Una lettura europea della II guerra mondiale
La storia delle Alpi è al centro di un ampio progetto transfrontaliero (Interreg IIIA) che coinvolge Svizzera, Italia e Francia.
Nasce dall’intesa di Istituzioni territoriali e culturali che propongono di considerare le Alpi, dal Mar Ligure al Canton Ticino, come luogo di investigazione storica.
L’obiettivo del progetto, avviato nel 2002, è la creazione di una rete museale transfrontaliera dedicata al territorio alpino, alla sua cultura e alla sua storia. L’Interreg IIIA si propone di sviluppare dimensioni storiche, geografiche, etnografiche attraverso una lettura trasversale della storia.
Una storia millenaria
Una lettura che consenta di declinare e comprendere la memoria delle Alpi: “da territorio di frontiera e di guerra a luogo di salvezza e di solidarietà, terreno di lotta comune per la dignità dell’uomo e per la libertà, da confine di divisioni a riferimento e simbolo della nuova unità europea”.
Il progetto Interreg IIIA vuole considerare questo territorio come un unico vasto museo diffuso nel cuore dell’Europa, disseminato di segni di storia millenaria. Crocevia di incontri, scambi, partenze e ritorni di emigranti. Ma anche, si ricorda, “centro di culture diverse, luogo di accoglienza e rifugio, talora anche di guerra e di morte”.
Responsabile scientifico del progetto la storica ticinese Nelly Valsangiacomo che ricorda l’importanza della partecipazione alla ricerca di tre paesi: l’Italia, aggressore; la Francia, aggredita; la Svizzera, neutrale.
Vissuti a confronto
“In questo progetto – spiega a swssinfo Nelly Valsangiacomo – ci sono due aspetti che meritano di essere sottolineati. Da un lato la possibilità di approfondire immagini e accadimenti della II Guerra mondiale alla frontiera sud, in particolare in Ticino e nel Vallese. D’altro lato la possibilità di procedere ad un’investigazione storica comparativa con gli altri Paesi. E comprendere come gli stessi avvenimenti abbiano una memoria diversa a dipendenza dal luogo del vissuto”.
E’ possibile parlare di un patrimonio comune? “Possiamo parlare di patrimonio comune – osserva la storica – se consideriamo tutto quanto è stato costruito nell’arco alpino sul lungo periodo. Penso in particolare al ruolo delle realtà frontaliere come centri di scambio economico e culturale e di contatto con le popolazioni. Ma anche questi aspetti comuni divergono perché gli accadimenti di tipo politico, in particolare durante la II guerra mondiale, variano molto”.
Il ruolo della donna
La ricerca intanto continua e si arricchisce di nuovi capitoli. “Una delle nuove esposizioni – aggiunge Valsangiacomo – è dedicata al ruolo della donna durante la II Guerra mondiale. Si presentano, in questo contesto, degli aspetti più legati alle relazioni transfrontaliere. L’obiettivo è di illustrare come la donna viva, in fondo, una doppia realtà di frontiera: politico-economica e di genere”.
Nella prima parte del 2005 verrà inoltre pubblicata una guida di Lugano durante la II Guerra mondiale e saranno allestite tre esposizioni nei musei di Curio, Intragna e Loco. In queste sedi a partire dall’anno prossimo verranno presentati i seguenti temi: il Ticino come luogo di rifugio, di zona franca e di scambio.
swissinfo, Françoise Gehring, Lugano
Trovare una scrittura comune per rivisitare esperienze diverse, componenti del patrimonio storico della regione Alpina: questo un degli obiettivi del progetto di ricerca transfrontaliero.
Il capofila svizzero del progetto è l’Istituto di storia delle Alpi, mentre il coordinamento scientifico è affidato agli storici Jean-François Bergier (ETH, Zurigo) e Ruggero Crivelli (Università di Ginevra).
Il progetto Interreg IIIA (2002-2005) è dedicato alla Memoria delle Alpi.
Coinvolge Svizzera, Italia e Francia.
Propone di sviluppare la ricerca attraverso un Portale internet, CD-Rom, cataloghi e opuscoli.
Nel 2005 prevista una guida di Lugano per illustrare il suo ruolo nella II Guerra mondiale
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