Poche misure per la biodiversità
Secondo la Svizzera alcuni progressi sono stati fatti alla conferenza internazionale sulla biodiversità conclusasi in Brasile. Poche però le misure adottate.
Gli incontri, durati 10 giorni, volevano ottenere impegni concreti da parte dei paesi che hanno sottoscritto la convenzione sulla biodiversità del 1992, che mira a ridurre le minacce alle specie animali e vegetali entro il 2010.
L’ottava conferenza mondiale del Cops, l’organismo dell’Onu che si occupa della biodiversità, è terminata mercoledì in Brasile senza risultati significativi.
Il tema della biodiversità acquista comunque importanza a livello globale, secondo Bruno Oberle, direttore dell’Ufficio federale dell’ambiente, che non ritiene che la conferenza sia stata inutile.
Grazie anche all’impegno della Svizzera, ha detto Oberle a swissinfo, alcuni punti riguardanti la biosicurezza sono stati fatti avanzare: “È stato deciso di etichettare i mangimi e le derrate geneticamente modificate quando vengono trasportate da un paese all’altro”, ha spiegato.
Gli incontri di Curitiba si sono anche focalizzati sulla valorizzazione delle risorse genetiche e sulla ricerca di fondi perché i paesi in via di sviluppo possano mettere in pratica la convenzione sulla biodiversità.
Oberle ha ammesso che non sono stati grandi i progressi su alcuni temi chiave, come un approccio sostenibile nei confronti delle risorse genetiche delle varie specie e la ripartizione giusta ed equilibrata dei benefici tratti dalla biodiversità.
Ad esempio non è stato trovato un accordo sull’obbligo delle multinazionali di informare o compensare una nazione di cui sfruttano piante rare per studiare o utilizzare le loro risorse genetiche.
Quali strumenti pratici?
“Anche se si tratta di un principio riconosciuto da tutti gli stati firmatari – precisa Oberle – dobbiamo ancora trovare un accordo sulle modalità e sui meccanismi da utilizzare per attuare la distribuzione dei benefici”.
“Naturalmente vi sono opinioni contrastanti su come realizzare questo punto, specialmente in quale cornice temporale. Secondo la Svizzera, nella forma attuale vi sono formulazioni imprecise”, spiega Oberle.
“Per esempio una ‘risorsa genetica’ non è definita chiaramente. È il genoma, la pianta o qualcos’altro?”
Il rappresentante della Svizzera alla conferenza internazionale ha accolto positivamente l’annuncio del presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva che il Brasile metterà sotto speciale protezione un’area grande 500’000 ettari di foresta amazzonica.
Mari protetti
Un altro risultato positivo della conferenza, secondo Oberle, è stato il patto globale tra le nazioni insulari del Pacifico e dei Carabi. Le isole hanno deciso di aumentare la protezione delle coste e dei fondali.
“La creazione di zone protette terrestri è stato uno dei più grandi successi nella storia della protezione dell’ambiente”, ha dichiarato il segretario della convenzione ONU per la biodiversità, Ahmed Djoghlaf. Lo sviluppo di zone marine protette invece è in ritardo.
Semi “Terminator”
Nessuna decisione nemmeno sulla questione della tecnologia terminator: alcune piante sono a tal punto modificate geneticamente che non producono quasi più semi. I contadini sono dunque costretti ad acquistare ogni anno semenze nuove.
Ma su questo punto la Svizzera ha rifiutato, come voleva la maggioranza degli stati, che la conferenza vieti la ricerca: “Vogliamo che la ricerca resti libera”, ha detto in proposito Bruno Oberle.
swissinfo, Dale Bechtel
traduzione e adattamento, Raffaella Rossello
Sono più di 27 mila le specie vegetali ed animali che spariscono dal pianeta ogni anno.
La base per la protezione della biodiversità (Convenzione) fu gettata a Rio de Janeiro nel 1992.
10 anni dopo al vertice di Johannesburg i capi di stato decisero che entro il 2010 avrebbero ridotto le minacce alla biodiversità. Ma non adottarono misure concrete.
Nel 2004, durante una conferenza mondiale dell’ONU fu approvato un piano d’azione per proteggere la ricchezza del mondo vegetale e animale.
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