Politici divisi sulla depenalizzazione della canapa
I deputati del parlamento hanno rifiutato l’entrata in materia sul progetto di depenalizzare il consumo di canapa.
Battaglia vinta per gli oppositori alla depenalizzazione della cannabis. Il vice direttore dell’ISPA è costernato per la loro mancanza di coraggio.
Con 96 voti contro 89 e 4 astenuti, il Consiglio nazionale ha rifiutato giovedì di entrare in materia sul progetto di revisione della legge sugli stupefacenti che prevede di depenalizzare il consumo di canapa.
Il presidente della Confederazione aveva lanciato un appello per una politica più realista in materia di stupefacenti. Invano.
La revisione legislativa ha profondamente diviso la Camera del Popolo. UDC, liberali, evangelici e gran parte del PPD, accompagnati da qualche radicale, si sono pronunciati contro l’entrata in materia, sostenuta invece dallo schieramento rosso-verde e dalla maggioranza dei deputati radicali.
La decisione del Nazionale non segue quella presa dal Consiglio degli Stati, che nel dicembre del 2001 si era pronunciato per la depenalizzazione del consumo delle droghe leggere.
L’Istituto di prevenzione dell’alcolismo e altre tossicomanie (ISPA) raccomanda la depenalizzazione del consumo di canapa, senza però banalizzare la problematica. swissinfo vi propone la reazione del suo vice-direttore Michel Gras.
swissinfo – Qual è la sua prima reazione alla decisione del Consiglio nazionale di non entrare in materia sulla depenalizzazione dello spinello?
Michel Gras – Sono costernato dalla mancanza di coraggio politico che si è manifestata ancora una volta in quest’occasione. Il rifiuto d’entrare in materia dimostra che i politici non sono a loro agio nel trattare un tema di salute pubblica. Mischiano i valori morali che hanno diritto a difendere con gli interessi della salute pubblica che dovrebbero pure difendere.
Questo comporta che i consumatori continuano ad essere considerati come dei criminali e, quindi, sanciti dalla giustizia.
L’ISPA considera invece i consumatori di droghe leggere come dei soggetti a rischio, soprattutto quando si tratta di giovani. Per questa ragione il nostro obiettivo è il dialogo.
swissinfo – Le ragioni invocate dai parlamentari per non entrare in materia sulla revisione della legge sono di carattere politico e legate alle prossime elezioni federali, oppure corrispondono ad un cambiamento della percezione dell’opinione pubblica?
M. G. – Penso che entrambe le constatazioni siano valide. Da una parte v’è indubbiamente l’aspetto legato alla tattica elettoralistica: il parlamento non vuole prendere posizione prima delle elezioni del 19 ottobre su un tematica così complessa e che suscita posizione tanto contrapposte.
Proprio la complessità del tema non ha consentito agli specialisti di spiegare il significato fondamentale della depenalizzazione del consumo di droghe leggere.
Nessun politico desidera veder generalizzato il fumo di cannabis. Ma la realtà indica che, con o senza divieti di legge, una proporzione consistente della popolazione continua ad usare droghe leggere.
Gli operatori del sistema sanitario nazionale come me desiderano che queste persone siano accompagnate ed informate, prima che il loro consumo divenga problematico e che diventino, effettivamente, dei criminali.
swissinfo – Abbiamo l’impressione che vi sia un ritorno alle argomentazioni prevalenti negli anni Ottanta. Perché?
M. G. – I grandi miti sul consumo di cannabis sembrano avere vita dura. Questo ritorno al passato è però difficile da spiegare.
C’è certamente un aspetto revanscista attorno all’iniziativa “Gioventù senza droga”, respinta dal popolo nel 1997.
Da un’altro lato nuovi studi seminano il dubbio sulla reale tossicità della canapa oggigiorno.
Anche in questo caso si mischiano però l’aumento del tasso di sostanza attiva THC, che produce un certo numero di conseguenze psichiche e la tossicità del prodotto, che non è associata al tasso di THC.
Queste considerazioni scientifiche non sono state prese in considerazione. Ho perciò l’impressione che si gridi “al lupo” perché non si capisce la materia.
swissinfo – I mass media hanno d’altronde dato spazio agli studi che contraddicono la relativa innocuità della canapa.
M. G. – In questi ultimi mesi se ne sono sentite e lette di tutti i colori, ma ci si è dimenticati di dire che la maggior parte dei consumatori episodici di canapa non subiscono conseguenze negative dal loro comportamento.
Si è fatta confusione amalgamando il consumo occasionale di giovani ed adulti con il consumo regolare, cronico, che è in ogni caso pericoloso quale sia l’età del consumatore.
swissinfo – L’ISPA continuerà dunque le sue campagne d’informazione?
M. G. – Sì, ancora più che finora. Siamo pionieri nello specifico e continueremo ad informare nel modo più obiettivo possibile, senza occultare i punti sui quali non ci sono ancora certezze scientifiche.
Quello che ci preoccupa maggiormente è comunque la prevenzione e la sensibilizzazione dei genitori e degli attori sociali. Devono capire che non è trascinando il dibattito che la situazione si risolve.
Attualmente regna inoltre un vuoto estremamente grave, nessuno sa di quale legge si parli. Gli oppositori respingono il dibattito pretendendo maggiori chiarimenti. Ma il dibattito si degrada sempre più. Il mondo politico si dimostra perciò incoerente nel non osare definire delle posizioni.
Il lavoro degli educatori e della prevenzione deve essere, quale sia la legge, di ricordare che il consumo di cannabis non è auspicabile e deve rimanere il più possibile episodico.
swissinfo, Anne Rubin
(Traduzione: Sergio Regazzoni)
Consumo di cannabis e disposizioni di legge nei Paesi dell’Unione Europea (Fonte: European legal database on drugs).
Finlandia, Svezia, Francia, Grecia e Lussemburgo reprimono il consumo di droghe leggere.
Negli altri dieci Paesi dell’UE, il consumo personale è generalmente depenalizzato, con differenze tra i Paesi per quantità e tasso di THC.
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