Esplosione dei costi per le cure, chi pagherà il conto?
Tra vent'anni, la generazione dei baby boomer avrà bisogno di cure. La spesa per l'assistenza si moltiplicherà, ma già oggi i fondi non sono sufficienti. La Svizzera deve dotarsi di un'assicurazione obbligatoria per le cure in vista dello "tsunami grigio"?
La signora Müller, 86 anni, cade durante una passeggiata e si rompe il bacino. Dopo la degenza ospedaliera è evidente a tutti che non può più provvedere a se stessa: la casa per anziani la attende. La signora Müller, vedova da un po’ tempo, è felice di avere presto compagnia. Ma è preoccupata per i soldi.
La signora Müller riceve dall’AVS e dalla cassa pensione una rendita complessiva mensile di circa 4800 franchi. Questo importo le ha permesso di vivere fino ad oggi molto bene. Ma la casa di cura costa 8973 franchi al meseCollegamento esterno: cassa malati e cantone partecipano ai costi rispettivamente con circa 1660 e 1405 franchi.
L’intera pensione della signora Müller va dunque alla casa di cura. Ma non è sufficiente. Nonostante i contributi di cassa malati e cantone, la signora deve ancora pagare 1108 franchi ogni mese. Lo potrà fare solo attingendo al suo patrimonio personale. Al momento ha ancora 107’000 franchi sul suo conto. Possiede inoltre una casa monofamiliare che vorrebbe lasciare in eredità a sua figlia. Ma se la signora Müller vive ancora per molti anni – cosa che tutti sperano – prima o poi dovrà vendere la casa.
Invece di ereditare una casa, la figlia della signora Müller, nel quadro del sostegno dei parenti, potrebbe dover contribuire al pagamento della retta mensile di sua madre se il suo salario supera i 120’000 franchi all’annoCollegamento esterno.
Non vale la pena risparmiare
Questo esempio fittizio – con cifre realistiche per la Svizzera – mostra una cosa: le spese per l’assistenza divorano l’intero patrimonio privato. Per il 60 per cento dei residenti Collegamento esternoin case per anziani in Svizzera, la rendita non è sufficiente a coprire i costi del soggiorno.
“In Svizzera non si è ancora trovata una buona soluzione per risolvere il finanziamento delle cure”, afferma Carlo KnöpfelCollegamento esterno, professore al Dipartimento di lavoro sociale presso la Scuola universitaria professionale della Svizzera Nordoccidentale. “I servizi necessari per una buona vecchiaia devono essere pagati dagli anziani stessi”.
Un’osservazione simile la fa anche Thomas GächterCollegamento esterno, professore di diritto delle assicurazioni sociali all’Università di Zurigo: “Le spese di cura distruggono la proprietà, il che equivale ad espropriare gli eredi”. Il segnale che si dà è disastroso: “Risparmiare è da stupidi, perché questi soldi non puoi lasciarli ai tuoi figli”. La mancanza di incentivi al risparmio è ancora una volta un male per lo Stato, perché come affermava già Bismarck: “Abbiamo bisogno di cittadini che hanno qualcosa da perdere perché così supporteranno lo Stato.”
I costi di moltiplicheranno
I costi per l’assistenza non sono solo un problema privato, ma anche pubblico: secondo varie previsioni, il numero di persone bisognose di assistenzaCollegamento esterno e la relativa spesa pubblicaCollegamento esterno raddoppieranno nei prossimi 10-25 anni. Alcuni parlano di uno “tsunami grigio” che travolgerà la Svizzera.
Chi pagherà? Alcuni paesi si affidano alle assicurazioni: il Giappone ha introdotto nel 2000 l’assicurazione obbligatoria per l’assistenza, che copre fino al 90% dei costi. È finanziata per metà dai contributi degli assicurati e per metà dallo Stato (imposte).
Dal 1995 la Germania dispone di un’assicurazione obbligatoriaCollegamento esterno per le cure nell’ambito del suo regime di assicurazione malattia. Copre circa il 50% dei costi delle cure stazionarie. È finanziata dai contributi salariali, metà dei quali sono pagati dal dipendente e metà dal datore di lavoro.
La ricca Svizzera indugia
In Svizzera non esiste un’assicurazione obbligatoria per l’assistenza. “Le prestazioni complementari – ricorda Knöpfel – svolgono questo ruolo”.
Le cosiddette prestazioni complementari sono state introdotte nel 1966 come complemento all’AVS. Gli anziani hanno diritto a queste prestazioni Collegamento esternose la pensione non copre il minimo vitale. Ciò che succede nel caso in cui l’anziano è ricoverato in una casa di cura. Nel 2017, 322’800 personeCollegamento esterno in Svizzera hanno ricevuto prestazioni complementari (AVS, AI o assegno per grandi invalidi). Si tratta di circa il 16% dei pensionati. Nelle case di cura, la percentuale di beneficiari di prestazioni complementari è di circa il 50%.
“Qualche anno fa – aggiunge il professor Gächter – il Parlamento ha deliberatamente deciso di alleggerire le casse malati e di finanziare i costi delle cure attraverso le prestazioni complementari. Si è così rinunciato ad introdurre un’assicurazione per l’assistenza e la cura”. Gächter teme, tuttavia, che il sistema finirà presto contro un muro: “Se la generazione dei baby boomer ha bisogno di cure, i costi esploderanno”.
Soluzioni ideali sono difficili da trovare
Secondo Thomas Gächter, il nodo della questione attorno all’assicurazione per l’assistenza è sapere chi paga. Ci sono varie proposte, ma tutte hanno delle lacune. Gächter è dell’avviso che non si possa introdurre un premio pro capite come nel caso dell’assicurazione malattia perché semplicemente inaccessibile ai più. “Non so il ‘come’, dice Gächter, ma una cosa è evidente: tutti sanno che bisogna fare qualcosa”.
Carlo Knöpfel vede idealmente una soluzione a due binari “Le cure continueranno ad essere finanziate dalle prestazioni complementari, sebbene queste debbano poi essere generosamente finanziate. E l’assistenza potrebbe essere finanziata dall’assegno per grandi invalidi però ripensato e ulteriormente finanziato”. In ogni caso, sarebbe comunque lo Stato a intervenire con il denaro dei contribuenti.
Puntare di più sulla famiglia
Secondo Knöpfel, il modello olandese “BuurtzorgCollegamento esterno” potrebbe essere una fonte di ispirazione per le cure ambulatoriali. Secondo questo modello, piccole squadre auto-organizzate di servizio infermieristico ambulatoriale si prendono cura degli anziani, idealmente con l’aiuto di vicini, amici e parenti.
A differenza dei paesi dell’Europa meridionale, dove gli anziani sono assistiti principalmente da privati, i figli ormai adulti in Svizzera aiutano spesso i loro genitori che hanno bisogno di assistenza, ma non quotidianamente. A differenza di molti paesi europei, in Svizzera i parenti che si occupano dei familiari ancora non ricevono alcun sussidio o sostegno statale. Forse proprio per questo motivo, rispetto ad altri paesi europei, in Svizzera un numero relativamente elevato di persone anziane viene assistito in case di cura.
Una soluzione potrebbe quindi essere anche la promozione del sostegno da parte dei familiari. Ciò non solo sarebbe meno costoso, ma sarebbe anche nell’interesse degli anziani, perché la maggior parte delle persone preferisce rimanere a casa fino alla fine della loro vita.
Assurdo: a causa dei costi, si va nella case di cura
La maggior parte degli svizzeri in età avanzata preferisce rimanere a casa. Sempre più persone anziane vengono assistite a casa Collegamento esternodal servizio Spitex o si trasferiscono in appartamenti per anziani. Non ci sono quasi più le case di riposo classiche, ma solo case di cura per coloro che ne hanno molto bisogno negli ultimi mesi di vita.
Paradossalmente, però, le persone anziane che si trovano in condizioni economiche peggiori sono costrette a entrare in una casa di riposo, anche se non è strettamente necessario: “Chi non ha parenti che possono aiutare nella vita quotidiana e troppo poco denaro per potersi pagare il sostegno domestico, ad esempio per far la spesa, le pulizie o la cucina, spesso deve trasferirsi in una casa per anziani, anche se la persona interessata non ha bisogno di cure”. Lo afferma Judith Bucher di Pro SenectuteCollegamento esterno. Per le casse malati è più conveniente poter fatturare i pazienti in regime di ricovero, perché in questo caso i Cantoni partecipano in modo importante ai costi.
Questo non solo è insoddisfacente per le persone coinvolte, ma anche per lo Stato: da un punto di vista operativo, lo Spitex e il sostegno delle organizzazioni che lavorano con i volontari costano molto meno delle case di cura.
Contattate l’autrice @SibillaBondolfi su FacebookCollegamento esterno o TwitterCollegamento esterno.
Tradotto dal tedesco da Riccardo Franciolli
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