell’Ottocento, gli ostacoli maggiori sono le dodici conche in disuso che dividono Milano dalla Darsena sul Ticino, a Pavia. Il lavoro è imponente; non si tratta di ripristinare solo i corsi d’acqua già esistenti, ma di creare canali e conche con relativi impianti idraulici, luoghi d’attracco e porti.

E poi ci sono anche i costi, tutt’altro che indifferenti. Non si esclude un contributo finanziario della Svizzera (tuttora da definire), legata all’idrovia attraverso la firma di un accordo di programma comunitario (Interreg III 2000-2006) unitamente a Regione Piemonte e Regione Lombardia. La Svizzera cofinanzia il recupero della navigazione dal Lago Maggiore a Milano.

La nuova via navigabile Locarno-Milano, che rappresenta uno degli scopi della rinata associazione, presenta aspetti culturali, ambientali e turistici di primo piano. Il Comune di Milano intravede la possibilità di un interessante asse di collegamento tra il Lago Maggiore e le Regioni lombarde e piemontesi che vi si affacciano.

E per il Ticino, porta svizzera sul Mediterraneo, si tratta di un’opportunità economica che apre promettenti prospettive di sviluppo. Uno studio dell’Istituto di Management turistico di Bellinzona, commissionato nel 2003, ha messo in evidenza le potenzialità offerte dal nuovo collegamento fluviale. L’indotto annuale è stato stimato a circa 3,8 miliardi di franchi (2,5 miliardi di euro). Sulla base di stime prudenziali è immaginabile che la sola navigazione, stimati 7000 passeggeri a stagione, darebbe un ricavo di 930 mila franchi (600 mila euro).

swissinfo, Françoise Gehring, Locarno

L’idrovia Locarno-Milano-Venezia è un sistema idroviario turistico che collega la Svizzera (Locarno) al mare Adriatico, attraverso un percorso che parte dal Lago Maggiore, continua sul Ticino, sul canale Industriale, sul Naviglio Grande, sul Pavese, di nuovo sul Ticino e sbocca infine sul Po e nella Laguna Veneta.

Non ancora completamente utilizzabile, l’idrovia è oggetto negli ultimi anni di interventi volti al recupero della navigabilità.

L’inizio della costruzione del canale Naviglio Grande è stimato attorno al 1200. In un primo tempo è stato realizzato per irrigare i campi agricoli; successivamente l’opera è stata finalizzata per trasportare grossi massi di roccia per la costruzione del duomo di Milano.

La realizzazione del Naviglio Pavese è iniziata nel 1564, portata avanti da Napoleone Buonaparte nel 1807 ed ultimata dagli austriaci nel 1819.

L’associazione Locarno-Milano-Venezia è rinata ufficialmente il 25 giugno 2008 a Locarno, sulla spinta di Aldo Torriani (memoria storica del progetto) e di Carla Speziali (sindaca di Locarno). Nel mese di settembre stabilirà un nuovo programma di azione sulla base, anche, delle nuove adesioni da parte italiana.

Oltre ai due promotori, nel nuovo Consiglio direttivo spiccano i nomi della del consigliere di Stato del canton Ticino Marco Borradori, del Presidente della Provincia Verbano Cusio Ossola Paolo Ravaioli e dell’ assessore allo sviluppo del territorio del Comune di Milano Carlo Maria Masseroli, delegato di Letizia Moratti, sindaca della metropoli meneghina.

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