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Prima pillola amara per la medicina dolce

Medicina alternativa, il Nazionale boccia l'iniziativa popolare Keystone

Omeopatia e fitoterapia non devono gravare sull'assicurazione di base. Il Nazionale ha dunque respinto l'iniziativa popolare "Sì alla medicina complementare".

Il no è stato principalmente motivato da ragioni finanziarie. Le cure alternative saranno dunque coperte dall’assicurazione complementare.

La Camera bassa del parlamento, con 93 voti contro 78 e 6 astenuti, mercoledi ha dunque respinto l’iniziativa popolare “Sì alla medicina complementare”. Per la maggioranza dei parlamentari i trattamenti omeopatici e la fitoterapia non devono gravare l’assicurazione malattia di base.

Il testo chiede che le medicine complementari siano integrate nel catalogo delle prestazioni rimborsate obbligatoriamente dalle casse. Vuole essere una risposta alla decisione presa nel mese di giugno del 2005 da Pascal Couchepin, che ha deciso di sopprimere dalla lista delle prestazioni i prodotti omeopatici, la fitoterapia, la terapia naturale, la medicina antroposofica e quella tradizionale cinese.

Due visioni a confronto

Intervenendo nel dibattito, il deputato liberale radicale (PLR) Ignazio Cassis ha detto che l’iniziativa va troppo lontano, ricordando che certe prestazioni della medicina complementare sono comunque rimborsate dalle casse malattia. La democristiana (PPD) Chiara Simoneschi ha invece sostenuto l’iniziativa, sottolineando che la medicina alternativa non vuole sostituirsi a quella tradizionale, ma fungere da complemento.

Dal canto suo, il ministro della sanità Pascal Couchepin, dopo aver ricordato che nessuno contesta che le erbe o le piante possano essere benefiche, ha sottolineato che il problema in discussione non è dogmatico, ma pratico. Non si tratta dunque di giudicare questi metodi, ma di decidere se vanno presi a carico. “Accogliendo l’iniziativa, troppo vaga e pericolosa per il nostro sistema, rischiamo di andare verso un collasso finanziario”, ha aggiunto Couchepin.

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Le cure “dolci” in piena espansione

La maggioranza degli oratori ha sottolineato gli aspetti positivi della medicina dolce, i cui trattamenti sono in piena espansione, come confermato da Yves Guisan (PLR) a nome della commissione. Le cifre, del resto, sono eloquenti: le cure alternative, peraltro molto apprezzate dalla popolazione, sono praticate da circa 3 mila medici e da numerosi naturopati (tra 15 mila a 20 mila)

La sinistra, favorevole all’iniziativa, ha denunciato quello che ha definito uno smantellamento dell’assicurazione malattia sociale a profitto di un’assicurazione lucrativa. Secondo la sinistra le cure alternative rappresentano un complemento prezioso alla medicina allopatica classica, specialmente nel campo del trattamento delle malattie croniche, per i bambini e le donne incinte.

Trattamenti, secondo Luc Recordon (Verdi), che rispondono anche a criteri di economicità: le cinque medicine escluse, “senza ragioni valide”, rappresenterebbero secondo il deputato lo 0,134% delle spese dell’assicurazione di base, ossia circa 25 milioni all’anno.

Questioni di interpretazione

La presa a carico della medicina complementare deve essere regolamentata dalla legge, e non ancorata nella Costituzione federale, ha precisato Hansjörg Hassler (UDC – destra nazional-conservatrice). Il testo prevede infatti che “la Confederazione e i cantoni provvedono, nei limiti delle loro rispettive competenze, alla presa a carico completa delle medicine complementari”. Per i detrattori ciò significa, concretamente, che in Svizzera dovrebbero così essere rimborsati circa 200 trattamenti alternativi.

Il peso dei costi è stato del resto l’argomento forte usato dal consigliere federale Pascal Couchepin per combattere l’iniziativa. Non si tratta di stabilire chi è a favore della medicina dolce, o chi è contrario, ma si tratta di capire e di decidere se debba essere coperta dall’assicurazione di base. La maggioranza della Camera del popolo gli ha dato ragione.

swissinfo e agenzie

Nel 2005 gli omeopati in Svizzera erano circa 270
Gli specialisti in medicina tradizionale cinese sono tra 300 a 400
250 i fitoterapeuti
150 medici antroposofici

Il comitato promotore dell’iniziativa popolare “Sì alla medicina complementare”, respinta mercoledì dal Consiglio nazionale, ha criticato il divario tra la Camera del popolo e l’opinione dei cittadini. Stando ai sondaggi, la maggioranza della popolazione sarebbe infatti favorevole alla medicina alternativa.

Il comitato fa notare che secondo un’inchiesta dell’associazione degli assicuratori malattia svizzeri santésuisse, l’82% della popolazione vorrebbe che la medicina complementare fosse rimborsata completamente dalle casse malattia.

In base a un sondaggio dell’istituto Demoscope, il 69% degli aventi diritto di voto accetterebbe l’iniziativa.

Il comitato ha anche sottolineato come sia inquitante l’alto numero di argomenti falsi e parziali espressi in Consiglio nazionale.

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