Risorse idriche, la Svizzera offre il proprio contributo
All'avanguardia in questo settore, la Svizzera intende approfittare della 17esima settimana mondiale dell'acqua di Stoccolma per condividere le sue esperienze.
Circa 2500 esperti provenienti da 140 paesi sono riuniti per affrontare, tra gli altri, i problemi del riscaldamento climatico, dei biocarburanti e delle installazioni sanitarie.
A Stoccolma è attualmente in corso la 17esima edizione della Settimana mondiale dell’acqua: questa manifestazione costituisce per la Svizzera un’importante occasione in cui far conoscere le proprie idee e sviluppare la rete di contatti. All’avanguardia in questo settore, il Paese intende presentare al plenum le esperienze effettuate.
Al congresso annuale, che terminerà domenica, partecipano oltre 2500 esperti attivi nel settore idrico provenienti da tutto il globo e da diversi ambiti professionali (agenzie ONU, università, organizzazioni non governative, ambienti economici). Tra i temi affrontati figurano il riscaldamento climatico, i biocarburanti e le installazioni sanitarie.
La Svizzera sarà rappresentata in Svezia da due membri della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) e da un’esperta dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM).
Prevenire è meglio che curare
“Il nostro è un piccolo Paese, ma fa parte delle dieci nazioni che hanno più influenza per quanto concerne l’acqua”, sottolinea Sybille Vermont, collaboratrice scientifica alla Divisione degli affari internazionali dell’UFAM.
“Questa particolare situazione”, spiega l’esperta, “risulta dal fatto che la Svizzera ha saputo trarre insegnamento dagli errori commessi nel passato, dotandosi di una legislazione all’avanguardia”. Tuttavia, è sempre meglio agire per tempo invece di dover correre ai ripari, ciò che risulta sempre assai dispensioso. È questo uno dei principali messaggi che la delegazione elvetica tenterà di far passare a Stoccolma.
È dello stesso avviso Christian Zerbrügg, ricercatore attivo presso l’Istituto svizzero della scienza e della tecnologia idriche, il quale rileva che l’acqua e i problemi connessi spesso non sono sono considerati come un problema maggiore. A tal proposito, auspica Zerbrügg, l’Anno internazionale dell’igiene previsto per il 2008 sarà un’occasione propizia per situare in primo piano tale importante tematica.
Tra gli altri argomenti sviluppati dagli esperti svizzeri figura inoltre la gestione dell’acqua nel settore agricolo, un tema “di capitale importanza ma non ancora abbastanza considerato”, commenta Sybille Vermont.
Prevenire è meglio che curare
L’esperta dell’UFAM ha inoltre sottolineato l’importanza di collaborare con il settore privato in materia di sviluppo sostenibile: “l’economia privata é realmente interessata da queste importanti tematiche, dal momento che ne vede le ripercussioni concrete, ciò che va ben oltre una semplice operazione di pubbliche relazioni”.
Da ultimo, la Svizzera ritiene fondamentale che l’ONU si doti di un processo nell’ambito del quale il tema dell’acqua sia affrontato a scadenze regolari, come già avviene per quanto concerne le foreste.
L’insieme di tali sforzi va considerato anche nell’ottica del settimo Obiettivo del millennio, che mira al dimezzamento – entro il 2015 – del numero di persone senza accesso all’acqua potabile o a un sistema sanitario di base.
swissinfo e agenzie
L’acqua sta diventando un bene sempre più prezioso e raro. Infatti, oltre un milione di persone non dispone di acqua potabile a sufficienza. In alcune regioni l’accesso alle risorse è oggetto di aspre contese e potrebbe persino condurre a conflitti armati.
Secondo l’Unicef (fondo delle Nazioni unite per l’infanzia), ogni giorno nel mondo muoiono 4500 bambini e 1500 adulti per avere bevuto acqua non potabile. Inoltre, 400 milioni di bambini soffrono per la carenza di acqua potabile e a causa dell’ingiene insufficiente; una persona su sei non ha accesso all’acqua potabile.
Secondo l’organizzazione mondiale della sanità, ogni persona dovrebbe poter utilizzare quotidianamente 100 litri d’acqua. Tuttavia, circa 1,3 miliardi di individui possono disporre soltanto di un quantitivo molto minore.
Le economie domestiche utilizzano circa l’8% delle risorse idriche, l’agricoltura quasi il 70%.
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