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Una scoperta per caso

La ricchezza della montagna dei fossili è conosciuta da tempo. In effetti i primi scavi risalgono al 1863.

La scoperta del giacimento avvenne su suolo italiano.

“La prima spedizione era condotta dall’Abate Stoppani”, ricorda il Dottor Markus Felber, consulente di geologia per il Monte San Giorgio. “La sua effigie è mondialmente riconosciuta, dal momento che orna l’imballaggio dei piccoli formaggini Galbani…”

In effetti gli italiani avevano letteralmente preso d’assalto il Monte San Giorgio per sfruttarne le miniere di scisto ferroso, chiuse da qualche anno. I fossili sono stati scoperti tempo dopo, per puro caso.

“I ricercatori dell’Università di Zurigo hanno iniziato gli scavi all’inizio del ventesimo secolo”, prosegue Markus Felber. “Tuttavia le prime ricerche davvero importanti risalgono al periodo 1925-1930. Da allora la presenza zurighese è stata costante.

“Da parte italiana le ricerche hanno ritrovato slancio grazie all’Università degli Studi di Milano”, spiega ancora il consulente scientifico.

“Nel 1994 i due gruppi hanno deciso di unire i propri sforzi; da quel momento gli scavi hanno assunto una sempre maggiore importanza, e i ricercatori hanno praticamente risalito la montagna fino alla cima.”

Tracce dell’Uomo di Neandertal

La ricerca non rallenta sulla montagna dei fossili. Venerdì 6 giugno il ricercatore Andrea Tintori dell’Università degli Studi di Milano ha presentato alla stampa le scoperte più recenti del suo gruppo, avvenute nella “grotta dell’orso”, sul versante italiano.

Le ricerche sono iniziate nel 1991. Ma le scoperte più importanti sono venute alla luce lo scorso anno. “Abbiamo trovato trovato strumenti della vita quotidiana dell’Uomo di Neandertal e lo scheletro quasi integro di un orso”, ha rivelato il ricercatore italiano.

Da parte svizzera, Markus Felber ha annunciato per la fine di giugno visite guidate in loco, partendo da Meride, dopo la ripresa delle ricerche dell’Uni di Zurigo.

Fossili con 240 milioni di anni

Per soddisfare tutte le curiosità, bisogna sapere che circa 240 milioni di anni addietro la montagna dei fossili altro non era che una laguna con pesci e anfibi.

Più precisamente, i fossili del Monte San Giorgio hanno tra i 230 e i 245 anni, ossia l’età della montagna. Risalgono quindi all’era geologica secondaria.

Ma ciò che rende unica questa montagna agli occhi degli esperti – compresi quelli dell’Unesco che l’hanno visitata nel luglio del 2002 – sono i fossili marini.

Nei diversi siti rilevati sui fianchi della montagna, sono state scoperte circa 80 specie di pesci fossilizzati e una trentina tra rettili e animali marini.

Sono così stati battezzati col nome del luogo del ritrovamento come “Ceresiosaurus” (dal Ceresio, il lago di Lugano), “Ticinosuchus” o ancora “Meridensia meridensis”, in onore del villaggio di Meride.

Nel corso degli anni e delle scoperte la conclusione è unanime: nel suo genere il Monte San Giorgio è un posto unico al mondo. I paleontologi che vi si ritrovano regolarmente ne sono convinti.

Ed è proprio ai piedi della montagna, a Serpiano, che hanno organizzato nell’agosto 2001, il loro terzo simposio internazionale, consacrato ai pesci mesozoici.

swissinfo, Gemma d’Urso

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