Starmus V, un gioiello passato troppo inosservato
L'interesse degli appassionati non è diminuito durante Starmus V, ma il festival ha avuto difficoltà a trovare un pubblico più vasto. Gli organizzatori si rammaricano del poco sostegno della Svizzera.
Anche quest’anno, il programma di Starmus avrebbe fatto impallidire qualunque organizzatore di concerti o eventi accademici. A Zurigo, la scorsa settimana, erano presenti una decina di premi Nobel, tre generazioni di astronauti europei e statunitensi (tra cui gli eroi di Apollo), alcuni cosmonauti russi, una bella selezione di glorie del rock, un’orchestra e un compositore già premiato con l’Oscar.
Per una settimana, è stata ricordata e rivisitata la corsa alla Luna (di cui si celebrano quest’anno i 50 anni) e sono state esplorate le prospettive di future missioni spaziali (ancora sul nostro satellite, ma anche su Marte e oltre).
I visitatori hanno inoltre potuto fare un bel giro di orizzonti su quello che si sta facendo nell’ambito della ricerca scientifica, dallo studio delle strutture elementari della materia fino all’esplorazione dei meandri del nostro cervello. Senza dimenticare la musica, sempre di qualità.
Solo 200 visitatori svizzeri
Tuttavia, questo sfilare di menti brillanti e talenti ha avuto luogo davanti a solo circa 1’500 persone, tra i quali diversi invitati, VIP e altri tesserati. “Durante l’ultima edizione in Norvegia a Trondheim sono stati 1’700 i norvegesi presenti, ma a Zurigo sono stati solamente 200 i partecipanti svizzeri. È arrivata più gente dagli Stati Uniti che dalla Svizzera”, si rammarica il patron di Starmus, Garik Israelien.
Il prezzo dei biglietti (900 euro per i sei giorni, ma il festival ha deciso all’ultimo momento di vendere anche le entrate per i singoli giorni) è stata probabilmente una delle ragioni per questa disaffezione, ma non l’unica. Gli organizzatori parlano di un’assenza di sostegno da parte delle imprese svizzere (con l’eccezione di Omega, l’orologio degli astronauti), ma soprattutto del mondo accademico e politico elvetico.
Soppesando le proprie parole, Israelien stima sia “un peccato” che nessun rappresentante ufficiale svizzero non sia venuto a Starmus per dire qualche parola all’apertura del festival, quando il presidente dell’Armenia Armen Sarkissan (che ha invitato la prossima edizione del festival nel suo paese) e il Commissario europea per la ricerca, l’innovazione e la scienza Carlos Moedas erano presenti.
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