“Sono per l’adesione all’UE”
La ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey vuole impegnarsi per l'entrata della Svizzera nell'UE, e continuerà sulla strada della trasparenza in diplomazia.
Importante per la Consigliera federale che la Svizzera in politica estera prenda una posizione chiara.
“Sono in favore dell’entrata della Svizzera nell’Unione Europea”. Parole chiare quelle di Micheline Calmy-Rey alla tradizionale conferenza stampa sui suoi primi cento giorni in Consiglio federale.
Uno dei punti su cui la responsabile del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) intende focalizzarsi è proprio l’intensificazione delle relazioni bilaterali con l’Unione europea.
La Svizzera potrà in questo modo preparare il terreno per un’adesione all’Ue, perché l’allargamento a est è una grande sfida anche per la Confederazione. “Diventa sempre più difficile far valere gli interessi della Svizzera. Il suo spazio di manovra si restringe sempre di più,” ha dichiarato.
Per la Consigliera federale è dunque chiaro che la Svizzera non può più accontentarsi del ruolo di spettatrice.
Dopo la votazione popolare che ha respinto l’adesione della Svizzera allo Spazio economico europeo nel dicembre 1992, le trattative per l’adesione sono state sospese. Ma possono essere riattivate in qualunque momento.
Il politologo Hans Hirter, dell’università di Berna, intervistato da swissinfo condivide l’opinione espressa da Calmy-Rey secondo cui il Consiglio federale nella prossima legislatura dovrà nuovamente affrontare la questione dell’adesione.
Diplomazia aperta e trasparente
Per la responsabile del DFAE la conferenza stampa non è stata naturalmente solo l’occasione di spiegare le sue priorità ma anche il suo modo di fare politica.
Appena entrata in carica, è stata confrontata con il problema della crisi irachena. Ha dovuto così contemporaneamente fare pratica, reagire e decidere la posizione della Svizzera, ha spiegato la ministra. «Ho superato la prova del fuoco e ne sono molto orgogliosa», ha affermato.
Le priorità della Calmy-Rey sono la visibilità e la coerenza. Diplomazia pubblica significa fra l’altro sostituire la discrezione che caratterizza le trattative su accordi di stato con una comunicazione trasparente.
In questo modo si può esercitare pressione sui negoziatori, ha sottolineato la ministra degli esteri. Nel far politica si è sempre al centro dell’attenzione e – come nel caso delle Conferenze umanitarie di Ginevra – costantemente esposti alle critiche.
I vertici, tenutesi in febbraio e aprile, non avrebbero però mai avuto luogo se non ci fosse stato un annuncio pubblico, ha evidenziato.
La ginevrina, criticata apertamente per il suo stile giudicato a volte troppo intraprendente, vede invece di buon occhio il dibattito pubblico sul suo operato.
“Ciò dimostra un interesse da parte degli svizzeri”, ha dichiarato a swissinfo. Secondo lei i cittadini hanno “il diritto di conoscere la posizione della Svizzera in campo internazionale.” All’estero inoltre questo modo di agire viene giudicato come un segno che la Svizzera è un paese impegnato.
Amata dalla gente, spesso criticata da media e politici
Calmy Rey rivela come spesso la gente la fermi per strada: “Un po’ sono rimasta sorpresa che le persone siano così gentili con me, che non ci sia tra di noi alcuna barriera.”
Sul successo di Calmy Rey il politologo Hans Hirter fa un importante distinguo tra l’efficacia politica e quella pubblica della Consigliera federale. “Sulla guerra, era in linea con circa l’80% della popolazione svizzera.”
Ma politicamente, continua Hirter, finora non ha ottenuto un granché. La sua diplomazia trasparente sarebbe insomma “una specie di tentativo di mostrare come si potrebbe condurre la politica estera in un paese in cui in realtà la politica estera non conta.”
Per la ministra il suo stile non è invece in contraddizione con il Consiglio federale. “Ho scelto la strada del dibattito pubblico, anche se una minore trasparenza comporterebbe più tranquillità. Ma l’inquietudine è il prezzo da pagare se si vuole che la politica estera sia un tema dibattuto anche dalla politica nazionale.”
swissinfo, Christian Raaflaub
adattamento dal tedesco Raffaella Rossello
Micheline Calmy-Rey, ministra degli esteri, vorrebbe un’adesione della Svizzera all’UE in un futuro non troppo remoto.
Gli accordi bilaterali dovrebbero spianarle la strada.
La Consigliera federale vuole proseguire con il suo stile di diplomazia “pubblica”.
Secondo lei ci guadagnerebbe l’immagine della Svizzera all’estero, vista come paese impegnato
Calmy-Rey non è preoccupata da discussioni e critiche che ritengono troppo intraprendente il suo stile di far politica estera
Nata l’8 luglio 1945 a Sion (VS)
Sposata con André Calmy
Due figli, tre nipoti
1968 Laurea in Scienze politiche
1986-1990 e 1993-1997 presidente del partito socialista del Canton Ginevra
1997 responsabile del dipartimento delle finanze del Canton Ginevra
2001-2002 presidente del Consiglio di Stato di Ginevra
4 dicembre 2002 eletta in Consiglio federale, capo del dipartimento degli esteri
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