UNIA, una fusione che piace ai lavoratori
Il più grande sindacato della storia svizzera è nato ufficialmente sabato: riuniti a Basilea i delegati di SEI, FLMO e FCTA hanno approvato la fusione.
Vasco Pedrina e Renzo Ambrosetti eletti congiuntamente alla presidenza.
UNIA è ormai una realtà: convocati in congresso a Basilea, gli oltre 500 delegati hanno infatti ufficializzato la fondazione del più grande sindacato svizzero.
Riunirà sotto un unico tetto il Sindacato edilizia ed industria (SEI), il Sindacato dell’industria, della costruzione e dei servizi (FLMO), la Federazione svizzera dei lavoratori del commercio, dei trasporti e dell’alimentazione (FCTA), nonché due piccole organizzazioni del settore terziario.
L’esito dello scrutinio – un solo voto contrario e quattro astensioni – è stato accolto con applausi e grida di gioia dai partecipanti al congresso. Diversi oratori hanno sottolineato la portata storica della fusione.
Una fusione positiva
Per la prima volta il termine «fusione» assume per i sindacati una connotazione positiva, ha commentato dal canto suo il consigliere nazionale Paul Rechsteiner (PS/SG), presidente dell’Unione sindacale svizzera.
Prima del voto, anche Ruth Dreifuss è salita alla tribuna e, rivolgendosi ai delegati, ha sottolineato l’importanza di riunire le forze sindacali per assicurare una presenza forte.
UNIA, ha detto l’ex-consigliera federale, risponde a bisogni fondamentali. Ha l’obiettivo di mobilitare i militanti, di assistere i lavoratori in situazioni precarie, di offire servizi efficaci e di coordinare l’azione politica.
Il nuovo supersindacato sarà chiamato a difendere gli interessi dei salariati di quattro settori privati – industria, edilizia, artigianato e terziario – per un totale di circa 200’000 iscritti e 500 contratti collettivi di lavoro, a cui sono assoggettati circa un milione di dipendenti.
Due copresidenti
Come previsto, i delegati hanno eletto sabato alla presidenza Vasco Pedrina, fin qui presidente centrale del SEI, e Renzo Ambrosetti, presidente finora della FLMO.
«Si apre un nuovo capitolo della storia sindacale. Abbiamo avuto il coraggio di abbandonare vecchie tradizioni e di innovare», ha detto Pedrina, secondo il quale UNIA è la risposta sindacale e organizzativa ai cambiamenti avvenuti negli ultimi 15 anni sul mercato del lavoro.
«Non possiamo restare muti senza reagire di fronte ai cambiamenti della società e dell’economia», gli ha fatto eco Renzo Ambrosetti. «Un altro mondo è possibile, fondato sulla solidarietà, sulla giustizia sociale, l’uguaglianza, la libertà e la tolleranza».
Pochissime opposizioni
La fusione della nuova forza del mondo politico e sociale svizzero era già stata accettata separatamente venerdì dai delegati di SEI, FLMO e FCTA.
Al SEI la fusione è stata approvata da 200 delegati (97,6%) contro 5; alla FLMO da 182 (96,3%) contro 5 opposizioni e 2 astensioni; alla FCTA da 83 delegati (90,2%) contro 7.
In base agli statuti la fusione doveva essere sostenuta da almeno il 75% dei delegati del SEI e della FLMO e dall’80% di quelli della FCTA.
All’interno della FCTA le maggiori resistenze sono venute dai delegati ticinesi. Uno di loro ha in particolare criticato «la burocrazia che regna in seno al SEI e alla FLMO».
swissinfo e agenzie
UNIA può contare sul sostegno di oltre 200’000 membri.
Il supersindacato difenderà gli interessi di circa 1 milione di lavoratori in 4 settori privati: industria, edilizia, artigianato e terziario.
Al servizio di UNIA lavoreranno 900 persone.
UNIA è il frutto della fusione tra:
– il Sindacato edilizia ed industria (SEI), nato nel 1992 e sostenuto da 91’000 membri;
– il Sindacato dell’industria, della costruzione e dei servizi (FLMO), fondato nel 1888, 88’000 membri;
– la Federazione svizzera dei lavoratori del commercio, dei trasporti e dell’alimentazione (FCTA), sorta nel 1904, 14’000 membri;
– unia/actions, sindacato del settore dei servizi creato nel 1996 da SEI e FLMO, 20’000 membri.
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