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Scontro Gb-Grecia su Partenone, è rottura Sunak-Mistotakis

Le parole del premier greco hanno mandato su tutte le furie Sunak. KEYSTONE/EPA/CHRIS RATCLIFFE / POOL sda-ats

(Keystone-ATS) Altro che negoziato per la restituzione dei marmi del Partenone, su cui i media avanzano ipotesi ricorrenti. Fra Regno Unito e Grecia è scontro diplomatico aperto: a innescarlo un’intervista del premier greco Kyriakos Mitsotakis, in visita a Londra da domenica sera.

A seguito di ciò, il collega britannico Rishi Sunak ha deciso di cancellare con brevissimo preavviso l’incontro a due che avrebbe dovuto coronare oggi l’evento, sbattendo di fatto la porta di Downing Street in faccia all’ospite.

Un vero e proprio schiaffo, secondo la stampa del Regno, a cui Mistotakis – “stupito e irritato” nelle parole del suo entourage – non ha potuto che rispondere ripartendo in queste ore per casa con un inedito nulla di fatto in termini di relazioni tra governi. Avendo rifiutato, alla stregua di un’umiliante retrocessione del proprio status, la gelida offerta in extremis di Londra di un colloquio alternativo col vicepremier Oliver Dowden.

Ad accendere la querelle tra i due premier – entrambi conservatori e alla guida di Paesi alleati nella Nato – sono state le parole forti alla Bbc con cui Mitsotakis è tornato a invocare “la restituzione alla Grecia” dei preziosi marmi del Partenone – portati a Londra da Lord Elgin nell’800 al tempo dell’Impero britannico grazie alla compiacenza degli ottomani e acquisiti poi dal Britsh Museum di Londra – liquidando come inaccettabile persino un’ipotetica suddivisione: equiparata sarcasticamente all’idea di “dividere in due la Gioconda”.

Affermazioni che hanno mandato su tutte le furie Sunak, il quale attraverso un portavoce ha ribadito viceversa la posizione di principio di Londra contro la restituzione di un patrimonio storico “acquisito legalmente”: restituzione vietata del resto per legge da una norma ad hoc approvata anni fa a Westminster, il British Museum Act.

L’escalation è quindi giunta fino all’inatteso annullamento del faccia a faccia nel cui ordine del giorno, in base alle indicazioni di Downing Street, non avrebbe nemmeno dovuto esserci primariamente il dossier dei marmi. Bensì discussioni su gravi crisi internazionali attuali come la guerra fra Russia e Ucraina o il conflitto israelo-palestinese.

Il tutto in un clima di polemica alimentato anche dall’incontro avuto viceversa da Mitsotakis, prima della cancellazione di quello col primo ministro, con il leader neomoderato dell’opposizione laburista Keir Starmer, a sua volta assertore del no alla restituzione, ma critico verso “i patetici colpi di teatro di Sunak”. E al quale fonti Tory imputano ora un atteggiamento di “ingenuità”, se non di opportunismo, su una delicata questione di politica estera, culturale e di “interesse nazionale”.

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