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È svizzero il brevetto che trasforma l’aria in acqua potabile

La nuova tecnologia potrebbe essere impiegata per l'irrigazione dei campi nelle zone aride. SEAS

Una start up nata in Ticino lo scorso anno realizza macchinari in grado di trasformare l'aria che respiriamo in acqua da bere di altissima qualità con costi energetici ridotti. Un'idea destinata a rivoluzionare il mondo e che è stata già esportata in vari continenti. 

La mancanza d’acqua è un’emergenza destinata a crescere in modo allarmante nei prossimi anni. Lo sostiene l’Organizzazione delle Nazioni Unite, secondo la quale 748 milioni di persone nel mondo non hanno accesso a fonti di acqua potabile sicure e 2,5 miliardi di persone non dispongono di strutture igienico sanitarie. 

Diritto all’acqua 

Già affermato come estensione del diritto alla vita dalla Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari è stato dichiarato come diritto fondamentale dalle Nazioni Unite con una storica risoluzione approvata dall’Assemblea dell’ONU il 28 luglio del 2010. 

Secondo i dati diffusi dall’ONU 8 milioni di persone muoiono ogni anno a causa di malattie legate all’insicurezza dell’approvvigionamento d’acqua. Oltre 1,5 milioni di loro sono bambini, di età inferiore ai 5 anni. A questi vanno aggiunti 2,2 milioni di decessi causati delle malattie legate alla contaminazione dell’acqua. 

Secondo l’OMS, la quantità minima di acqua necessaria per soddisfare i bisogni vitali è di 40 litri al giorno. Nei paesi più ricchi, il consumo medio per abitante è di 300 litri (425 negli Stati uniti e 316 in Svizzera), mentre nei paesi più poveri, come il Madagascar, è di appena 10 litri. 

Un allarme contenuto nel Rapporto 2015 sullo sviluppo mondiale dell’acquaCollegamento esterno, dal titolo “Acqua per un mondo sostenibile”, che mette in guardia sulla rapida riduzione delle riserve d’acqua nel mondo: già oggigiorno il 20% delle falde freatiche è infatti sovrasfruttato e tra 15 anni la Terra rischia di trovarsi ad affrontare un calo del 40% della disponibilità d’acqua dolce. 

Per evitare rischi maggiori, sostiene l’ONU, urgono ripensamenti sull’utilizzo dell’acqua da parte de settore agricolo, che impiega il 70% dell’acqua complessiva, e dell’industria manifatturiera, la cui domanda d’acqua aumenterà entro il 2050 del 400%. Senza dimenticare poi che il costo dell’acqua potabile in bottiglia è sempre più alto, così come il mercato ad esso collegato che cresce del 10,7% ogni anno. Se nel 2013 era di 117 miliardi, nel 2030 arriverà a 195 miliardi di dollari. 

Acqua pura dall’aria 

Tra le invenzioni che si susseguono per riutilizzare l’acqua desalinizzandola o purificando le acque reflue, la risposta che potrebbe risolvere il problema viene dalla Svizzera. La Societé de l’Eau Aérienne Suisse (SEAS)Collegamento esterno, una start-up con sede a Riva San Vitale in Ticino, ha infatti messo a punto un rivoluzionario sistema chiamato AWA (Air to Water to Air) MODULA, in grado, di trasformare l’aria che respiriamo in acqua potabile di alta qualità, condensando l’umidità presente nell’atmosfera. 

Questo sistema garantirebbe l’accesso a una delle risorse vitali più importanti in qualunque parte del mondo. Acqua purissima da bere grazie ai particolari sistemi di filtraggio, ma anche acqua semipotabile per uso agricolo e acqua distillata per uso alimentare, farmaceutico, ospedaliero. 

Il funzionamento è apparentemente molto semplice: “Pensate al frigorifero della nonna che a un certo punto andava sbrinato. Allora si staccava la spina, il ghiaccio cominciava a sciogliersi e ‘pioveva’ acqua dappertutto”, ha spiegato Rinaldo Bravo, direttore generale di Seas, presentando a fine agosto il brevetto al padiglione svizzero di Expo Milano 2015. “Noi dobbiamo fare proprio come per la sbrinatura del frigorifero: mantenere la temperatura a 2 gradi qualunque sia quella esterna. L’acqua raccolta viene filtrata e poi resa potabile con l’aggiunta di sali minerali. Inoltre, il freddo e il caldo che usiamo per questo processo, lo riusiamo per scaldare e raffreddare”. 

Acqua sulla Terra

Il volume totale d’acqua sulla Terra è di 1,4 miliardi di km3.

Il volume delle risorse d’acqua dolce è di 35 milioni di km3, ossia il 2,5% del totale. 

Di queste risorse d’acqua dolce, il 68,9%, pari 24 milioni di km3, è sotto forma di ghiaccio e di neve permanente in regioni di montagna, nelle regioni dell’Antartico e dell’Artico. Il 30% (8 milioni di km3) è situato sottoterra. 

L’acqua contenuta nei fiumi e nei laghi corrisponde solo allo 0,3% (105’000 km3) del totale dell’acqua dolce mondiale. 

Il totale dell’acqua dolce disponibile per gli ecosistemi e per gli uomini (200’000 km3) rappresenta appena l’1% di tutte le risorse d’acqua dolce e lo 0,01% di tutta l’acqua della Terra.

Impatto ambientale ridotto

Le macchine, che permettono di produrre da 2500 a 10’000 litri al giorno e modulabili fino a centinaia di metri cubi, operano nel rispetto dell’ambiente poiché in grado di sfruttare l’energia impiegata per la produzione di acqua per generare gratuitamente aria fresca e calda. 

“La tecnologia garantisce un impatto ambientale basso o nullo. A differenza delle tecnologie ad osmosi inversa (desalinizzazione, depurazione delle acque, trattamento delle acque reflue, ecc.), quella di SEAS non rilascia impurità nell’ecosistema locale e offre una fonte illimitata e inesauribile di acqua potabile”, commenta la professoressa Anna Magrini dell’Unversita’ di Pavia, che ha collaborato alla realizzazione del progetto che prevede anche lo studio di un sistema energetico di produzione basato su fonti alternative. 

Una soluzione che consentirà, oltre ad un impatto ambientale ridotto, tempi brevissimi per ripagare l’investimento dato che i costi di questi macchinari grandi quasi come container, variano da 200’000 a 500’000 euro. 

Cooperazione italo-svizzera 

L’innovazione è frutto del lavoro congiunto di un gruppo di imprenditori, scienziati e tecnici italiani e svizzeri che conta per ora 16 dipendenti (di cui il 40% svizzeri e il 60% italiani) destinati a diventare in breve tempo 40 (per l’80% svizzeri). Questa tecnologia è già stata esportata finora in Messico, Perù, nelle isole caraibiche di Trinidad e Tobago, in Sudafrica, Libano e negli Emirati Arabi. 

Chi sono gli acquirenti? “Per ora sono solo privati (alberghi, villaggi, sedi di aziende) ma stiamo parlando con i governi di alcuni paesi, come gli Emirati, Trinidad e Tobago, e stati federali, come il Tabasco in Messico. Ovunque ci presentiamo troviamo forte interesse”, aggiunge ancora Rinaldo Bravo. 

Attenti agli sviluppi del progetto della SEAS sono anche le organizzazioni internazionali attive nell’assistenza ai profughi in fuga dalle guerre, così come le organizzazioni non governative. “Abbiamo ricevuto una macchina in prestito da SEAS che vogliamo portare nei campi profughi del Libano. Risolverebbe oltre al problema del reperimento di acqua potabile anche quello del riscaldamento e del raffreddamento di tende e strutture”, indica la baronessa Angela Van Wright Von Berger, segretaria di onlus Unakids, un’organizzazione che si occupa di assistere i bambini in varie parti del mondo.

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