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Emigrazione, il ritardatario e gli imprenditori

Franz Juchli
Franz Juchli (75 anni) vive a Pattaya (Thailandia). zvg

Una crociera in Thailandia, a cui i colleghi lo hanno spinto a partecipare, ha aperto gli occhi a Franz Juchli di Buchs, nel Canton Zurigo. "Tre settimane senza cellulare, fax o e-mail mi hanno fatto capire che nella vita ci sono cose più belle dell'ufficio".

L’uomo, che aveva sempre lavorato “duramente” e aveva fatto fortuna con la sua attività di lattoniere e pittore, ha lasciato tutto. Invece di continuare a lavorare fino a 70 anni, nel giro di un mese ha venduto l’attività, la casa, le auto e l’Harley-Davidson… ed è emigrato.

Non è stato difficile lasciare la Svizzera otto anni fa, perché si sentiva sempre più a disagio nel suo Paese. Non voleva più arrabbiarsi con la politica o essere costantemente fermato dalla polizia quando era al volante. Per Franz Juchli, la Svizzera è uno Stato di polizia.

Si è trasferito a Pattaya, sulla costa orientale del Golfo di Thailandia. Lì, durante la pandemia, si è goduto una casa con piscina e paesaggio. La ristrutturava e la riparava continuamente. Ma dopo un ictus nel 2021, ha deciso di venderla. “La vita può passare molto velocemente. Voglio solo godermela”, dice.

Da allora, Juchli vive in una residenza sorvegliata, dove ha diversi vicini svizzeri. Si gode la pensione, incontrando i colleghi svizzeri per un caffè, una cena o una partita a biliardo. “In Thailandia ho trovato una vita più libera e rilassata”, dice.

Due persone in giardino
Andrea (46 anni) e Rolf (52) Bertschi vivono con i figli a Sabran (Francia). zvg

Andrea e Rolf Bertschi sono in Francia da molto tempo: nel 2018 si sono trasferiti con i figli piccoli nell’hotel Château de Montcaud in Provenza e da allora lo gestiscono insieme.

“L’attività alberghiera mi ha permesso di vedere altri Paesi guadagnando”, afferma Rolf Bertschi, originario di Suhr in Argovia, che lavora all’estero da 20 anni.

Andrea Bertschi, di Basilea, è emigrata all’età di 31 anni. “Ero alla ricerca di emozioni e vedevo come una sfida personale quella di lasciarmi alle spalle la mia vita ordinata e di mettermi in proprio”, dice la psicologa.

Mentre lei insegnava inglese a Bangkok i due sono diventati una coppia. Insieme si sono trasferiti a Hong Kong, nella Cina meridionale, a Dubai e poi in Francia. “Quando si tratta di espatriare, alcuni pensano che ogni giorno sia un’avventura”, spiega Rolf Bertschi. Ma indipendentemente dal luogo in cui si va, la routine quotidiana si instaura rapidamente. Da quando i figli sono hanno iniziato la scuola, il contatto con la popolazione locale è diventato naturale. “Ma siamo pur sempre stranieri”, dice l’albergatore.

Con i figli a scuola, la coppia pensa di più ai problemi legati all’espatrio. Andrea Bertschi conclude: “Come svizzeri all’estero, abbiamo il lusso di sapere che il nostro Paese d’origine e le nostre famiglie ci accoglierebbero qualora decidessimo di ritornare.

Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta su Sonntagsblick e viene qui riprodotto per gentile concessione.

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