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Medicine economiche per i paesi poveri

I generici: copie che possono salvare la vita. Paesi come il Brasile ne incoraggiano la produzione Keystone

I 146 Paesi membri dell'Organizzazione mondiale del commercio (Omc) hanno approvato sabato a Ginevra l'accordo sui farmaci salvavita.

Passo avanti nella lotta a malattie come l’Aids o nuovo atto in favore delle industrie farmaceutiche? In Svizzera, come altrove, il dibattito è aperto.

L’intesa sui farmaci, approvata dopo innumerevoli rinvii e colpi di scena, mira ad agevolare le importazioni da parte dei paesi poveri privi di industria farmaceutica di farmaci generici a buon mercato grazie a specifiche deroghe al diritto sui brevetti.

«È un accordo storico», si è rallegrato il direttore generale dell’Omc Supachai Panitchpakdi. «L’ultimo pezzo del puzzle è andato a posto. L’intesa costituisce una prova del fatto che l’Omc può gestire anche questioni umanitarie e non solo commerciali».

Anche l’Unione europea ha espresso la sua soddisfazione, così come la Svizzera che già durante la settimana aveva dichiarato di essere favorevole ad una soluzione di compromesso. «È una buona notizia per gli africani che hanno un disperato bisogno di accedere a farmaci economici», ha commentato l’ambasciatrice del Kenya Amina Mohamed.

Non mancano però le critiche di chi, come l’organizzazione Medici senza frontiere, ritiene che l’accordo elimini alcuni ostacoli per crearne altri, ad esempio l’obbligo di usare imballaggi diversi per i medicinali destinati ai paesi bisognosi.

L’intesa sopraggiunge a pochi giorni dalla conferenza ministeriale dell’Omc in programma a Cancún (Messico) dal 10 al 14 settembre, conferenza alla quale dovrebbe fornire un buon impulso.

Critiche le Ong svizzere, soddisfatte le industrie farmaceutiche

La Dichiarazione di Berna, una delle più importanti organizzazioni non governative (Ong) svizzere, ha reagito con irritazione all’accordo che, stando all’Omc, dovrebbe permettere ai paesi poveri di avere accesso a farmaci anti Aids e ad altri medicamenti d’importanza vitale a prezzo ridotto.

Il testo conterrebbe infatti tali e tante restrizioni da rendere pressoché impossibile che i medicinali raggiungano chi ne ha bisogno. «L’autorizzazione ad importare farmaci generici economici è condizionata da una serie di restrizioni. Così l’accordo non avrà che poche possibilità di essere applicato», ha dichiarato a swissinfo Bernhard Herold della Dichiarazione di Berna.

Dal canto suo Thomas Cueni, che guida Interpharma, l’associazione tetto delle industrie svizzere di ricerca farmaceutica, dà il benvenuto all’accordo. «È stato trovato un equilibrio tra l’accesso facilitato ai medicinali di base per i paesi in via di sviluppo e la necessità di proteggere e rispettare la proprietà intellettuale».

Le industrie farmaceutiche hanno sottolineato a più riprese che senza i brevetti non sarebbero in grado di finanziare la ricerca. Ma per la Dichiarazione di Berna questo atteggiamento è l’ulteriore prova che i colossi farmaceutici svizzeri sono interessati solo a vendere i loro prodotti.

Lunghe trattative

Eppure l’accordo è il frutto di trattative durate anni e caratterizzate soprattutto dall’atteggiamento ostruzionista di paesi come gli Stati Uniti, interessati a proteggere le proprie industrie farmaceutiche.

Anche la Svizzera ha a più riprese sostenuto la posizione statunitense. «Svizzera e Usa sono sempre stati alla ricerca di una soluzione che fosse il più possibile restrittiva per i paesi in via di sviluppo», sottolinea con una nota polemica Bernhard Herold.

Washington aveva bloccato i precedenti progetti perché temeva che paesi come l’India e il Brasile avrebbero invaso il mercato con copie a buon mercato di farmaci brevettati.

L’accordo prevede di autorizzare l’importazione di farmaci generici in situazioni d’emergenza, come un’epidemia. Finora questo tipo di operazione era impedito dal sistema dei brevetti. La produzione di generici era infatti autorizzata solo per uso interno e non per l’esportazione.

L’Omc invita però a non abusare della situazione e a soprassedere ai brevetti solo per importare generici a scopo umanitario e non con obiettivi commerciali. L’accordo dovrebbe impedire che medicamenti importati a prezzi stracciati in paesi poveri vengano poi rivenduti e immessi sui mercati dei paesi industrializzati.

swissinfo

I 146 membri dell’Organizzazione mondiale del commercio hanno approvato l’accordo che dovrebbe facilitare l’accesso ai farmaci salvavita dei paesi in via di sviluppo. Dovrebbe essere così favorita la lotta a malattie come la malaria o l’aids.

Salutato dalle industrie farmaceutiche, l’accordo è però criticato da alcune associazioni non governative per le quali le restrizioni poste alla produzione di farmaci generici e alla loro commercializzazione sono ancora troppe.

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