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Trattato sul clima accolto calorosamente

Entro il 2012, la Svizzera s'impegna a ridurre dell'8% rispetto al 1990 le sue emissioni di gas serra Keystone

Per la Svizzera il patto sui cambiamenti climatici firmato da sei Stati durante il Forum sulla sicurezza Asia-Pacifico è un complemento al protocollo di Kyoto.

Ma gli ambientalisti ne sottolineano le lacune: non prevedee obblighi specifici per ridurre l’inquinamento e rischia di mettere a repentaglio l’accordo di Kyoto firmato da 140 nazioni.

I due maggiori Paesi inquinatori del mondo – gli Stati Uniti e la Cina – si sono uniti ad Australia, India, Giappone e Corea del Sud nel firmare l’iniziativa sul clima. L’accordo è stato siglato durante il forum sulla sicurezza tenutosi a Vientiane, capitale del Laos.

«Sono ottimista», ha detto a swissinfo Philippe Roch, direttore dell’Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP). «Per la prima volta, gli USA hanno riconosciuto l’esistenza di un problema legato al cambiamento climatico ed hanno fissato degli obiettivi per ridurre le loro emissioni».

Il protocollo di Kyoto prevede una diminuzione entro il 2012 delle emissioni inquinanti di gas a effetto serra del 5,2% rispetto ai valori del 1990. Gli USA e l’Australia sono le uniche nazioni industrializzate che non l’hanno firmato. A parer loro infatti, si tratta di un trattato imperfetto, poiché oltre a non implicare in modo concreto le nazioni in via di sviluppo, ha come effetto di aumentare il prezzo dell’energia.

Cina ed India hanno invece ratificato il protocollo, ma in quanto nazioni in via di sviluppo non sono tenute a rispettarne le normative vincolanti.

Secondo Roch, il nuovo accordo è un passo in avanti, perché fino ad ora, USA, Australia, Cina ed India non si erano fissati alcun obiettivo in materia. Ma il direttore dell’UFAFP sottolinea che «la Svizzera vuole un trattato multilaterale a cui partecipino tutte le nazioni».

Concorrenza o complemento?

La collaborazione fra i sei Stati per un clima e uno sviluppo puliti, li incoraggia a sviluppare tecnologie energetiche alternative rispettose dell’ambiente.

«Lo consideriamo un complemento, non un concorrente al protocollo di Kyoto», ha affermato il segretario di stato americano Robert Zoellick in una conferenza stampa organizzata a margine dell’incontro di Vientiane fra i sei Paesi.

«Non è assolutamente un modo di sottrarsi agli obblighi fissati dal protocollo di Kyoto, bensì un’aggiunta ad altri trattati attraverso soluzioni pratiche», ha aggiunto.

Un punto di vista condiviso anche da Roch. «Servirà forse da base di preparazione in vista del dopo-Kyoto. Abbiamo bisogno di nuovi accordi. Il fatto che gli Stati Uniti, la Cina e l’India si mostrino disposte a trovare soluzioni al problema climatico, fa ben sperare per il futuro», aggiunge.

Secondo il direttore dell’UFAFP non si deve inoltre dimenticare che gli Stati che hanno ratificato l’accordo di Kyoto sono tenuti a rispettarlo, indipendentemente dalla firma di ulteriori accordi.

Opposizioni

L’ottimismo di Roch non è però condiviso da tutti: «Più che salvaguardare il clima, il nuovo patto non è altro che un accordo economico sulle tecnologie energetiche fra gli Stati che l’hanno firmato», ha detto a swissinfo Greenpeace Svizzera.

Secondo l’organizzazione, l’accordo fra le sei nazioni è una strategia degli Stati Uniti per raggirare il protocollo di Kyoto e condannare le generazioni future a vivere in un mondo danneggiato dai cambiamenti climatici.

Anche la sezione elvetica del WWF si dimostra piuttosto scettica: «Un trattato sul clima che non fissa limiti all’inquinamento è come un accordo di pace che autorizza l’uso delle armi».

Dal canto suo, Zoellig difende invece le normative non vincolanti, affermando che «non si può obbligare uno Stato ad adottare determinati comportamenti. Bisogna cercare di sviluppare gli incentivi e gli interessi di ognuno».

swissinfo, Thomas Stephens
traduzione e adattamento, Anna Passera

Emissioni di ossido di carbonio:
USA: 5,410 milioni di tonnellate (20.1 tonnellate pro capite)
Cina: 2,893 milioni (2.3 t pro capite).
UE : 3,171 milioni (8.5 t pro capite).
Svizzera: 40 milioni (5.4 t pro capite).

Stati Uniti, Cina, Australia, India, Giappone e Corea del Sud hanno reso noto giovedì di avere firmato un’iniziativa sul clima. La descrivono come un complemento al protocollo di Kyoto.

L’accordo firmato durante il forum per la sicurezza Asia-Pacifico si prefigge di combattere il surriscaldamento globale del pianeta attraverso lo sviluppo di nuove tecnologie per ridurre le emissioni di gas serra.

Gli ambientalisti criticano il fatto che il patto non preveda vincoli per gli Stati che vi partecipano né tantomeno limiti massimi alle emissioni nocive.

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