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Siria: Ong, bilancio attentato Afrin sale a 46 morti

Le strade di Afrin, in Siria KEYSTONE/AP/LEFTERIS PITARAKIS sda-ats

(Keystone-ATS) Sale a 46 uccisi il bilancio dell’attentato compiuto ieri nel nord-ovest della Siria, nella cittadina di Afrin, capoluogo di quella che fino a due anni fa era una enclave curdo-siriana ma che è stata poi investita dalla campagna militare turca.

Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui dei 40 civili uccisi, 11 sono minori. I sei militari uccisi sono miliziani arabi siriani cooptati da Ankara. L’attentato, compiuto con una cisterna-bomba, non è stato rivendicato.

L’attentato si è verificato poco lontano la residenza del governatore turco, simbolo del potere della Turchia in una zona dove nel 2018, secondo organizzazioni umanitarie siriane e internazionali, è stata compiuta una vera e propria pulizia etnica a danno della comunità curda, che contava oltre 300 mila abitanti.

Tra le vittime civili dell’attentato, il più sanguinoso negli ultimi due anni in una zona controllata dalla Turchia, ci sono arabi sfollati da altre zone della Siria ma anche curdi di Afrin.

L’esplosione è avvenuta in una zona affollata di negozi, dove le persone si accalcavano per gli acquisti prima dell’iftar, il rituale pasto della rottura del digiuno giornaliero durante il mese islamico di Ramadan.

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