Quando una donazione di beneficenza desta sospetti
La notizia di una «discutibile» donazione di mezzo milione di franchi a un progetto della Fondazione Clinton, effettuata dalla Svizzera nel 2011, ha suscitato non poche critiche negli scorsi giorni. La vicenda ha pure sollevato interrogativi su come le organizzazioni umanitarie scelgono i progetti da sostenere.
È stato un articoloCollegamento esterno dell’ultima edizione del domenicale Schweiz am Sonntag a rivelare che nel 2011 l’agenzia svizzera per lo sviluppo e la cooperazione (DSC) ha versato 484’000 franchi alla Fondazione Clinton. Lo scopo: sostenere un progetto di riduzione della mortalità infantile in Liberia tra il 2011 e il 2013.
Una donazione che il giornale svizzero tedesco ha definito «discutibile» poiché è stata effettuata da un paese neutrale in favore di un’organizzazione fondata dall’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton.
A sollevare interrogativi su un possibile conflitto di interessi è poi il fatto che la donazione è avvenuta in un momento in cui Svizzera e Stati Uniti erano in piena vertenza politica e giudiziaria in merito ai conti di clienti americani nelle banche elvetiche. In particolare, Washington aveva accusato Berna di aiutare i suoi cittadini più abbienti ad evadere il fisco.
Una portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), a cui fa capo la DSC, ha però negato qualsiasi implicazione dubbiosa, affermando al giornale che «la DSC non ha altri legami operativi o finanziari con la Fondazione Clinton. La Svizzera non ha alcuna agenda nascosta e non strumentalizza la cooperazione allo sviluppo per finalità politiche».
Progetto in linea con la strategia della Svizzera
Sembra di essere di fronte al caso di una parola contro l’altra: mentre le voci critiche ritengono che la donazione svizzera a una fondazione estera fosse motivata da questioni politiche – presumibilmente l’allentamento della pressione statunitense sulle banche svizzere – la DSC sostiene che non si è affatto trattato di un tentativo di corruzione. Sorge quindi una domanda: in che modo la DSC sceglie i progetti e i paesi da sostenere?
Il grafico seguente illustra la ripartizione dei fondi della cooperazione bilaterale allo sviluppo della Confederazione nel 2011. Gli aiuti bilaterali vengono versati direttamente a un paese, mentre quelli multilaterali vengono forniti via un’organizzazione internazionale quali la Banca mondiale o le Nazioni Unite. La Liberia, ad esempio, ha ricevuto dalla Svizzera 10,2 milioni di franchi, di cui il 5% è rappresentato dalla donazione alla Fondazione Clinton.
Noémie Charton, portavoce del DFAE, ribadisce che la donazione in questione è stata fatta per un progetto specifico dell’Iniziativa Clinton per l’Accesso alla Sanità (CHAI), il cui obiettivo è la riduzione della mortalità materna e infantile in Liberia. La Svizzera non ha finanziato altri progetti della Fondazione Clinton, puntualizza.
Senza rispondere direttamente all’interrogativo sul presunto conflitto d’interessi, la DSC indica che il progetto della CHAI era stato scelto tra tanti altri siccome «i suoi obiettivi erano in linea con la strategia della DSC in Liberia». Stando al sito della DSC, le strategie nei paesi e nelle regioni del mondo sono definite sulla base di sette obiettivi illustrati nel Messaggio concernente la cooperazione internazionale della SvizzeraCollegamento esterno.
Al momento di scegliere con quali organizzazioni non governative collaborare, si considerano i partner con i quali è possibile ottenere «l’impatto maggiore», indica ancora la DSC, la quale afferma di non possedere strumenti di finanziamento separati per sostenere progetti di organizzazioni terze. La selezione viene effettuata sulla base della “lista di paesi e regioni prioritariCollegamento esterno”, nella quale la Liberia non viene esplicitamente elencata.
Controllare meglio le spese della DSC
L’articolo della Schweiz am Sonntag rileva inoltre che all’epoca della donazione della DSC, Hillary Clinton, allora Segretaria di Stato, era in diretto contatto con l’ex ministra svizzera degli affari esteri Micheline Calmy-Rey.
Ora, dopo l’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, c’è il timore che la Fondazione Clinton sia oggetto di un’indagine da parte dell’FBI, che potrebbe quindi coinvolgere anche la Svizzera.
Roland Büchel, presidente della commissione di politica estera della camera bassa del parlamento, ha affermato al quotidiano romando Tribune de Genève che verranno chiesti chiarimenti al DFAE. «La nostra prossima riunione è prevista la settimana prossima a Ginevra. Didier Burkhalter [l’attuale ministro degli esteri, ndr] dovrà rispondere alle nostre domande».
Sempre al giornale ginevrino, il deputato Carlo Sommaruga ha dal canto suo detto che «d’ora in avanti bisognerà controllare che i soldi sono stati davvero investiti. L’efficacia del progetto dev’essere valutata. In futuro si dovrà prestare più attenzione a come la DSC spende i suoi soldi».
Traduzione e adattamento dall’inglese di Luigi Jorio
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