Ecco cosa vivono studenti e studentesse svizzere durante uno scambio in India
Venti giovani di Lucerna hanno iniziato il 2024 presso famiglie ospitanti nel Kerala, uno Stato dell'India meridionale. Hanno percepito l'ansia da prestazione dei loro compagni di classe indiani.
Sono 7’500 i chilometri in linea d’aria che separano Lucerna dal Kerala, nel sud dell’India. Anche la distanza culturale è grande: “Ho dovuto abituarmi a mangiare solo con la mano destra”, dice Celia Kaufmann. E Lana Kronenberg ha scoperto che “uscire la sera è un tabù in India”.
Le due studentesse del liceo cantonale Alpenquai di Lucerna sono state nell’India meridionale assieme a 18 compagni e compagne di scuola. L’obiettivo: conoscere il Paese e il suo sistema politico e ampliare i propri orizzonti. Vivere con la famiglia ospitante è un’esperienza molto arricchente, afferma Lana Kronenberg. “Si parla, si mangia e si ride insieme”.
È la terza volta che giovani lucernesi effettuano un soggiorno del genere. L’insegnante di religione e di etica Tommi Mendel ha accompagnato ciascuno di questi progetti di scambio. Agli studenti rimane solo una piccolissima parte di ciò che viene insegnato loro in classe, dice. Questi scambi, invece, rimangono per tutta la vita.
I mondi si scontrano nella vita quotidiana
Fino all’11 gennaio, studenti e studentesse hanno discusso all’interno di gruppi interculturali gli aspetti della disuguaglianza sociale in Svizzera e in India. I e le giovani lucernesi hanno però percepito il contrasto tra i due mondi anche nella vita quotidiana. Hanno vissuto in famiglie ospitanti, alcune delle quali avevano cuoche e autisti privati, ma hanno anche visitato quartieri molto meno privilegiati.
Le conversazioni con i compagni e le compagne di classe sono state rivelatrici. “Quando si tratta di scegliere una professione, le donne in Svizzera fanno più fatica a fare carriera rispetto alle donne in India. Non me lo aspettavo”, dice Celia Kaufmann. Anche le differenze tra i generi sono notevoli. “Qui la maggior parte dei ragazzi ha un cellulare. Non è invece così per le ragazze, che la considerano un’ingiustizia”.
Il programma di scambio studentesco tra la scuola cantonale di Lucerna e la controparte indiana è sostenuto finanziariamente da Movetia, l’agenzia svizzera per gli scambi e la mobilità in tutti i settori dell’istruzione, sostenuta da Confederazione e Cantoni.
Per il progetto di Lucerna, Movetia versa un contributo unico di viaggio pari a 800 franchi per persona. Per il soggiorno in loco, vengono versati 30 franchi al giorno per giovane in India e 50 franchi in Svizzera. Movetia finanzia anche il soggiorno degli insegnanti accompagnatori, oltre a versare una quota organizzativa di 1’250 franchi alla scuola cantonale. Gli studenti svizzeri devono pagare di tasca propria circa 650 franchi.
Le scuole devono soddisfare determinate condizioni
Per ricevere il sostegno finanziario dell’agenzia, è necessario soddisfare una serie di condizioni. “Non finanziamo viaggi puramente turistici”, spiega Susan Gürber, collaboratrice scientifica di Movetia. “Chiediamo che gli studenti si dedichino a un tema rilevante per la scuola e la società e che ci lavorino insieme durante l’anno scolastico”.
Ogni anno, un massimo del 20% dei finanziamenti per i progetti di mobilità internazionale viene destinato a progetti di scambio extraeuropei. “Finanziando progetti all’interno dell’Europa, vogliamo tenere conto anche della dimensione ecologica”, afferma Gürber. “Tuttavia, se la qualità del contenuto di un progetto è convincente, non tracciamo alcun confine geografico”.
Le scoperte non sono mancate nemmeno parlando del sistema educativo. “Per la mia sorella ospitante, è estremamente importante avere una buona istruzione e poter frequentare una buona università”, dice Lana Kronenberg. Quest’ansia da prestazione è meno presente in Svizzera, dove l’apprendistato è un’alternativa allo studio.
Il gruppo venuto da Lucerna si è reso conto anche di un altro aspetto: che si tratti di carriera, di famiglia o di cambiamenti climatici, le generazioni di entrambi i Paesi condividono le stesse preoccupazioni.
Volo di dodici ore
I giovani e le giovani dalla Svizzera non sono stati i soli a prendere l’aereo per partecipare allo scambio: la loro controparte indiana è stata a Lucerna lo scorso mese di ottobre. Tra una visita e l’altra si sono pure incontrati in una classe virtuale via Skype.
Ma in un’epoca di riscaldamento globale, un progetto del genere non dovrebbe essere realizzato completamente in digitale, o almeno con un viaggio limitato ai confini dell’Europa?
Tommi Mendel difende il viaggio verso una destinazione lontana. “All’interno dei Paesi industrializzati occidentali, la mentalità è molto simile”. In India, invece, c’è un’enorme diversità religiosa, culturale e linguistica.
“La sostenibilità e il cambiamento climatico sono temi importanti, sui quali riflettiamo anche noi”, afferma Mendel. È però troppo facile puntare il dito contro i voli a lungo raggio.
Occorre considerare anche l’alimentazione, le abitudini di consumo, il modo di vivere e la mobilità. “Si dà per scontato che tutti possiedano uno smartphone e un computer portatile”, dice Mendel. Anche questi oggetti generano CO₂. “Se si guarda con occhio critico all’intero contesto, un programma di scambio eccezionale di questo tipo può essere giustificato”.
Traduzione di Luigi Jorio
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