Alla Svizzera il compito di non dimenticare l’Olocausto
Le vittime del genocidio perpetrato dai nazisti non vanno dimenticate. È l’obiettivo dei 31 Stati membri dell’Alleanza Internazionale per la Memoria dell’Olocausto (IHRA), che per un anno sarà presieduta dalla Svizzera.
A poca distanza dal Monumento alla memoria delle vittime dell’Olocausto di Berlino, e più precisamente all’ambasciata svizzera, il presidente uscente dell’IHRACollegamento esterno e ambasciatore rumeno Mihnea Constantinescu ha rimesso l’incarico nelle mani del suo successore, lo svizzero Benno BättigCollegamento esterno, segretario generale del Dipartimento federale degli affari esteri.
Berlino è sede della segreteria dell’IHRA e in ragione della sua storia è tra i luoghi principali della commemorazione dell’Olocausto. Numerosi Stati membri dell’alleanza internazionale non sono stati coinvolti nel massacro perpetrato dai nazionalsocialisti tedeschi, oppure lo sono stati solo marginalmente, ad esempio per aver chiuso le proprie frontiere alle persone perseguitate. Tutti condividono però la ferma volontà di non dimenticare gli orrori dell’Olocausto e le sofferenze delle vittime, promuovendo la ricerca storica e l’insegnamento.
Un compito che diventa sempre più difficile. Anno dopo anno, il numero dei sopravvissuti all’Olocausto – e quindi di coloro che possono raccontare di persona gli eventi ai giovani – si riduce. Ma sono proprio gli incontri con i sopravvissuti a impressionare e a sensibilizzare gli studenti, sottolinea Benno Bättig.
Bisogna quindi trovare nuovi modi per perpetuare la memoria dell’Olocausto. Non è infatti detto che i terribili avvenimenti del passato rimarranno indelebilmente presenti nella mente delle generazioni future. La memoria va preservata e trasmessa in modo adeguato alle rispettive generazioni, afferma il nuovo presidente dell’IHRA.
Le persone dietro alla storia
Per fare questo, la Svizzera si avvarrà tra le varie cose della nuova applicazione “Fuggire dall’Olocausto”, che consente agli utenti di immergersi nella vita di quattro perseguitati. Grazie a una serie di strumenti multimediali, il destino di queste persone prende forma e vita.
«Dobbiamo parlare la lingua dei giovani e utilizzare i loro canali di comunicazione», spiega Benno Bätig. «Le testimonianze personali ci ricordano che dietro alla storia ci sono delle persone». Inoltre, l’applicazione riunisce in maniera evidente le priorità della presidenza elvetica: formazione e istruzione, lavoro con i giovani e social media.
Nel 2017, la Svizzera curerà poi l’organizzazione di due assemblee plenarie dell’IHRA, la prima a Ginevra e la seconda a Berna, sosterrà due esposizioni itineranti sull’Olocausto e promuoverà l’insegnamento scolastico di questa pagina di storia.
Memoria collettiva
L’IHRA è stata fondata nel 1998 con lo scopo di impedire che il ricordo dell’Olocausto svanisca dalla memoria collettiva. La Svizzera vi ha aderito nel 2004 ed è stato il primo paese ad aver istituito un organo consultivo nazionale in cui rappresentanti dell’istruzione, delle associazioni ebraiche, delle organizzazioni sinti e rom e del mondo politico possono elaborare un’agenda comune.
La presidenza svizzera dell’IHRA si basa sui valori del nostro paese, sottolinea Benno Bättig. «La Svizzera si è sempre impegnata in favore del rispetto dei diritti umani». Ed è proprio su queste fondamenta che si intende perpetuare la memoria e la ricerca sull’Olocausto.
Traduzione dal tedesco di Luigi Jorio
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