Philippe Roch si giustifica per il suo no al grano transgenico
Rifiutando l'autorizzazione per un esperimento all'aperto, il direttore dell'Ufficio dell'ambiente aveva suscitato accese polemiche.
Philippe Roch risponde all’ondata di critiche nei suoi confronti per aver respinto una richiesta di coltura sperimentale all’aperto di grano geneticamente modificato, presentatagli dal Politecnico di Zurigo. Roch giudica esagerata la «campagna» condotta contro l’Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP) da lui diretto.
L’alto funzionario, già direttore del WWF, è stato accusato di essere un fondamentalista e oppositore all’ingegneria genetica per principio. Contro di lui si sono schierati politici borghesi, rappresentanti dell’industria interessata e scienziati, compreso il premio Nobel per la medicina 1996 Rolf Zinkernagel, che in una intervista alla «SonntagsZeitung» di domenica scorsa ha rimproverato a Roch di aver preso una decisione «prettamente politica» e di «disinformare la popolazione».
Sono i politici che pretendono un alto grado di sicurezza
In una intervista pubblicata mercoledì dalla «Solothurner Zeitung» il direttore dell’UFAFP si difende: «I politici non possono esigere un alto grado di sicurezza biologica e poi, quando l’ufficio competente applica le loro raccomandazioni, accusarmi di fondamentalismo».
Adottando quale prima camera la legge sull’ingegneria genetica (Gen-lex), il Consiglio degli Stati ha «chiaramente stabilito che organismi contenenti geni resistenti agli antibiotici non dovrebbero finire nella natura», afferma Roch. Il Consiglio nazionale – aggiunge – è andato nella stessa direzione esaminando diverse mozioni.
Auspicabile il riesame di un’autorità indipendente
Il rifiuto dell’esperimento del Politecnico si fonda su informazioni solide ed è stato preceduto da una ponderata riflessione: «Sono convinto di aver preso la decisione giusta», afferma ancora il direttore dell’UFAFP. Roch sarebbe tuttavia «contento» se un’autorità indipendente riesaminasse la sua decisione. Se «è cosi cattiva, come i critici ora sostengono, costoro non avranno alcuna difficoltà ad ottenere ragione dal Dipartimento o più tardi dal tribunale federale».
Roch potrebbe immaginarsi che, in futuro, questo genere di decisioni non tocchi più al solo UFAFP, ma a diversi uffici federali insieme. Egli non ha dunque nulla da obiettare a che il ministro dell’ambiente Moritz Leuenberger riesamini la sua competenza di autorizzazione.
Il 20 novembre l’UFAFP aveva respinto la richiesta del Politecnico federale di Zurigo per una coltura «in campo» di grano transgenico, contenente la proteina virale KP4 (detta proteina killer). L’obiettivo dell’esperimento era di esaminare, in condizioni normali, la resistenza del cereale al fungo che causa la «carie del frumento». Tre giorni più tardi, cinque dei sedici membri della Commissione federale per la sicurezza biologica (CFSB), tra cui il presidente Riccardo Wittek e la vicepresidente Geneviève Défago, avevano annunciato le dimissioni, non essendo d’accordo con la decisione.
swissinfo e agenzie
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