Nanoscienze tra interrogativi e speranze
Il futuro della medicina diagnostica passa attraverso le nanotecnologie, la scienza dell’infinitesimamente piccolo, chiamata a rivoluzionare il XXI secolo.
Lo conferma uno studio realizzato dal Centro per la valutazione delle scelte tecnologiche (TA-SWISS) e presentato lunedì a Berna.
Diagnosi più precoci, precise, rapide: il futuro della medicina preventiva passa attraverso la nanotecnologia, la tecnica dell’inifinitesimamente piccolo, oggetti che si misurano in milionesimi di millimetro.
Le nanoscienze modificheranno radicalmente la medicina classica: si assisterà a progressi importanti per quanto riguarda le diagnosi mediche, che diventeranno più rapide e precise.
Entro il 2020, prevede l’indagine di TA-SWISS, si arriverà a veri e propri miglioramenti a livello diagnostico per le malattie tumorali, cardio-vascolari e per le infezioni virali, mentre a livello terapeutico vi saranno grandi vantaggi soprattutto per le malattie d’origine cancerosa.
Fase embrionale
Lo studio, intitolato “Nanotecnologie in medicina, ha preso in esame l’opinione di oltre 70 esperti internazionali delle discipline mediche più disparate.
Dalla ricerca è emerso che la nanotecnologia è sì assai promettente, ma lascia anche intravedere rischi non indifferenti.
Diagnosi e terapia
Attualmente ci troviamo nella fase embrionale per quanto riguarda la scoperta delle possibili applicazioni di questo tipo di tecnologia, che si occupa di molecole e dei singoli atomi.
Secondo la metà degli esperti interpellati, non è però trascurabile il problema della possibile tossicità delle nanoparticelle. Non è escluso che questi corpuscoli riescano a superare il confine, finora impermeabile, tra cervello e vasi sanguigni.
“Al di là di tutte le innovazioni e dei miglioramenti diagnositici e terapeutici che le nanotecnologie potranno apportare, non vanno però sottostimati i rischi per l’uomo e l’ambente”, ha puntualizzato il direttore di TA-SWISS Sergio Bellucci.
L’infinitesimamente piccolo
Da decenni l’uomo esplora l’immensità senza fine dell’universo e da qualche anno cerca di capire i meccanismi dell’infinitamente piccolo, gli atomi, i mattoni della vita.
La Svizzera è all’avanguardia nell’esplorazione dell’infinitesimamente piccolo, incoraggiando la ricerca con finanziamenti che, per l’anno in corso, ammontano a 33 milioni di franchi.
L’importanza per la Svizzera delle nanoscienze è dimostrata dal Politecnico federale di Zurigo (ETHZ), che l’ha inserita tra i temi di ricerca prioritari, assieme alla tecnologia genetica ed alla scienza dell’informazione e della comunicazione.
La nanotecnologia può, infatti, essere comparata, su diversi punti, alla ricerca genetica, poiché interviene anch’essa nel nucleo dei processi vitali. E come per le biotecnologie e l’energia nucleare, anche le nanoscienze possono generare timori tra la popolazione.
Per evitare la polarizzazione e la paralisi del dibattito sulla ricerca e lo sviluppo delle nanoscienze, il Centro per la valutazione delle scelte tecnologiche (TA-SWISS) propone l’adozione di un certo numero di misure preventive.
Una di queste misure implica la costituzione di una commissione interdisciplinare e indipendente, che segua da vicino i progressi nel campo delle nanotecnologie, valutando di volta in volta le conseguenze di un loro impiego sul piano scientifico e medico, ma anche etico e morale.
swissinfo, Sergio Regazzoni
A partire dal 2020, le nanotecnologie consentiranno diagnosi più precise per le malattie tumorali, cardio-vascolari e per le infezioni virali, mentre a livello terapeutico vi saranno sostanziali miglioramenti soprattutto per le malattie d’origine cancerosa.
Le nanoparticelle potrebbero, ad esempio, servire da minuscole capsule di medicamenti per trasportare sostanze terapeutiche nei luoghi precisi dove devono agire, ottimizzando l’intervento terapeutico ed azzerando gli effetti collaterali che implica invece la farmacologia chimica.
La scienza dell’infinitesimamente piccolo, chiamata a rivoluzionare il XXI secolo, comporta però anche dei potenziali rischi.
Oltre 70 gli esperti internazionali delle discipline mediche più disparate che hanno dato il loro parere sulle nanoscienze per lo studio di TA-SWISS
33 milioni di franchi, l’ammontare del finanziamento pubblico 2003 per la ricerca nell’infinitesimamente piccolo
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