Quando misurare il tempo diventa un’arte
L'industria orologiera elvetica scoppia di salute: in una piccola area geografica, convivono proficuamente grandi multinazionali e atelier specializzati.
La prima Giornata del patrimonio orologiero mira a far conoscere il capitale tecnologico, architettonico e culturale di La Chaux-de-Fonds e Le Locle, culle di questo settore industriale e candidate al patrimonio mondiale dell’UNESCO.
L’atelier di Jean-Pierre Mauerhofer è piccolo; con lui nella stanza vi sono soltanto tre collaboratrici, mentre sulla soglia un cane osserva compiaciuto l’attività. Si opera in silenzio e con grande concentrazione. Jean-Pierre si occupa di incisioni e incastonature su oggetti di pregio, tra cui appunto gli orologi. Un’opera da certosino, eseguita in buona parte con strumenti tradizionali come pinze e speciali scalpelli. L’artigiano ci mostra ciò di cui si sta occupando al momento: la delicata aggiunta di decorazioni e di alcune scritte – tra cui il celebre «swiss made» – a un orologio di platino.
«Il successo dell’orologeria svizzera è legato a fattori diversi» spiega Jean-Pierre Mauerhofer, dell’atelier AGS di La Chaux-de-Fonds: «Da un lato il marchio di provenienza elvetico che costituisce da sempre un elemento ricercato; secondariamente, vi è il fatto di essere riusciti a mantenere e tramandare conoscenze e mestieri specializzati. Ciò rappresenta un vero e proprio capitale che, attualmente, ritrova la sua espressione nell’orologeria di lusso».
Sabato 3 novembre, molte persone avranno il privilegio di visitare il laboratorio di Jean-Pierre Mauerhofer: la sua azienda, insieme a una quindicina d’altre, ha infatti aderito alla prima Giornata del patrimonio orologiero, manifestazione organizzata congiuntamente dalle città di Le Locle e La Chaux-de-Fonds, situate nel cantone di Neuchâtel, culla dell’orologeria svizzera.
Da sempre presenti
«Quando ci sono iniziative simili, noi partecipiamo sempre: vogliamo sottolineare l’importante legame con questa regione, in cui siamo presenti dal 1853 », ribadisce Maria Ahnebrink, portavoce di Tissot.
«Anche se durante questi anni siamo diventati una multinazionale con oltre 16’000 punti di vendita in tutto il mondo, la nostra base e le nostre radici sono sempre rimasti qui a Le Locle».
Capitale presente e futuro
L’iniziativa vuole sostenere la candidatura di Le Locle e La Chaux-de-Fonds per il loro inserimento nel patrimonio mondiale dell’UNESCO. In particolare, si vuole attirare l’attenzione sulla ricchezza architettonica e tecnologica generata dall’industria orologiera.
«Ci siamo resi conto che questo patrimonio è ancora relativamente poco conosciuto, persino dalla popolazione locale», spiega Jean-Daniel Jeanneret, responsabile del progetto. Oltre a illustrare quanto già esiste, aggiunge, «vogliamo sottolineare come il know-how e le strutture presenti nella regione costituiscano effettivamente una testimonianza del passato e nel contempo permettano di guardare al futuro con fiducia».
Una fiducia dettata anche dal fatto che negli ultimi anni l’industria orologiera elvetica ha saputo risollevare le proprie sorti, dopo la crisi legata al successo degli orologi al quarzo provenienti dall’Asia attorno agli anni Ottanta.
Il rilancio è avvenuto, in un primo tempo, grazie alla produzione di massa – segnatamente quella di Swatch – e poi grazie alla ripresa del settore della produzione di lusso. Quest’ultimo fattore, in particolare, permette ai piccoli atelier come quello di Jean-Pierre Mauerhofer di collaborare con le grandi aziende situate nella medesima area geografica.
Il tocco di classe
«Buona parte della produzione di orologi è oggi effettuata in fabbrica, con l’ausilio dei macchinari; tuttavia, anche i piccoli artigiani riescono ad inserirsi in questo processo, soprattutto per quanto concerne l’orologeria di lusso», spiega Jean-Pierre Mauerhofer.
Concretamente, sottolinea, «per gli oggetti di alta qualità, il fatto che una parte della lavorazione sia effettuata a mano da uno specialista costituisce un valore aggiunto. Questa caratteristica è utilizzata per pubblicizzare il prodotto stesso».
I tempi sono cambiati, dunque, ma non necessariamente in senso negativo: «Attualmente, non è immaginabile che un artigiano riesca ad occuparsi dell’intera produzione di un orologio: non possiamo competere con le grandi aziende. Ciononostante abbiamo saputo trovare una forma di collaborazione proficua: noi ci occupiamo principalmente di decorare l’orologio, di fornire quel tocco di classe che lo rende unico».
swissinfo, Andrea Clementi, La Chaux-de-Fonds
Nei primi nove mesi del 2007, le esportazioni totali del settore orologiero svizzero hanno superato gli undici miliardi di franchi (+15,2% rispetto all’anno precedente).
Rispetto al minimo storico del 1987, il settore ha guadagnato 15’000 posti di lavoro: nella prima metà del 2007, quasi 45’000 persone risultavano attive nell’orologeria.
In Svizzera, circa 600 imprese operano nel settore orologiero.
L’orologeria è un’attività presente prevalentemente nell’arco giurassiano, che si estende da Ginevra a Basilea. In quest’area si concentrano più del 90% degli effettivi e delle aziende.
Con il 30% circa degli impieghi, Neuchâtel è il cantone svizzero con il maggior numero di lavoratori attivi in questo settore.
«La Chaux-de-Fonds/Le Locle, urbanisme horloger» è la denominazione della candidatura al Patrimonio mondiale dell’UNESCO. Sostenute dall’Ufficio federale della cultura, le due località svizzere hanno organizzato per sabato 3 novembre 2007 la prima Giornata del patrimonio orologiero, allo scopo di valorizzare lo sviluppo tecnologico e urbanistico della regione.
Oltre una quindicina di aziende orologiere di La-Chaux-de-Fonds e Le Locle partecipano all’iniziativa, rendendo accessibili al pubblico i loro laboratori e le loro fabbriche. Il programma include inoltre visite ai musei e proiezione di film storici sull’orologeria neocastellana.
Le due città prevono di consegnare la documentazione di candidatura entro la fine del 2007. La decisione circa la loro iscrizione dovrebbe poi essere presa dal Comitato del Patrimonio mondiale in occasione della sua sessione estiva del 2009.
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