Una cattedra spaziale per la Svizzera
Il Politecnico di Losanna e l'Università di Neuchâtel si uniscono per creare una cattedra di studi di astronautica. Lo afferma il quotidiano economico L'agefi.
Claude Nicollier sarà il padrino del progetto e dovrà conferire risonanza internazionale al progetto.
Non potendo lanciarsi verso lo spazio, due professori universitari hanno unito le loro forze in un progetto altrettanto ambizioso: unire le competenze esistenti in campo astronautico del Politecnico di Losanna (EPFL) e dell’Università di Neuchâtel.
Del progetto, ancora in fase di studio, parla il quotidiano ginevrino “l’agefi” nella sua edizione di mercoledì.
Lo specialista di microelettronica di Losanna, il belga Michel Declercq, e il suo collega Nico F. de Rooij, dell’Istituto di microtecnologia neocastellano, sono i padri spirituali di un progetto che ambisce a maggior prestigio nella ricerca in assenza di gravità.
“La direzione dell’EPFL ha optato per una collaborazione più approfondita”, ha affermato de Rooij a “l’agefi”, sottintendendo i vantaggi di un’unione dei due centri di competenza.
Nicollier padrino e motore
Il 58enne romando Claude Nicollier, primo astronauta europeo e nome prestigioso a livello internazionale, sarà un po’ il padrino dell’operazione scientifica, assumendo un ruolo di promotore spirituale.
Da chi lo spazio l’ha veramente conosciuto – già nella prima spedizione del 1992 aveva circumnavigato il pianeta per ben 123 volte – ci si aspetta un contributo vincente per la promozione della nuova sezione di studio combinata.
Il suo contratto con la NASA termina nel 2004 e per allora forse ci sarà anche la cattedra per accoglierlo in Svizzera. Si tratterebbe di un ulteriore passo elvetico verso le stelle.
La Svizzera vicina allo spazio
La Svizzera partecipa da anni alla ricerca spaziale ed è fra i membri fondatori dell’Agenzia spaziale europea ESA nel 1975, dopo aver partecipato per oltre un decennio alle organizzazioni precedenti.
La tecnologia di punta necessaria allo sviluppo di satelliti e sonde implica conoscenze e risorse, ma rappresenta comunque un elemento strategico dell’impegno elvetico.
Oltre al sapere, cumulato grazie ai progetti europei, ben due terzi dei 100 milioni versati annualmente dalla Confederazione tornano nel paese sotto forma di investimenti industriali.
Secondo il segretario di Stato per la ricerca, Jacques Kleiber, non è escluso che la Confederazione sostenga finanziariamente il progetto, se necessario, nel periodo fra il 2004 e il 2007.
Romandi all’azione
Adesso in Romandia si guarda al futuro. Una cattedra unitaria dei due istituti dovrebbe sostenere lo sviluppo delle tecnologie di punta necessarie ai voli pindarici oltre l’atmosfera. Ma soprattutto dovrà affermare ulteriormente il polo strategico elvetico all’interno dei progetti internazionali.
Nei prossimi anni due professori del Politecnico andranno in pensione. Questo implica un cambio di guardia e un’occasione per riformulare i traguardi della ricerca oltre i confini degli istituti. Lo conferma anche Philippe Vollichard, decano dell’Istituto di microtecnica dell’EPFL.
Nanotecnologie
Centrale, nell’azione del nuovo istituto, saranno le nanotecnologie, campo dove la Svizzera si è già fatta un nome. Nella regione di Neuchâtel sono inoltre concentrate delle notevoli capacità industriali, nate dalla riconversione industriale degli ultimi anni.
I satelliti del futuro dovranno essere più piccoli e saper fare molto di più. Se il progetto di unione fra istituzioni superiori andrà in porto, il contributo elvetico sarà ancora più importante.
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