Nella morsa dello smog invernale
Aria pesante a sud delle Alpi. Il persistere del tempo asciutto rafforza la cappa dello smog. E, superati i livelli di guardia, si corre ai ripari.
Nei prossimi giorni sarà illustrata la strategia di lotta all’inquinamento. Mentre in Lombardia la giornata senz’auto ha concesso una tregua.
Secondo l’Agenzia regionale per la prevenzione e la protezione ambientale (ARPA), nelle aree più critiche il calo dell’inquinamento è stato circa del 30%. Un esito accolto con soddisfazione dalla Regione Lombardia, per l’efficacia del provvedimento adottato. Sarà ripetuto domenica 23 gennaio e sarà affiancato, in giorni già stabiliti, dalla circolazione a targhe alterne.
Il blocco del traffico, insomma, ha mostrato la sua utilità. Eppure non tutti sembrano condividere totalmente queste misure. Poiché insufficienti nell’ottica di una politica ambientale vera e propria. Il capogruppo dei Verdi nella Regione Lombardia, Carlo Monguzzi, non ha esitato a criticare i cosiddetti provvedimenti “tampone”.
Il Ticino si prepara alla lotta
E in Ticino? La situazione è particolarmente seria nel Mendrisiotto, dove nei primi tredici giorni dell’anno la soglia di guardia delle polveri fini è stata superata per ben dieci volte. Non si sono ancora toccate le punte registrate negli anni passati (fino a 175 microgrammi per metro cubo), ma non siamo molto lontani.
Il superamento dei limiti non si manifesta in modo così accentuato come nella vicina Lombardia, il fenomeno comunque c’è. E preoccupa. Perché l’impatto delle polveri fini sulla salute è decisamente dannoso. Lo ricorda lo studio svizzero SAPALDIA, che da parecchi anni dimostra le relazioni tra l’inquinamento atmosferico e le malattie respiratorie.
Giovedì prossimo, dunque, il Dipartimento del Territorio illustrerà i contenuti dello studio “Strategia di lotta allo smog invernale a sud delle Alpi”. E presenterà una serie di provvedimenti per contenere le conseguenze dell’inquinamento.
Al di qua e al di là della frontiera
Misure che si sviluppano piuttosto sul medio-lungo termine, secondo gli orientamenti a livello federale. “In base a nostre valutazioni – spiega a swissinfo Luca Colombo, capo dell’Ufficio protezione dell’aria – misure temporanee come, per esempio, il blocco del traffico, in Ticino non avrebbero effetti sensibili sulla qualità dell’aria”.
La situazione italiana è infatti diversa. “Il parco veicoli, la presenza di auto senza catalizzatori e i diesel – osserva Colombo – incidono molto di più sull’inquinamento, in particolare negli agglomerati”.
Inevitabile, quindi, che gli effetti del blocco della circolazione si ripercuotano – seppure temporaneamente e localmente – sul livello dell’inquinamento.
Divisi sulle strategie di lotta contro l’inquinamento, il Dipartimento del Territorio (tramite la Sezione per la protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo) e l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (ARPA) di Como, hanno deciso di avviare una collaborazione nel quadro della Regio Insubrica. “Si tratta innanzitutto – precisa Luca Colombo – di mettere a confronto le rispettive legislazioni e i dati”.
E per tastare il polso all’ambiente, saranno anche effettuate delle verifiche “transfrontaliere”. “Abbiamo infatti deciso – sottolinea il funzionario cantonale – di procedere anche ad una serie di misurazioni a Chiasso e a Ponte Chiasso per quanto riguarda il benzene e le radiazioni non ionizzanti. L’esperimento parte il 17 gennaio”.
Quell’aria che soffoca
Mentre i bollettini sull’inquinamento atmosferico indicano quasi ogni giorno il superamento dei limiti, rimane alta la preoccupazione per la salute. Una breve esposizione alle polveri fini può irritare i polmoni, causare broncocostrizioni, tosse e difficoltà respiratorie.
Significativi i risultati delle ricerche sulle correlazioni tra inquinamento e salute: Lugano e Ginevra sono le città svizzere in cui, a causa delle polveri fini, si registrano le più alti percentuali di bambini con tosse: 19,9% la prima, 22,6% la seconda. A Zurigo e Berna il tasso si aggira attorno al 13%.
Di inquinamento ci si ammala. Di inquinamento si può anche morire. Lo studio MISA-2 condotto nelle 15 città più inquinate d’Italia (circa 9 milioni di abitanti), giunge a risultati allarmanti: a causa degli agenti inquinanti presenti nell’aria, il totale dei morti sul territorio nazionale potrebbero essere oltre 10 mila all’anno.
swissinfo, Françoise Gehring, Bellinzona
Per le polveri fini, i limiti fissati dall’Ordinanza contro l’inquinamento atmosferico (OIAt) sono di 50 µg/m3 per la media giornaliera e 20 µg/m3 per la media annua.
Sono stati introdotti nel 1998 e durante i mesi invernali sono spesso superati su praticamente tutto il territorio cantonale.
9 le stazioni di analisi in Ticino
120 i punti di rilevamento fissi
Smog alle stelle. In Italia si opta per il blocco del traffico e la circolazione delle auto a targhe alterne. In Ticino ci si indirizza piuttosto verso una strategia e medio-lungo termine. E i dettagli saranno illustrati prossimamente.
Avviata, sul fronte dell’inquinamento, una collaborazione tra Ticino e Comasco.
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