Lotta alla povertà ancora insufficiente
L'ambasciatore svizzero alle Nazioni unite Peter Maurer ha criticato le lacune e i ritardi della comunità internazionale nella lotta contro la povertà.
Il rappresentante diplomatico elvetico ha ribadito il sostegno della Confederazione al Progetto di azione presentato dall’economista Jeffrey Sachs.
La Svizzera ritiene che sia ancora possibile raggiungere gli Obbiettivi di sviluppo del millennio (Osm), fissati nel 2000 dall’ONU e sottoscritti finora da 191 paesi.
A tal fine, la Confederazione invita gli altri paesi ad una rapida applicazione delle raccomandazioni emesse in gennaio dal gruppo di esperti diretto dall’economista americano Jeffrey Sachs.
È quanto ha dichiarato Peter Maurer nell’ambito di un discorso dinnanzi all’Assemblea generale delle Nazioni unite a New, in cui l’ambasciatore svizzero ha illustrato la posizione di Berna in merito al rapporto «Investire nello sviluppo», presentato il 17 gennaio scorso da Jeffrey Sachs.
Dimezzare la povertà
Il rapporto, elaborato da 265 esperti internazionali capitanati dall’economista dalla Columbia University di New York, evidenzia i ritardi e le lacune evidenziati finora a livello mondiale nella realizzazione degli Osm.
Adottando questi Obbiettivi, nel 2000 la comunità internazionale si è impegnata, tra l’altro, a dimezzare entro il 2015 il numero dei poveri in tutto il pianeta, garantire un’educazione primaria a tutti, ridurre la mortalità infantile, bloccare la diffusione dell’AIDS e integrare lo sviluppo durevole nelle politiche nazionali.
Ma, finora, i paesi ricchi sono lontani dall’aver mantenuto le loro promesse, indica il rapporto, che propone una decina di misure destinate in particolare ad incrementare rapidamente l’aiuto allo sviluppo in favore dei paesi poveri.
Il gruppo di esperti invita tra l’altro i paesi industrializzati a consacrare allo sviluppo lo 0,45 % del loro Prodotto interno lordo entro il 2006 e lo 0,7% entro il 2015.
Anche la Svizzera in ritardo
Secondo Maurer, non basta tuttavia incrementare il livello degli aiuti, ma che occorre «simultaneamente migliorare radicalmente la qualità». Ancora oggi, numerose strategie volte a ridurre la povertà sono troppo “tecnocratiche e lontane dalla realtà».
Finora la Svizzera non ha ancora raggiunto il suo obbiettivo di dedicare lo 0,4% del Prodotto interno lordo all’aiuto allo sviluppo.
L’ambasciatore si è comunque detto fiducioso sulla possibilità di raggiungere gli Osm entro il 2015, «a condizione che siano rapidamente adottate decisioni adeguate» sia dai singoli Stati che dalla comunità internazionale.
Berna considera che debbano essere intrapresi «sforzi supplementari notevoli» nel campo dei diritti umani, in particolare di quelli delle donne.
«Ai nostri occhi si tratta di un punto cruciale, una conditio sine qua non per realizzare gli Osm», ha rilevato il diplomatico elvetico.
swissinfo e agenzie
Con la Dichiarazione sugli Obbiettivi di sviluppo del millennio, adottata nel 2000 dalle Nazioni unite e sottoscritta da 191 paesi, la comunità internazionale si impegna, entro il 2015, a:
dimezzare il numero delle persone povere o malnutrite,
assicurare un’educazione primaria a tutti,
raggiungere la parità dei sessi,
ridurre la mortalità infantile,
frenare la diffusione dell’AIDS e di altre malattie infettive.
Presentato il 17 gennaio scorso alle Nazioni unite e realizzato da 265 esperti internazionali sotto la guida dell’economista americano Jeffrey Sachs, il rapporto “Investire nello sviluppo: un Piano pratico per realizzare gli Obbiettivi di sviluppo del millennio” propone tra l’altro di:
aprire maggiormente i mercati dei paesi ricchi alle esportazioni provenienti dai paesi in via di sviluppo,
aumentare fino a quota 0,44% del Prodotto interno lordo entro il 2006 i fondi impiegati dai paesi industrializzati per l’aiuto allo sviluppo e fino a quota 0,7% entro il 2015,
rafforzare il commercio regionale, le infrastrutture trasfrontaliere e la gestione ambientale nei paesi in via di sviluppo,
istituire una nuova Agevolazione Finanziaria Internazionale (International Finance Facility-IFF), per accelerare e migliorare il finanziamento dei progetti di aiuto allo sviluppo.
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