Terremoto in Cina, molto resta ancora da fare
La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) e la Croce rossa svizzera (CRS) hanno inviato oltre 1'000 tende in Cina, nelle regioni del sud-ovest colpite da un terremoto il 12 maggio.
Rientrato il 2 giugno dalla Cina, Markus Hischier, direttore di tecnica e logistica della sezione Aiuto umanitario della DSC, racconta come nonostante gli importanti progressi compiuti nelle ultime settimane, resta ancora molto da fare.
“È impossibile stabilire con certezza quando la situazione tornerà alla normalità”, spiega Hischier a swissinfo. “Ci vorrà sicuramente più di un anno, anche perché il 70% di alcune città è praticamente inagibile. Anche se gli edifici non sono stati completamente distrutti dal sisma, i danni strutturali sono talmente ingenti da costringere la popolazione a lasciare queste zone. Tutto dovrà essere demolito e poi nuovamente ricostruito”.
L’ultimo bilancio, reso noto martedì dalle autorità governative, parla di 69’107 morti, circa novanta in più rispetto ai dati pubblicati lunedì, e di 18’230 dispersi. Quella che è stata definita la peggior tragedia del paese negli ultimi tre decenni ha inoltre lasciato dietro di sé cinque milioni di senzatetto e più di 370’500 feriti.
Oltre ad acqua, medicine e cibo, le vittime del terremoto di Sichuan necessitano principalmente di un alloggio, sottolinea Hischier. La DSC e la CRS hanno dunque risposto all’appello del Governo cinese mettendo a disposizione 1’050 tende e quattro esperti di catastrofi naturali.
Le tende più grandi, fino a 20 metri quadrati di superficie, forniranno un alloggio temporaneo a 6’000-8’000 persone. A fine maggio sono sono state consegnate ai volontari della Croce rossa cinese che, coadiuvati dagli esperti svizzeri, hanno proceduto a montarle. Altre sei tende multiuso di 56 metri quadrati saranno adibite a dispensari, scuole o depositi di fortuna.
“Naturalmente, la situazione dei senzatetto è particolarmente grave”, racconta Hischier. “Il rischio di nuove scosse non si può scongiurare e la gente vive quindi nella paura. Sorprendentemente, però, la popolazione riesce a mantenere una certa calma e disciplina”.
Lago, allarme per il lago “sismico”
Una prima fornitura di beni di soccorso, da parte di DSC e CRS, era stata finanziata da un contributo urgente iniziale, che ha consentito di rifornire la sezione locale della Croce rossa con 20’000 fusti d’acqua, 6’000 teloni e 20’000 coperte.
“Tra i numerosi problemi a cui è confrontata la popolazione non bisogna dimenticare la scarsa igiene, il rifornimento difficile di medicinali e l’impossibilità per i bambini di andare a scuola”, aggiunge Hirschier.
Il presidente cinese Hu Jintao, e altre personalità politiche, sono stati filmati a più riprese dalla televisione di Stato mentre visitavano dei gruppi di bambini durante lezioni improvvisate. Secondo il Governo, il terremoto ha distrutto 7’000 classi scolastiche.
Nel frattempo, l’agenzia ufficiale Nuova Cina ha annunciato che le autorità hanno posticipato di due giorni il progetto di dirottare l’acqua in eccesso di un immenso lago formatosi dai detriti e dai massi che hanno ostruito il corso del fiume Qingzhu.
Il livello dell’acqua è salito in modo graduale e rischia di straripare, allagando le aree circostanti. Le autorità sono dunque state costrette ad evacuare quasi 200’000 persone, già sradicate dal terremoto.
Secondo l’agenzia Nuova Cina, però, le condizioni meteorologiche avverse hanno impedito ai soldati di iniziare l’opera di scolo delle acque in eccesso. I lavori dovrebbero iniziare giovedì.
I militari hanno già iniziato a creare dei piccoli canali con pale e scavatrici, in modo che l’acqua possa scorrere lentamente a valle. Le autorità temono, infatti, che il lago possa straripare, lasciando fuoriuscire in una sola volta una quantità smisurata di acqua.
Esperti svizzeri in azione
Il Dipartimento federale degli affari esteri ha preso contatto con l’ambasciata cinese a Berna, offrendo il sostegno di esperti svizzeri (geologi, ambientalisti e ingegneri delle grandi dighe) per ridurre i rischi di danni collaterali, come il crollo di dighe.
“Abbiamo le conoscenze e le capacità necessarie per far fronte a simili calamità naturali”, spiega Hischier. “Il nostro paese può offrire il sostegno di geologi con esperienza nel campo dei terremoti e dello straripamento dei laghi”.
Questo gruppo di esperti sta ora valutando i possibili sviluppi della situazione in Cina e sta cercando di capire in che modo la Svizzera potrà e dovrà contribuire in futuro.
swissinfo, Thomas Stephens
(traduzione e adattamento di Stefania Summermatter)
Un terremoto di 7,9 gradi sulla scala Richter ha colpito la provincia di Sichuan, nella Cina sudoccidentale, alle 14.28 locali (le 8.28 ora svizzera) del 12 maggio.
L’epicentro del sisma è stato localizzato a 92 chilometri a nord-ovest di Chengdu, capoluogo della provincia di Sichuan, a una profondità di 29 chilometri nella crosta terrestre.
Alle 14.35, una scossa di assestamento di 3,9 gradi sulla scala Richter è stata avvertita nel distretto di Tongzhou, nel Beijiing orientale.
Diversi movimenti tellurici sono stati registrati un po’ in tutto il paese e perfino fuori confine, a Bangkok, la capitale della Thailandia, e in Vietnam.
Secondo il bilancio reso noto dal Governo cinese il 3 giugno, 69’107 persone hanno perso la vita e oltre 18’200 risultano disperse, mentre gli sfollati sono cinquemila.
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