Svizzera e Giappone, tanto diversi ma anche simili
Ha senso paragonare la Svizzera con il Giappone? I maggiori politologi dei due Paesi non hanno dubbi.
Un’analisi comparativa non è solo possibile ma è anche auspicabile per capire meglio il funzionamento dei meccanismi istituzionali, economici e sociali sia della Svizzera che del Giappone.
Da quest’idea è nato un vero e proprio cantiere di analisi sociopolitica che ha riunito una dozzina di esperti di entrambi i Paesi. I risultati sono stati pubblicati nell’ultimo numero speciale della Rivista svizzera di scienze politiche (Vol. 10, n° 3, autunno 2004), interamente dedicato al tema.
Giappone: uno Stato centralizzato
Con i suoi 124 milioni di abitanti e una superficie di 372.818 km² il Giappone appare a prima vista un gigante di fronte alla Svizzera (7,3 milioni di abitanti e 41.293 km² di superficie). Ciò che accomuna i due Paesi è l’alto grado di sviluppo economico, la democrazia liberale e un relativo isolamento politico.
Lo Stato nipponico è altamente centralizzato. La suddivisione territoriale in 47 prefetture e 3.232 comuni non è paragonabile ai 26 cantoni e 2.904 comuni svizzeri (nel 1999), siccome le entità territoriali giapponesi hanno un’autonomia decisionale molto più ristretta rispetto a quanto accade in Svizzera.
“In Svizzera – osserva il politologo Adrian Vatter dell’Università di Costanza – i dipartimenti federali (ministeri) danno molto più peso alla cooperazione con i cantoni negli ambiti come la legislazione, l’amministrazione e le finanze. Nel Giappone, per contro, i ministeri nazionali sono chiaramente superiori alle amministrazioni locali”.
Federalismo: una soluzione per la Svizzera multiculturale
Differenze significative si registrano anche in un altro ambito importante per lo Stato: politica fiscale. Nel Giappone, oltre il 60% del gettito fiscale finisce nelle casse dello Stato centrale, mentre in Svizzera è vero il contrario: meno di un terzo degli introiti fiscali va alla Confederazione. Ciò conferisce una notevole autonomia politica ai comuni e ai cantoni svizzeri rispetto alle prefetture e i comuni nipponici.
Il federalismo si è dimostrato inoltre un’ottima soluzione per un altro “problema” della Svizzera: la pluralità culturale, linguistica e religiosa. “Il rispetto delle differenze regionali, la protezione delle minoranze e l’autonomia locale erano delle condizioni chiave per garantire la coesione nazionale in Svizzera”, afferma ancora Vatter. Tale esigenza non era però presente nel Giappone, il cui sistema di valori si basa sull’omogeneità culturale.
Due elementi uniscono Svizzera e Giappone
Da un lato il tasso di crescita economica, che in entrambi i Paesi si è attestato ai livelli più bassi rispetto a tutti gli altri Paesi dell’area OCSE. Fra il 1992 e il 2002 esso era di appena l’1,0% in Svizzera e dell’1,1 % nel Giappone.
Dall’altro lato, entrambe le nazioni devono risolvere il dilemma di come conciliare il fabbisogno di manodopera estera, dettata da motivi demografici ed economici, con un’opinione pubblica critica se non addirittura xenofoba nei confronti dell’immigrazione.
La Svizzera ha saputo reagire meglio, avendo una quota di immigrati particolarmente alta (19,4%); nel Giappone, per contro, essa è la più bassa in tutta l’area OCSE (1,2%).
La professoressa Lavenex dell’Università di Berna lo spiega col fatto che in Svizzera il consociativismo, il federalismo e la tradizione umanitaria hanno permesso un continuo flusso di immigrati malgrado l’opinione pubblica vi fosse per lo più ostile. Un altro fattore determinante è stato l’avvicinamento della Svizzera all’Unione europea attraverso accordi bilaterali. Un elemento che il Giappone, visto il suo isolamento geopolitico, non può vantare.
swissinfo, Nenad Stojanovic
Popolazione: Giappone 124 milioni; Svizzera 7,3 milioni.
Straneri: Giappone 1,2%; Svizzera 19,4%
Crescita economica (1992-2002): Giappone 1,1%; Svizzera 1,0%
Fertilità: Giappone 1,33; Svizzera 1,4
Un’analisi comparativa fra Svizzera e Giappone permette di capire meglio le peculiarità politiche, sociali ed economiche dei due Paesi.
In Svizzera il federalismo ha permesso di garantire il rispetto delle varie componenti culturali. In Giappone la relativa omogeneità culturale della popolazione ha permesso lo sviluppo dello Stato centrale.
Nei prossimi anni entrambi i Paesi dovranno affrontare il problema dell’invecchiamento della popolazione e il bisogno di manodopera estera.
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