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Sans-papiers: il Consiglio federale conferma le posizioni

Le dimostrazioni, prima nella Svizzera romanda e poi in quella tedesca, non hanno fatto cambiare opinione al governo Keystone

Il consiglio federale non intende cedere alle pressioni di una minoranza sul problema dei sans-papiers: non ci sarà la sanatoria.

Dopo aver più volte ribadito la propria opposizione all’adozione di una sanatoria collettiva degli illegali presenti sul suolo svizzero, il governo ha oggi respinto una serie di proposte parlamentari.

Il «niet» del Consiglio federale riguarda quattro proposte: l’adozione di contingenti speciali, la moratoria sui rimpatri, l’accettazione temporanea dei casi difficili e l’organizzazione di una tavola rotonda. Secondo il governo, l’attuale legislazione lascia sufficiente margine di manovra per esaminare i casi personali difficili.

Dall’estate di quest’anno i cantoni hanno trasmesso circa 300 domande di regolarizzazione dei clandestini alla Confederazione, ha spiegato alla stampa il direttore dell’Ufficio federale degli stranieri, Eduard Gnesa. Centosedici richieste sono state accettate, 94 respinte, mentre altre sono ancora in sospeso.

I criteri per determinare i casi umani difficili potrebbero presto essere modificati e prevedere di prendere in considerazione il grado di integrazione e la durata del soggiorno in Svizzera, ha precisato la consigliera federale Ruth Metzler. I cantoni dovranno dare il loro parere sulla questione entro la fine del mese. Lo scopo è unificare le pratiche in tutto il territorio della Confederazione.

Nonostante le nuove occupazioni di chiese – con il benestare delle autorità religiose – ed edifici pubblici, il governo non intende mollare: una sanatoria collettiva degli irregolari non permetterà di limitarne, in modo efficace e duraturo, il loro numero in Svizzera. A tal proposito sono state citate le esperienze fatte in altri paesi europei.

Una regolarizzazione collettiva violerebbe inoltre il principio dell’uguaglianza di trattamento nei confronti di altri stranieri. Per analoghi motivi il Consiglio federale rifiuta pure di ammorbidire, per un anno, le condizioni richieste per riconoscere i casi difficili, come proposto dalla consigliera nazionale Doris Leuthard (PPD/AG).

Questa proposta equivarrebbe a un’»amnistia di durata limitata», prosegue il governo. L’uguaglianza di trattamento implica invece che la nozione di «casi difficili» sia sempre interpretata allo stesso modo. Inoltre, per essere coerenti e non svantaggiare gli stranieri in possesso di un permesso di soggiorno temporaneo, l’amnistia dovrebbe essere applicata anche a loro, sottolinea il governo.

No ai contingenti speciali

Il Consiglio federale respinge pure la proposta avanzata dal gruppo socialista ossia di creare un contingente speciale per i sans-papiers. Se tale pratica fosse estesa ai clandestini -prosegue – la politica migratoria perderebbe totalmente di credibilità e di coerenza.

Il numero degli stranieri in situazione di illegalità non è quantificato. Sarebbe quindi impensabile fissare il contingente in modo obiettivo. Oltretutto, argomenta l’esecutivo, limitando il numero di autorizzazioni concesse per i casi difficili, bisognerebbe espellere le persone la cui situazione fosse esaminata dopo l’esaurimento del contingente.

No a tavola rotonda

Infine, secondo il Consiglio federale, non è necessario riunire autorità federali, cantonali, specialisti e difensori dei sans- papiers attorno a una tavola rotonda. La proposta era stata avanzata dalla consigliera nazionale Regine Aeppli (PS/ZH).

Secondo il governo, infatti, i lavori effettuati dalla Commissione federale degli stranieri (CFS) e da quella dei rifugiati sono sufficienti per elaborare proposte e scambiare informazioni con i gruppi interessati. Il Consiglio federale sottolinea che la CFS, analogamente ai cantoni, si oppone alla sanatoria collettiva degli illegali.

swissinfo e agenzie

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