Per l’Assicurazione invalidità “molto resta ancora da fare”
La Svizzera deve proseguire sulla strada delle riforme per risanare l'Assicurazione invalidità e migliorare le possibilità di reinserzione nel mondo professionale degli andicappati.
È quanto scaturisce da un rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che ha esaminato i sistemi applicati in Svizzera, Norvegia e Polonia.
La Svizzera deve proseguire nelle riforme dell’Assicurazione invalidità (AI) e in particolare migliorare gli incentivi al lavoro che mette a disposizione degli invalidi, che sono al momento insufficienti.
L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha pubblicato martedì un rapporto che analizza la situazione dell’AI in Svizzera, Norvegia e Polonia. Altri paesi saranno presto messi sotto la sua lente d’ingrandimento, perché secondo l’organizzazione bisogna occuparsi con urgenza della medicalizzazione dei problemi del mercato del lavoro.
Il problema principale constatato nei tre paesi – sottolinea l’OCSE – consiste nel fatto che si compiono troppo pochi sforzi per evitare i trasferimenti del mercato del lavoro verso i regimi di prestazioni AI e per ricondurre i beneficiari verso l’impiego.
Invecchiamento della popolazione
“I risultati delle politiche messe in atto dalla Svizzera sono modesti”, affermano gli esperti. Il numero degli invalidi è cominciato a diminuire due anni fa, dopo un lungo periodo di crescita continua. Tuttavia, questa diminuzione non basterà a provocare un calo del numero dei beneficiari di rendite AI.
La Svizzera per fronteggiare l’invecchiamento progressivo della popolazione dovrà aumentare le riserve future di manodopera, trovando ad esempio il modo di trattenere nel mondo del lavoro le persone che hanno dei problemi di salute.
Una larga parte degli andicappati resta senza lavoro: con un tasso d’impiego del 52%, la Svizzera si classifica però piuttosto bene nella graduatoria degli altri paesi dell’OCSE.
Altro punto negativo che emerge dal rapporto: il valore medio delle rendite d’invalidità è progredito negli ultimi anni, ma parallelamente è anche aumentato il tasso di povertà fra le persone disabili.
Altri sviluppi
Assicurazione invalidità (AI)
Disturbi mentali
Un problema colpisce la Svizzera più che altri Paesi dell’OCSE: la forte crescita delle turbe mentali come causa d’invalidità (più del 40% dei nuovi casi di AI). Quest’evoluzione riflette in parte la “madicalizzazione” crescente dei problemi sociali e del mercato del lavoro, e in parte le imperfezioni della definizione d’invalidità.
La quinta revisione dell’AI, combattuta da un referendum, dovrebbe migliorare la situazione, e fare della Svizzera un paese di punta, ha detto durante la presentazione dello studio Christopher Prinz, esperto dell’OCSE.
Ma la riforma avrebbe “un impatto molto maggiore se coloro che si trovano in contatto con la persona malata (medici, datori di lavoro) fossero obbligati ad agire rapidamente”.
Appello ai datori di lavoro
Sia le assicurazioni, sia i datori di lavoro non affrontano di petto il problema: in particolare i datori di lavoro dovrebbero essere obbligati a partecipare all’elaborazione di un piano di reinserimento dei loro dipendenti assenti da lungo tempo, come viene fatto in diversi paesi dell’OCSE, dotandosi nel contempo di un sistema di sostegno e di accompagnamento dei malati.
Non ripetere gli stessi errori
Inoltre, l’AI dovrebbe garantire un’assistenza alle persone la cui domanda di rendita è stata respinta. Circa il finanziamento dell’AI, alla luce dell’enorme scoperto attuale, un aumento degli introiti è necessario e assolutamente giustificato, sottolineano gli esperti.
Il rapporto dell’OCSE conclude che in passato le autorità non hanno sempre operato le migliori scelte. Tuttavia, “nessuno dei tre paesi esaminati può permettersi di commettere gli stessi errori in futuro: sono in gioco gli interessi dell’economia, ma anche quelli delle persone andicappate”.
swissinfo e agenzie
Nel 2005, l’Assicurazione invalidità ha registrato un disavanzo record di 1,7 miliardi di franchi.
Lo scorso anno, il 5,3% della popolazione attiva beneficiava di una rendita AI, contro il 3,2% del 1990.
Secondo l’OCSE, nel 2004 le spese pubbliche consacrate alla malattia e all’invalidità rappresentavano il 2,4% del prodotto interno lordo dei paesi membri dell’organizzazione.
Nei tre paesi esaminati dall’OCSE – Norvegia, Polonia e Svizzera – questa percentuale è compresa tra il 3 e il 5%.
Nel corso della recente sessione tenutasi a Flims, il Parlamento elvetico ha adottato il progetto di revisione – il quinto – dell’Assicurazione invalidità.
L’obiettivo è di sgravare i conti dell’AI di 596 milioni di franchi in media annua fino al 2025.
Le modifiche permetteranno di riportare in positivo il bilancio dell’assicurazione a partire dal 2009 e di estinguere il suo debito entro il 2024.
Per raggiungere questo risultato, la revisione interviene su due fronti: da un lato la riduzione del 30% del numero di nuove rendite in rapporto al 2003 grazie ad una definizione più ristretta di invalidità, dall’altro la restrizione di alcune prestazioni.
Contro questa revisione, una piccola organizzazione di aiuto agli andicappati ha lanciato in ottobre un referendum, appoggiato anche dai Verdi.
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