Verso un nuovo boom delle biotecnologie
Dopo alcuni anni di stagnazione e difficoltà nel reperire i capitali, le biotecnologie ritrovano ora il vento in poppa. Le condizioni quadro in Svizzera ne fanno terreno potenzialmente fertile.
Lo dimostra uno studio della Ernst & Young, presentato mercoledì a Basilea.
In Svizzera le biotecnologie hanno una posizione solida. Lo dimostrano le cifre, realizzate dal settore nel 2003, presentate a Basilea, in margine a Biosquare, un meeting annuale degli operatori attivi nel campo delle industrie chimiche e della finanza.
Attualmente il numero di aziende attive nel campo è ai massimi livelli, rispetto al passato. Attualmente, ben 227 aziende si cimentano con le nuove promesse della ricerca, riaffermando l’importanza economica del settore. Mondialmente, dunque, la Svizzera ha la più alta densità di aziende, anche se si ritrova al non posto per volume d’affari.
Certo, si è notato a Basilea, la crescita non è esponenziale, anche se costante, e le banche non hanno ancora ritrovato l’ardore di un tempo nel finanziare i progetti. Ma la posizione sembra consolidata. Questo malgrado molti parlino ancora del «gigante che dorme».
Dominatori incontestati del campo rimangono gli Stati Uniti: «L’80% dei 19 miliardi di dollari investiti annualmente nel settore finiscono in Nordamerica, mentre in Svizzera vi si spendono circa 130 milioni», conferma a swissinfo Jürg Zürcher, esperto del settore e coautore dello studio di Ernst & Young.
Il regno delle piccole e medie aziende
In Svizzera trionfano attualmente le medie e piccole aziende. Tolte le prime tre – Serono, Actelion e Berna Biotech – la maggior parte delle aziende occupa meno di 100 impiegati. I centri strategici si concentrano nelle regioni di Basilea, da sempre la Mecca della chimica, e Zurigo, il centro economico svizzero per eccellenza.
La maggior parte, ben 86% delle aziende, è attiva nella cosiddetta biotecnologia rossa, concentrata sulla salute umana e animale. Solo l’8% si concentra sui prodotti ambientali e industriali, il settore grigio, e il 6% nel settore agroalimentare, quello verde.
Sono 7’000 gli impiegati del settore in svizzera. Le filiali all’estero delle aziende nazionali fanno arrivare il settore a notevoli 13’000 persone. I nuovi investimenti hanno raggiunto nel 2003 i 130 milioni di franchi.
Terreno fertile
Le critiche alla capacità di innovazione svizzera sono costanti. A riaffermare la carenza di dinamica del mercato, definito troppo chiuso, si ricorda il fatto che la crescita globale del prodotto interno loro è stata più lenta rispetto ai vicini europei.
Eppure negli ultimi dieci anni, che ha visto la crisi del settore secondario, in particolare della produzione metallurgica, c’è stato un importante spostamento verso i servizi e le tecnologie di punta.
Secondo gli esperti di Ernst & Young sono soprattutto le biotecnologie a trovare un terreno fertile per svilupparsi. La vicinanza dei centri di ricerca universitaria, le strutture di collegamento che permettono un transfer delle conoscenze dai laboratori all’industria e anche la pressione fiscale permettono alle aziende delle nuove frontiere della scienza di prosperare.
L’esperto del settore Jürg Zürcher ritiene lo sviluppo in Svizzera particolarmente solido: «Si tratta di una branca solidamente ancorata nell’economia svizzera. Tre aziende su quattro sono nate prima del 1990 e hanno saputo sviluppare propri prodotti consolidando la loro posizione. Nuove aziende nascono ogni anno, dimostrando la dinamicità del settore».
La somma degli indicatori, si è concluso a Basilea, è positiva quindi, anche se chiaramente il settore auspica un ulteriore sviluppo che permetta di cavalcare l’onda della ripresa per decollare veramente.
swissinfo
In Svizzera sono attive 227 aziende nelle biotecnologie
Il paese si pone mondialmente al 9° posto; in Europa al 6°
7’000 gli impiegati solo in Svizzera
13’000 gli impiegati di ditte svizzere a livello globale
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