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Tecnologia per ridurre le scorie delle centrali nucleari ottiene il sostegno della Svizzera

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La start-ip Transmutex ha ideato un metodo per ridurre la radioattività delle scorie. Keystone/Petra Oros

La Svizzera ha dato il suo appoggio a una tecnologia ricercata da tempo nota come "trasmutazione nucleare" per ridurre considerevolmente la quantità di scorie radioattive provenienti dalle centrali atomiche.

Nagra, l’ente svizzero che si occupa della gestione degli scarti nucleari, ha annunciato di aver esaminato per diversi mesi il metodo proposto da Transmutex, una start-up con sede a Ginevra, e di aver concluso che la tecnologia potrebbe ridurre dell’80% il volume di scorie altamente radioattive.

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Immagazzinare materiale altamente radioattivo per centinaia di migliaia di anni è sempre stato un enorme e costoso problema per l’industria nucleare.

+Il nostro reportage sulla proposta di Transmutex.

Benché più di 20 Paesi, tra cui gli Stati Uniti, la Francia, il Regno Unito e la Corea del Sud, abbiano annunciato, nell’ambito dei negoziati della COP28, di voler triplicare la propria produzione di energia nucleare entro il 2050, non esiste ancora un sito operativo per lo stoccaggio delle scorie sul lungo termine.

La Finlandia sta costruendo la prima di queste strutture che promette di custodirle in sicurezza per 100’000 anni.

“Transmutex sta cercando di risolvere il problema che abbiamo avuto per molto tempo nel settore nucleare, che non è la sicurezza, ma i rifiuti”, dice Albert Wenger, investitore di Union Square Ventures, che finanzia la start-up ginevrina.

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Reinventare l’alchimia

La trasmutazione nucleare è la conversione di un elemento in una forma differente, chiamata isotopo, o in un elemento diverso. La trasmutazione ha affascinato sin dai tempi in cui gli alchimisti tentarono invano di trasformare metalli comuni in oro.

L’idea di usare questa tecnica per gestire le scorie nucleari suscita interesse da decenni. Diversi Paesi hanno lanciato grandi programmi per esplorare questa soluzione, indica l’Agenzia per l’energia nucleare dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).

Transmutex propone di utilizzare un acceleratore di particelle abbinato a un reattore per combinare i neutroni, particelle subatomiche, con il torio, un elemento leggermente radioattivo. Questa tecnica produce un isotopo dell’uranio che poi subisce un processo di fissione, rilasciando energia. A differenza dell’uranio, il torio non produce plutonio o altre scorie radioattive.

Ridurre i livelli di radioattività

“Se si potrà dimostrare che funziona, si otterrà il meglio dei due mondi”, dice Jack Enderson, responsabile del gruppo che si occupa di fisica nucleare all’Istituto di fisica del Regno Unito e ricercatore presso l’Università di Surrey. “Si potranno ridurre i livelli di radioattività bruciando alcuni degli isotopi più longevi che il reattore produce – ottenendo al contempo energia”.

Franklin Servan-Schreiber, direttore esecutivo di Transmutex, afferma che la trasmutazione è stata “la prima tecnologia presa seriamente da un’agenzia che si occupa di scorie nucleari per ridurre le quantità prodotte di tali rifiuti”.

Sostiene che può essere utilizzata sul 99% degli scartinucleari del mondo per ridurre il periodo in cui restano radioattivi fino a “meno di 500 anni”.

“È significativo perché si può garantire lo stoccaggio impermeabile per 1’000 anni”, dice, e aggiunge che il processo riduce anche il volume di scorie prodotte dell’80%.

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Costi elevati

Servan-Schreiber precisa che l’idea alla base di questo procedimento arriva da Carlo Rubbia, ex direttore del CERN e premio Nobel per la fisica.

+ Carlo Rubbia e il CERN, due vite intrecciate

Un potenziale ostacolo all’uso della trasmutazione è rappresentato dagli elevati costi. Il prezzo della costruzione di un reattore abbinato a un acceleratore di particelle non è noto, ma il Large Hadron Collider (LHC, il più grande acceleratore di particelle del mondo, al CERN) costa circa 4,75 miliardi di dollari.

Lo studio svolto da Nagra e Transmutex conclude che la tecnologia potrebbe “ridurre enormemente il volume di scorie altamente radioattive e ridurne la durata di vita in modo molto significativo”, afferma Matthias Braun, direttore di Nagra.

Il popolo svizzero, nel 2017, ha deciso in votazione di non rimpiazzare le quattro centrali nucleari presenti sul suo territorio, ma Servan-Schreiber indica che i risultati di Transmutex hanno dato “credibilità a questa tecnologia in altri Paesi” e, aggiunge, discussioni per un possibile accordo sono in corso con almeno tre Stati.

Copyright The Financial Times Limited 2024

Traduzione: Zeno Zoccatelli

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