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Swiss: già al canto del cigno?

Niente sconti sul carburante per Swiss Keystone

La compagnia aerea nazionale soffre. Ma il governo ha risposto picche alla richiesta di un sussidio indiretto.

Venerdì Swiss dovrebbe presentare una nuova strategia di risanamento.

Swiss è partita nel marzo del 2002 con le casse piene. Ma la strategia probabilmente troppo ambiziosa, la crisi economica che tocca tutte le compagnie aeree, la guerra in Iraq e da ultimo l’epidemia di SARS, stanno mettendo in ginocchio la compagnia aerea.

Tre milioni di franchi: questo il deficit giornaliero di Swiss. Le riserve affidategli dalla Confederazione e dall’economia privata al momento del decollo stanno per prosciugarsi. Un ulteriore sostegno pubblico è comunque contrario alla legislazione, sia svizzera sia europea.

Domenica la direzione ha dunque lanciato un appello alla politica e alle banche: per correre al riparo, il direttore André Dosé, ha fatto sapere alla stampa le sue richieste. Allo Stato si chiedono tasse aeroportuali più basse, contributi ridotti al controllo aereo e carburante meno caro. Alle banche la conferma dei crediti. Solo così Swiss potrà evitare il collasso annunciato dagli esperti.

La voce del governo

Ma nella sua seduta di mercoledì, il governo ha risposto picche. «Il Consiglio federale non si mette in cabina di pilotaggio», ha affermato il ministro delle finanze Kaspar Villiger. Con questo messaggio inequivocabile il governo rifiuta un ulteriore sostegno alla compagnia di bandiera di cui detiene circa il 20 per cento del capitale azionario.

Il governo fa notare che la situazione non è paragonabile a quella del grounding di Swissair nel 2001. «Il compito dello Stato è quello di garantire le condizioni quadro necessarie al prosperare dell’economia nazionale», ha ribadito il ministro dei trasporti Moritz Leuenberger.

La Confederazione riconosce le difficoltà attuali dell’aviazione, ma non intende offrire alla compagnia delle condizioni preferenziali che creerebbero un precedente. Tutte le compagnie aeree devono infatti combattere con le stesse difficoltà e tutte hanno il diritto ad un trattamento uguale.

Inoltre le regole sono chiare da sempre: la Svizzera ha ratificato gli accordi bilaterali con l’Unione europea e deve attenersi alla regola «one time last time». Dunque un aiuto unico e niente di più (vedi articolo in altri sviluppi). Con la dote di 700 milioni di franchi, la Confederazione ha già fatto quello che ha potuto.

Unico passo del governo, come azionista: un gruppo di lavoro ministeriale seguirà da vicino gli sviluppi. Ne fanno parte il ministro dei trasporti Leuenberger, il ministro delle finanze Villiger e dell’economia Deiss.

Decisione in linea con l’economia

Già nella giornata di ieri il presidente dell’associazione del padronato economiesuisse, Andreas Leuenberger, aveva indicato la stessa direzione: «Un intervento dello Stato nell’economia non è auspicabile».

«Ridefinire le tariffe con gli aeroporti o con il controllo aereo non è il compito della politica», ha aggiunto nella mattinata di mercoledì ai microfoni della Radio svizzera di lingua italiana Gerold Bührer, parlamentare liberale radicale. Rivolgersi al governo per un trattamento di favore non sarebbe dunque necessario.

Con le proprie forze

Il capogruppo democristiano Jean-Michel Cina auspica una nuova tavola rotonda sul destino di Swiss, anche perché lui identifica dei «dissapori» nella direzione della compagnia. Le recenti dimissioni nei quadri di Swiss lo dimostrerebbero.

Un dibattito auspicato anche dalla socialista Hildegard Fässler. Per lei è un bene che le proposte di Dosé siano ora di dominio pubblico. Questo permette adesso un’analisi della situazione.

Dopo la parola del governo, una cosa sembra più che mai chiara: Swiss deve dimostrare di saper sopravvivere con le proprie forze. Venerdì ci sarà la presentazione del nuovo piano aziendale. Affaire à suivre…

swissinfo, Daniele Papacella

L’Europa proibisce l’aiuto statale all’economia per non distorcere i meccanismi della libera concorrenza.

Anche l’abbassamento di dazi e tariffe costituisce un precedente, se non applicato con coerenza per tutti i concorrenti.

Si accetta unicamente un aiuto unico nel caso l’azienda possa essere risanata e prometta di tornare in positivo.

In ossequio agli accordi bilaterali sul libero commercio europeo, il governo svizzero ha rifiutato un ulteriore aiuto a Swiss.

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