Dietro l’handicap, le risorse
Scoprire il potenziale di arricchimento, per le imprese e per tutta la società, che si cela dietro persone offese nella salute, fisica o mentale: è una delle opportunità offerte dalla mostra itinerante per i 50 anni dell'assicurazione invalidità (AI), che quest'anno fa il giro della Svizzera.
Un’esposizione concepita come una piattaforma d’informazione, di dialogo e di sensibilizzazione, che porta alla ribalta la questione del reinserimento professionale dei portatori di handicap e dei tabù che li circondano. Organizzatrice della mostra, la Conferenza degli Uffici AI (CUAI) ambisce a vincere i preconcetti con la conoscenza e il coinvolgimento di tutte le parti interessate.
Il 50° anniversario di esistenza dell’AI serve da spunto per approfondire le informazioni “su questa importantissima assicurazione, che fa parte del primo pilastro del sistema di previdenza sociale” elvetico, spiega a swissinfo.ch Monica Maestri Crivelli, vicepresidente della CUAI e capo dell’Ufficio AI del canton Ticino.
Premessa basilare, è capire che “l’AI è un’assicurazione d’integrazione e non di rendita”. Quando ciò sarà chiaro per tutti, chi si rivolgerà agli Uffici AI lo farà con lo spirito di cogliere un’opportunità di cambiamento, invece di vedersi solo in una situazione di svantaggio, osserva l’avvocata.
Tutti assicurati, tutti potenziali invalidi
Ideata come luogo d’incontro propizio agli scambi, la mostra permette al personale degli Uffici AI di dare visibilità al proprio lavoro, avvicinarsi a un vasto pubblico e diffondere il messaggio integrativo, in modo che tutti siano coscienti delle possibilità esistenti. Anche perché non bisogna dimenticare che chiunque può ritrovarsi con problemi di salute, fisici o psichici, e avere bisogno dell’aiuto dell’AI, sottolinea Monica Maestri Crivelli.
Per il reinserimento professionale, tuttavia, non basta la volontà dei disabili. È indispensabile la disponibilità ad assumerli dei datori di lavoro. Ed è qui che risiede il più grosso ostacolo.
Infatti, “l’esperienza dimostra che la maggior parte delle persone offese nella salute desidera lavorare. Ma in moltissimi casi viene esclusa dal mercato del lavoro a causa di pregiudizi o della mancanza di un impiego idoneo”, ha affermato il presidente della CUAI Stefan Ritler, all’inaugurazione dell’esposizione a Lucerna, avvenuta a fine gennaio.
Persuasione con esempi concreti di successo
Come evidenziato nella mostra, in Svizzera moltissime aziende che dicono di essere in linea di principio disposte ad assumere persone con problemi di salute, in realtà non lo fanno. Per convincerle a compiere il passo, gli operatori degli Uffici AI si avvalgono degli esempi di quelle imprese che invece hanno imboccato questa strada.
Modelli di successi che provano chiaramente come “un dipendente con problemi di salute non sia per forza un handicap, bensì una ricchezza” per l’azienda, rileva Ritler. Il presidente della CUAI non nasconde comunque che la riuscita dell’integrazione richiede l’impegno di tutti: “la persona direttamente interessata, i dirigenti e i colleghi di lavoro”.
Un valore aggiunto
Occorre perseverare, non arrendersi di fronte al primo ostacolo. “Non è sempre tutto facile”, ammette Stefan Ritler. Ma queste fatiche danno frutti. Da alcuni casi concreti presentati nell’esposizione e dalle testimonianze raccolte in sei brevi documentari, risalta il valore aggiunto che queste persone rappresentano per l’impresa e per la società.
Un’infermità “è solo un fattore nel profilo di queste persone. Come tutti, hanno anche risorse preziose: una formazione, un’esperienza professionale, una famiglia, un know-how. Elementi che purtroppo sono spesso mascherati dall’handicap”, si è rammaricato Jean-Philippe Ruegger, membro del comitato della CUAI, illustrando la mostra. Eppure a tutti può succedere di assentarsi dal lavoro per una malattia o un infortunio, alterando così le prestazioni. Ma questo passa inosservato.
“Bisogna lavorare veramente sulle potenzialità del singolo. Perché si può quasi sempre trovare il posto giusto per la persona giusta e viceversa la persona giusta per il posto giusto”, dice Misha Bianchi, dell’Ufficio AI del canton Ticino, membro del gruppo di lavoro che ha realizzato la mostra.
Lo specialista mette l’accento sulla collaborazione. A suo parere, bisogna rafforzare la comunicazione “per convincere tutta la popolazione a muoversi nella stessa direzione, evitando le imposizioni, perché ci sono valori e opportunità che basta saper cogliere e che possono essere fruttuosi per tutti”.
In estate sul San Gottardo
La mostra, che durante l’anno viaggerà nella Confederazione, passando in quasi tutti i cantoni, rientra in quest’ottica di trasformazione, movimento e collaborazione, con un unico obiettivo: riuscire a integrare. Altamente simbolico di questo disegno è l’appuntamento, dal 24 luglio al 5 agosto, sul Passo del San Gottardo.
Sulla celebre via di transito che collega il nord e il sud dell’Europa, l’esposizione sarà organizzata congiuntamente dagli Uffici AI dei cantoni Ticino e Uri, in italiano e in tedesco. Sarà rappresentativa del cambiamento dell’AI, che porta i suoi operatori a unire le forze, ad andare sul terreno per concertare soluzioni idonee, a dare prova di creatività.
L’idea è di utilizzare l’evento “un po’ come una cassa di risonanza, per poi trovare altri canali di contatto con i datori di lavoro e con la popolazione”, ci indica Misha Bianchi. Con questa esposizione si vuole fare in modo “che quando si sente parlare di AI non si abbia tendenza a scappare”, ma al contrario si risvegli l’interesse.
Sonia Fenazzi, Lucerna, swissinfo.ch
In Svizzera mancano circa 192mila posti di lavoro per persone offese nella salute; ci sono 21mila aziende che impiegano persone offese nella salute; altre 95mila imprese dicono che sarebbero disposte ad assumere persone offese nella salute, ma in realtà non le impiegano.
Sobria e concisa, l’esposizione vuole essere un luogo aperto, d’incontri e di scambi, rappresentativa del mandato d’integrazione affidato all’AI.
Si articola in sei moduli, dedicati ad altrettanti temi: fatti e cifre, diversità, gestione della salute, cambiamento culturale, responsabilità sociale delle imprese, integrazione.
Con immagini, testi e video di testimonianze, fornisce informazioni sull’AI, sul lavoro degli Uffici AI e su aziende che occupano portatori di handicap fisici o psichici.
In diversi punti, ci sono tavolini e panchine per esortare i visitatori a fermarsi e a dialogare con gli specialisti degli Uffici AI presenti per consentire al pubblico di approfondire le conoscenze.
Itinerante, è stata inaugurata il 26 gennaio a Lucerna e, a turno, sarà allestita in quasi tutti i cantoni, nella versione linguistica locale. In italiano si svolgerà dal 24 luglio al 5 agosto sul passo del San Gottardo. L’ultimo allestimento è in calendario dal 12 al 21 novembre a Ginevra.
Il programma potrà ancora arricchirsi di ulteriori appuntamenti. Gli aggiornamenti saranno registrati man mano sulla pagina internet della CUAI.
La legge federale sull’AI è entrata in vigore il 1° gennaio 1960. Istituita per aiutare i disabili, sin dall’inizio ha come obiettivo il loro inserimento nel mondo del lavoro.
Negli ultimi anni l’AI ha tenuto banco in parlamento soprattutto a causa dei problemi finanziari.
Il 17 giugno 2007 il popolo ha accettato con quasi il 60% dei voti la 5a revisione che comporta misure di risparmio, dà la priorità al lavoro sulla rendita e rafforza la lotta agli abusi. La legge modificata entra in vigore il 1° gennaio 2008.
Il 27 settembre 2009 l’elettorato ha approvato con il 54,5% di sì il piano di risanamento dell’AI con un finanziamento aggiuntivo tramite un lieve aumento dell’IVA per il periodo 2011-2017. Parallelamente si divide il fondo di compensazione dell’AI e dell’AVS.
La CUAI è l’associazione che riunisce i 26 Uffici cantonali dell’AI, l’Ufficio federale dell’AI per gli assicurati residenti all’estero e l’istituto AI del Principato del Liechtenstein.
La CUAI rappresenta gli interessi dei suoi membri, partecipa attivamente allo sviluppo dell’AI e vigila sull’applicazione uniforme del diritto in materia di AI.
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