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Volare con la coscienza ecologica tranquilla

Il traffico aereo genera il 9% delle emissioni di CO2 della Svizzera Keystone Archive

Un'associazione svizzera propone dei biglietti aerei «ecologici»; i ricavi servono a finanziare progetti per la riduzione delle emissioni di CO2.

L’idea ha sedotto diverse ditte e si sta facendo largo anche tra le amministrazioni pubbliche. Ma il Governo elvetico per ora non ne vuole sapere.

Crogiolarsi sulle spiagge delle Maldive: un sogno che bisognerà affrettarsi a realizzare, visti i pericoli che incombono sulle splendide isole dell’Oceano Indiano, minacciate dall’innalzamento delle acque causato dal surriscaldamento del pianeta.

Paradossalmente sono però gli stessi turisti – spesso incosciamente – a contribuire all’aumento di un simile rischio: con un volo di semplice andata dall’aeroporto di Zurigo-Kloten a Malé, ogni singolo passeggero emette nell’atmosfera quasi 1,5 tonnellate di anidride carbonica (CO2). Una quantità pari a quella annualmente prodotta da un automobilista in Svizzera.

Come conciliare coscienza ambientale, urgenza ecologica, necessità di viaggiare e voglia di vacanze? A fornire la risposta ci hanno pensato dei giovani laureati in scienze ambientali del Politecnico di Zurigo.

25 franchi per un pannello solare

L’associazione a scopo non lucrativo da loro creata alla fine del 2002, permette infatti di acquistare dei biglietti aerei «ecologici».

Il sistema è semplice, per rendersene conto basta visitare il sito dell’associazione Myclimate. Con un semplice clic si viene a sapere che un volo andata e ritorno da Zurigo-Kloten a Roma-Fiumicino genera per ogni passeggero 412 kg di CO2.

Affinché il bilancio ambientale resti equilibrato, questi 412 kg devono essere compensati con un risparmio equivalente in un’altra parte del pianeta. L’associazione propone così di acquistare, oltre al biglietto aereo comperato nell’agenzia viaggi, un biglietto da 25 franchi emesso da Myclimate. La somma servirà a far funzionare durante 5 mesi un pannello solare in Eritrea.

Nel caso di Malé, per compensare i 2’938 kg di CO2 emessi nell’atmosfera sarà necessario comperare un biglietto da 109 franchi al fine di finanziare il funzionamento degli stessi pannelli per 36 mesi.

Necessità d’agire

Né il protocollo di Kyoto sulle riduzione dei gas ad effetto serra né la legislazione elvetica prevedono qualcosa in materia di traffico aereo.

A prima vista le cifre non sembrano inquietanti: a livello mondiale l’aviazione è responsabile del 3% delle emissioni complessive di CO2, mentre a livello svizzero del 9%.

Nel settore dei trasporti, l’aviazione è però il vettore che registra la crescita più importante ed è perciò necessario intervenire, spiega a swissinfo Corinne Moser, di Myclimate. Se nulla verrà intrapreso, entro il 2050 si calcola che le emissioni dovute al traffico aereo triplicheranno, rendendo in parte vani gli sforzi di riduzione in altri ambiti.

Inoltre, gli aerei generano grosse quantità di altri gas ad effetto serra, come ad esempio gli ossidi d’azoto o il vapore acqueo, che crea nuvole ad alta quota. “Se si tiene conto anche di queste altre emissioni, l’impatto dell’aviazione è da due a sette volte più forte”, indica Corinne Moser.

Un’idea che si fa largo

Il concetto portato avanti da Myclimate ha già sedotto diverse ditte e diversi privati.

Nel 2004, il budget dell’associazione è stato di 190’000 franchi, mentre quest’anno dovrebbe passare a 300’000 franchi. L’importo è coperto grazie ai biglietti, alle quote pagate dai circa 500 membri e a donazioni pubbliche.

«Su quanto ricavato dai biglietti, l’80% viene investito nei progetti di sviluppo delle energie alternative», dice Corinne Moser. Lo scorso anno, l’associazione ha versato 105’000 franchi per sostenere i quattro progetti di cui si occupa, in Eritrea, in Sudafrica, in India e in Costa Rica. Quest’anno, l’importo sarà quasi doppio, ossia 200’000 franchi.

«Abbiamo successo soprattutto con le imprese del settore privato», aggiunge Corinne Moser. Tra i clienti vi sono diverse aziende svizzere e straniere, spesso di grosso calibro, che fanno viaggiare almeno parte dei dipendenti compensando completamente o parzialmente le emissioni di CO2 da loro generate.

La formula funziona anche per l’organizzazione di manifestazioni: prima che l’edizione 2012 dei Giochi Olimpici fosse attribuita a Londra, il comitato che sosteneva la candidatura di Madrid aveva siglato un accordo di principio con Myclimate. Altrettanto hanno fatto gli organizzatori della conferenza del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente.

L’esempio non sempre viene dall’alto

L’esempio madrileno e dell’agenzia ONU non ha, almeno per il momento, fatto scuola nella Confederazione. Recentemente, il Governo svizzero ha infatti rifiutato di rendere obbligatorio l’acquisto dei biglietti Myclimate per i viaggi di lavoro dei dipendenti dell’amministrazione.

Il ministro dei trasporti e dell’ambiente Moritz Leuenberger, che fa parte del comitato di sostegno a Myclimate, non è riuscito a convincere la maggioranza dei suoi colleghi.

Corinne Moser avrebbe senz’altro sperato in un esito diverso, ma si dice comunque soddisfatta: «Perlomeno il Governo ha stabilito che ogni ufficio federale può decidere, nei limiti del proprio budget, se acquistare o meno i nostri biglietti». L’Ufficio federale dell’energia ha da parte sua già deciso: i dipendenti saranno resi attenti a questa possibilità, ma se vorranno viaggiare «ecologicamente» dovranno pagare il biglietto Myclimate di tasca propria.

swissinfo, Daniele Mariani

Nel 2004, Myclimate ha compensato l’emissione di 3’000 tonnellate di CO2.
130’000 franchi la somma incassata nel 2004 grazie ai biglietti ecologici
300’000 franchi il budget 2005 preventivato dall’associazione.
200’000 franchi serviranno a finanziare i progetti di Myclimate.
4,13 milioni le tonnellate di CO2 emesse dal traffico aereo internazionale a partire dalla Svizzera nel 2002.
14,85 quelle imputabili ai trasporti in generale senza l’aviazione.
24,34 quelle causate da altre fonti energetiche (olio da riscaldamento, legno…).
1,85 dai processi industriali.

Oltre a vendere dei biglietti di compensazione ecologica per le emissioni di CO2 degli aerei, l’associazione Myclimate propone la stessa formula per quanto concerne le emissioni provocate dai riscaldamenti o dal trasporto su strada.

Myclimate sostiene direttamente o attraverso dei partner locali quattro progetti per lo sviluppo delle fonti energetiche alternative in Costa Rica, India, Sudafrica ed Eritrea. Si occupa inoltre di sensibilizzare l’opinione pubblica.

Iniziative simili a quella di Myclimate esistono in Germania e in Inghilterra. L’associazione svizzera è però l’unica che fa pervenire ai propri clienti dei veri e propri biglietti.

Entro il 2010 la Svizzera si è fissata come obiettivo di ridurre del 10% entro il 2012 le emissioni di CO2 rispetto al 1990.

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