A Polmengo, nei pressi di Faido (Ticino), l'Alptransit Gottardo SA gestisce uno dei propri "campi base": da qui è partito l'assalto alla montagna. Il tasso di occupazione delle 460 camere è del 95%.
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Gli operai vivono a stretto contatto. La mensa del cantiere serve mensilmente 4'500 pasti.
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Il rumoroso treno da trasporto ha appena condotto Thomas Holtz alla stazione multifunzionale.
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Cambio della guardia alla testa della fresatrice: Thomas Holtz, Heiko Gnauk e Sven Tumele incominciano il turno di notte. I lavori di revisione sono quasi ultimati.
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Heiko Gnauk, saldatore di Berlino, fornisce il suo contributo alla grande opera. Il 70% circa degli operai proviene da Italia e Austria, i restanti da Germania, Portogallo e Spagna. Gli svizzeri sono pochissimi.
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Circa due volte l'anno - a seconda delle condizioni geologiche - la fresatrice viene fatta retrocedere di 20 metri per poter procedere ai necessari lavori di manutenzione.
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Ogni giorno, il colosso lungo 450 metri affonda i suoi denti metallici nella roccia.
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Sven Tumele salda alcuni elementi di metallo.
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Placche in Hardox 500, una speciale lamiera malleabile e saldabile antiabrasiva, utilizzata in applicazioni che richiedono un elevato grado di resistenza all'usura.
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Pausa: sigaretta, giornale, insalata già condita e 1'000 metri di roccia sopra la testa.
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"Pranzo" all'una di notte: il locale si trova sulla fresatrice, abbastanza distante dalla testa del macchinario. Colonna sonora: il rombo dei generatori e degli impianti d'aerazione.
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L'uomo e la macchina: Sven Tumele negli angusti spazi all'interno della fresatrice.
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Un duro lavoro.
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Sven Tumele aiuta Thomas Holtz a uscire dalle viscere della fresatrice. Sono le 6 del mattino e il loro turno sta per terminare.
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Fermata alla stazione multifunzionale di Faido.
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I trafori precedenti al San Gottardo erano ben più rischiosi per gli operai: nel 19esimo secolo morirono 177 persone per incidenti o malattia. Inoltre, la milizia sparò contro i lavoratori in sciopero.
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Durante le fasi più impegnative del cantiere, circa un migliaio di persone di venti nazionalità diverse lavora giorno e notte a 2'000 metri di profondità. Un manifesto ricorda l'importanza delle prescrizioni di sicurezza.
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Sotto il massiccio del San Gottardo si è lavorato alacremente per costruire quello che è diventato il traforo ferroviario più lungo del mondo: 57 chilometri di tunnel, in cui i treni possono sfrecciare a 250 km/orari. (Thomas Kern, swissinfo.ch)
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Thomas Kern è nato in Svizzera nel 1965. Dopo una formazione di fotografo a Zurigo, ha iniziato a lavorare come fotoreporter nel 1989. Nel 1990 ha fondato l'agenzia fotografica svizzera Lookat Photos. Thomas Kern ha vinto due volte il World Press Award e ha ottenuto diversi riconoscimenti in Svizzera. Il suo lavoro è stato esposto in varie mostre ed è rappresentato in diverse collezioni.
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