Le opinioni dei due schieramenti
A colloquio con Yves Perrin, consigliere nazionale e vicepresidente dell'Unione democratica di centro, e Ueli Leuenberger, consigliere nazionale e vicepresidente dei Verdi.
swissinfo: Yves Perrin è fra i fautori della nuova legge sugli stranieri. Sentiamo le sue ragioni principali per votare sì.
Yves Perrin: Bisogna votare di sì prima di tutto perché la legge attuale è ormai sorpassata. Risale al 1931, molte cose nel frattempo sono cambiate. All’epoca gli stranieri in Svizzera erano circa il 5% della popolazione, oggi siamo ormai al 20%.
Altro motivo per sostenere la legge è il fatto che essa dà un fondamento legale al principio dell’integrazione, rendendolo obbligatorio. La legge chiede agli stranieri di riconoscere un certo numero di usi e costumi svizzeri e nello stesso tempo chiede alla popolazione autoctona di accogliere i migranti. È un principio che va a vantaggio di entrambe le parti, ma sia gli stranieri, sia gli svizzeri devono dare il loro contributo.
swissinfo: Ueli Leuenberger, consigliere nazionale e vicepresidente dei Verdi, ritiene invece la legge discriminatoria. Sentiamo perché.
Ueli Leuenberger: È una legge contro gli stranieri che non provengono dall’Unione europea. Certo, la Svizzera ha il diritto di prendere delle misure per limitare l’ingresso di nuovi migranti. Ma questa legge discrimina 700’000 persone che vivono, lavorano e pagano le tasse in Svizzera.
Bisogna anche considerare che l’Europa è in movimenti. Oggi si discriminano le persone provenienti dalla Croazia, ma presto la Croazia farà parte dell’UE. Così si fanno solo danni.
Altro punto molto importante sono le misure di coercizione comprese nella legge. Esse permettono di incarcerare nel nostro paese – un paese democratico – delle persone il cui unico delitto è di non voler o di non poter lasciare la Svizzera. Dunque delle persone che non hanno avuto problemi gravi con le nostre leggi. Se uno ruba la sporta a una vecchietta o rapina un’edicola riceve una condanna con la condizionale, non va in carcere per due anni.
swissinfo: La legge è discriminatoria, dice in sostanza Leuenberger. Che ne pensa Yves Perrin?
Y.P.: François Mitterand disse che nessun sistema di integrazione, per quanto efficace, poteva accogliere tutta la miseria del mondo.
La situazione attuale dipende dagli accordi bilaterali che abbiamo firmato. È buffo che quanti usano questo argomento per combattere la legge siano gli stessi che hanno sostenuto gli accordi bilaterali.
Comunque la legge va a vantaggio anche dei migranti, perché permetterà loro di integrarsi meglio. Dal momento che potranno entrare in Svizzera, avranno già il loro posto nella società. Attualmente molti stranieri arrivano e non trovano una loro collocazione. Per questo finiscono per alimentare le statistiche dell’assistenza sociale o della criminalità.
swissinfo: Ma Leuenberger solleva anche un’altra questione, quella delle misure coercitive. La legge non è andata troppo lontano, in questo ambito?
Y.P.: No, non credo. Le misure coercitive sono state introdotte già da tempo, perché ci si era resi conto che le misure di allontanamento in moltissimi casi erano disattese. Attualmente, una decisione di allontanamento su due non è attuata.
In uno stato di diritto, le decisioni prese dalla giustizia devono avere un effetto. Le misure coercitive mirano proprio a questo. Dal momento che uno stato si dà delle leggi, si deve dare anche i mezzi per applicarle.
swissinfo: Yves Perrin ha fin qui sottolineato a più riprese gli aspetti della legge che vanno a favore degli stranieri. Ueli Leuenberger, lei non ritiene che le norme sull’integrazione siano un passo avanti?
U.L.: Certamente. Vede, queste misure positive si possono applicare anche subito. Si sarebbero potute mettere in un’altra legge. Lo abbiamo anche chiesto. Non c’è alcun ostacolo a fare una legge sull’integrazione, se la popolazione, come spero, rifiuterà la legge in votazione.
Il problema è che gli elementi positivi non hanno per niente un ruolo preponderante rispetto a tutte le discriminazioni che questa legge introduce.
swissinfo: Ueli Leuenberger, parliamo del tema dei sans papiers…
U.L.: Sappiamo che nell’albergheria e nella ristorazione, nell’agricoltura e in altri settori ci sono ancora molti «sans papiers». Le stime parlano di 100 fino a 300mila persone.
È un’altra critica che faccio a questa nuova legge sugli stranieri: esclude totalmente ogni possibilità di regolarizzazione. Non parlo di una regolarizzazione collettiva. Parlo di una regolarizzazione caso per caso. Questa legge l’esclude completamente.
È un controsenso, è una delle più grandi ipocrisie del nostro paese, che delle persone che lavorano da 5-10 anni in questo paese non possano regolarizzare la loro posizione. In futuro, se la legge sarà approvata, sarà ancora più difficile, perché queste persone non vengono dall’Unione europea.
swissinfo: Yves Perrin?
Y.P.: No, è chiaro che questa legge non aiuterà a risolvere il problema dei clandestini. Ma bisogna anche considerare che l’apertura ai paesi dell’est permetterà alla Svizzera di reclutare una buona parte della manodopera non qualificata di cui ha bisogno.
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