Le donne devono pianificare la loro carriera
Le donne che vogliono fare carriera devono pensarci da giovani. È quanto consiglia Monique R. Siegel, consulente aziendale, nel giorno dedicato alle donne.
Secondo la specialista, che ha pubblicato diversi libri su questo tema, le abitudini stanno però cambiando e sempre più donne assumono compiti dirigenziali.
Tra i nuovi volti a capo di aziende svizzere, non figurano soltanto uomini: Inge Beale alla guida del riassicuratore Converium, Jasmin Staiblin presso ABB o ancora Miriam Meyer Stutz a capo di Ruag Aerospace sono soltanto alcuni esempi di donne in carriera.
Per formare le donne alle cariche più alte dell’economia – indica Monique R. Siegel, esperta in gestione aziendale – ci vogliono tuttavia maggiori sforzi per cambiare la mentalità, sia tra le donne sia in seno alle ditte.
swissinfo: È cambiato di molto, in Svizzera, l’atteggiamento nei confronti delle donne ai livelli più alti dell’economia?
Monique R. Siegel: Credo proprio di sì. Oggi si vedono molte più donne ricoprire cariche importanti, contrariamente ad una decina di anni fa. Devo però riconoscere che la mentalità in merito non si è sufficientemente evoluta.
swissinfo: Che cosa intende?
M.R.S.: C’è una domanda che mi ha sempre infastidito: perché non c’è un numero maggiore di donne nelle sfere più alte del mondo del lavoro?
Il momento giusto per affrontare il problema non è quando le donne hanno 35 anni, ma molto prima, quando ne hanno cinque… . Già all’asilo o alla scuola elementare, bisognerebbe suggerire alle ragazze che un giorno potrebbero ritrovarsi nei panni del direttore di una grande ditta. Fino ad oggi non si è fatto abbastanza in questo campo. Ci vogliono dei mentori per le giovani donne.
Un’altra ragione è che le donne non pianificano sufficientemente la loro carriera. Spesso non osano farlo.
swissinfo: Qual’è la situazione delle donne in Svizzera, se paragonata a quella in altri Paesi industrializzati?
M.R.S.: Per certi versi stanno meglio. In Svizzera, non ci si è lasciati prendere dall’isteria a questo proposito. Le donne elvetiche faranno la loro strada, ma ad un ritmo più lento.
Ci sono stati alcuni miglioramenti, ma non abbastanza. E questo a causa dell’atteggiamento delle aziende e del contesto politico. Il Paese non dispone di un numero sufficiente di asili nido e di scuole a tempo pieno.
Molte donne non si rendono conto di quanto possa essere difficile avere uno o due figli e assumere nel contempo un impiego ai livelli più alti.
swissinfo: Anche in Svizzera rimane tuttora difficile fare carriera ed occuparsi allo stesso tempo della famiglia?
M.R.S.: Certo. È da 30 anni che mi batto per dei cambiamenti. In questo particolare ambito, le ditte soffrono di una grande mancanza di comprensione ed empatia. Credo che a questo proposito agiscano in maniera stupida: una donna sarà infatti una migliore lavoratrice, se sa di poter contare su qualcuno che le accudisce i figli.
swissinfo: In qualità di consulente, qual è il suggerimento che dà alle aziende che la interrogano sul binomio donne-manager?
M.R.S.: Sviluppare un programma per la scuola materna che permetta alle bambine di pensare a queste aziende come a dei datori di lavoro desiderabili. Questo è un impegno a lungo termine.
A corto termine è necessario sviluppare comprensione per il problema dei bambini che vanno accuditi, degli asili, del bisogno di tempo libero. Bisogna liberarsi dall’orribile nozione di lavoro a tempo parziale. Nessuna persona al mondo che vuole fare carriera può lavorare a tempo parziale.
Intervista swissinfo, Robert Brookes
(traduzione, Luigi Jorio e Doris Lucini)
Monique Siegel è consulente d’azienda. Aiuta le imprese a ideare ed implementare dei cambiamenti.
Nel 1980 ha fondato MRS Mind Revival Strategies, una ditta di consulenze specializzata nell’innovazione e nei cambiamenti a livello manageriale.
Ha scritto numerosi best seller ed è conosciuta per aver creato, nel 1985, il Management Symposium for Women, una conferenza internazionale che si tiene a Zurigo.
La quota di donne tra i dirigenti è, a livello mondiale, del 20-40%.
I paesi scandinavi hanno imposto delle quote per portare il numero delle donne nei piani alti al 40%.
La quota di donne nei parlamenti è del 16% (Svizzera 25%).
Le donne rappresentano solo il 10% del corpo degli ambasciatori svizzeri.
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