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Sudan, la cartografia del disastro

Particolari più attuali e accurati nella nuova cartina topografica del Sudan. EDA

La carta topografica del Sudan elaborata dall'Università di Berna rappresenta un prezioso strumento per chi è attivo nella ricostruzione del martoriato Stato africano.

Da vari anni, la Svizzera è impegnata a migliorare la situazione del popolo sudanese, vittima di una guerra civile ventennale.

«Si tratta di un presupposto importante per intervenire efficacemente», afferma Jürg Krauer, ricercatore del Centro per lo sviluppo e l’ambiente dell’Istituto geografico universitario di Berna.

La carta topografica della zona meridionale del Sudan elaborata dal ricercatore elvetico e dal suo team – la migliore tra quelle attualmente disponibili – costituisce infatti un utile strumento per tutti gli attori impegnati nei progetti di ricostruzione del paese africano.

Una banca dati adattabile

La mappa – realizzata tramite l’analisi di immagini satellitari – si contraddistingue per la precisione delle informazioni.

«Si tratta di una carta dettagliata e attuale, che sostituisce le vecchie mappe risalenti all’epoca coloniale inglese e le carte elaborate dai russi negli anni ’70 e ’80», spiega Krauer.

A differenza dei precedenti documenti, sulle cinque schede in scala 1:500’000 sono riportati in particolare evidenza gli insediamenti umani, le vie di comunicazione o ancora le piste di atterraggio. Elementi fondamentali per chi agisce sul terreno.

Altro aspetto interessante è il fatto che il rilievo del terreno sia stato solamente accennato, in quanto parametro non indispensabile nell’ottica dei progetti di ricostruzione previsti. Più che ad una normale mappa, si è così di fronte ad una sorta di banca dati geografica.

«Questo formato consente di completare e attualizzare periodicamente le informazioni, a dipendenza degli scopi di chi la utilizza», rileva il geografo dell’Università di Berna, aggiungendo che prossimamente si procederà all’elaborazione di una carta in scala 1:250’000.

L’aiuto elvetico in Sudan

Il progetto dei ricercatori bernesi, il quale risponde ad una richiesta del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), rientra nel contesto dello sforzo elvetico in favore del Sudan, paese in cui la Svizzera è attiva da vari anni.

Alla recente Conferenza dei Paesi donatori, la Confederazione ha ribadito il suo aiuto, annunciando di voler contribuire ai programmi di ricostruzione dello Stato africano, devastato da 20 anni di guerra civile.

Tramite il suo organo di aiuto allo sviluppo – la Direzione dello sviluppo e della cooperazione – sono così stati promessi 75 milioni di franchi. Questi fondi serviranno innanzitutto a costruire sistemi di distribuzione d’acqua potabile e installazioni igieniche.

Carte dell’Asia e dell’Africa

Non è la prima volta che gli specialisti del centro bernese ricevono questo tipo d’incarico dal DFAE.

In passato sono infatti state disegnate carte di altre zone del Sudan, come la regione dei monti Nuba (al centro del paese) e del Darfur (ovest), quest’ultima particolarmente richiesta: oltre 2’000 le copie finora realizzate.

I geografi hanno inoltre elaborato le carte di Eritrea ed Etiopia, oltre a quelle relative ad alcune regioni dell’Asia centrale (Kirghizistan, Tagikistan) e del Sud-est asiatico (fiume Mekong).

Le mappe sono messe a disposizione di chiunque sia impegnato nelle zone interessate, dalle autorità alle organizzazioni internazionali.

Ricostruire dopo lo tsunami

In futuro, considerata la volontà da parte del governo svizzero di agire a sostegno delle regioni colpite dallo tsunami dello scorso 26 dicembre, il lavoro di Jürg Krauer e dei suoi assistenti potrà servire a documentare, in maniera dettagliata, la ricostruzione di nuovi villaggi in Thailandia.

«Siamo pronti a fornire il nostro contributo a tutti i programmi di sviluppo, siano essi in favore della pace, dell’aiuto umanitario, della ricostruzione o dell’utilizzo durevole delle risorse naturali», sottolinea il geografo.

swissinfo, Luigi Jorio

Dal 1983, in Sudan si confrontano forze governative musulmane del Nord e milizie cristiane e animiste del Sud.

In un contesto dove etnicità, ideologia e religione si sono intrecciati con la questione delle risorse petrolifere, il conflitto ha causato 2 milioni di morti e 4 milioni di rifugiati.

Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, per la ricostruzione del paese ci vogliono 7,8 miliardi di dollari entro il 2007.

75 milioni di franchi l’aiuto alla ricostruzione del Sudan promesso da Berna.
Circa 480’000 franchi il budget per realizzare la prima versione della carta topografica della regione meridionale del Sudan e le relative copie.

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