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La parità è lontana, ma le giovani svizzere nutrono grandi speranze

Più le donne acquisiscono esperienza professionale, più diventano pessimiste sull'uguaglianza dei sessi, indica il rapporto di Plan International Svizzera. © Keystone / Martial Trezzini

Le giovani donne svizzere sono molto ottimiste sugli sviluppi nella parità di genere. Le loro speranze svaniscono però non appena entrano nel mercato del lavoro. Pubblicati in occasione della Giornata internazionale della donna, l'8 marzo, i risultati dell'indagine di Plan International Svizzera evidenziano i progressi da compiere.

“Suo marito è d’accordo che lei faccia viaggi d’affari?”, chiede un uomo a una candidata a un posto di lavoro. Questa breve domanda annotata nell’inchiesta di Plan International SvizzeraCollegamento esterno è stata realmente rivolta alla direttrice dell’organizzazione che difende la causa delle ragazze, Suba Umathevan, 37 anni, nel corso della sua carriera.

“L’uguaglianza inizia dal linguaggio”, afferma Suba Umathevan. Di origini srilankesi, è arrivata in Svizzera come rifugiata all’età di due anni. “Come donna e migrante, sono doppiamente discriminata”, rileva. Non è l’unica a subire questo tipo di frasi sessiste o altre discriminazioni legate al genere, come mostra il rapportoCollegamento esterno pubblicato da Plan International Svizzera.

Dall’indagine è emerso che il 42% delle donne tra i 24 ei 40 anni si sente discriminato sul lavoro. E più acquisiscono esperienza lavorativa, più le donne diventano pessimiste sul raggiungimento dell’uguaglianza. Il 36% delle ragazze dai 14 ai 17 anni intervistate si è dichiarata ottimista sull’argomento, questa quota è scesa al 23% per la fascia di età dai 18 ai 24 anni.

La realtà del soffitto di cristallo

“Le partecipanti allo studio hanno menzionato principalmente la disuguaglianza salariale e la mancanza di opportunità di promozione”, precisa Suba Umathevan. Le loro dichiarazioni corroborano la realtà del mondo del lavoro elvetico.

Contenuto esterno

In Svizzera, in media, le donne continuano a guadagnare il 14,8% in meno rispetto agli uomini. Inoltre, se la percentuale di donne all’inizio della loro carriera è equivalente a quella degli uomini, il loro tasso si assottiglia a livello di quadri dirigenti. Al livello di gestione più basso le donne costituiscono il 38%, mentre al livello più alto costituiscono solo il 18%, secondo l’Advance & HSG Gender Intelligence Report 2019Collegamento esterno.

Ciò non è dovuto a un’ipotetica mancanza di fiducia in sé stesse, che spingerebbe le donne a temere posizioni di responsabilità: secondo il rapporto di Plan International Svizzera, il 70% delle donne dice di avere fiducia nelle proprie capacità di leadership. Né gli uomini possono essere accusati di non voler svolgere lavori domestici, dal momento che quasi sei su dieci uomini si dichiarano interessati ad assumersi faccende domestiche e ad occuparsi dei bambini.

“Si tratta di un problema istituzionale causato da aspettative culturali e della società”, ritiene la direttrice dell’organizzazione. Un’analisi confermata dal rapporto, che mostra che sia le ragazze che i ragazzi accusano gli stereotipi di perpetuare le disparità di genere. I modelli tradizionali di ripartizione dei ruoli sono tenaci.

Rompere il circolo vizioso delle disuguaglianze

Per cambiare mentalità, occorre iniziare a pagare donne e uomini allo stesso modo. Indipendentemente dalla loro età e dal sesso, la maggior parte degli intervistati ritiene che l’uguaglianza debba essere raggiunta attraverso stipendi uguali e pari opportunità di lavoro. Ciò spezzerebbe il circolo vizioso della disuguaglianza legata al lavoro: gli uomini guadagnano di più, quindi sono le donne che lavorano di meno quando arriva un figlio, mentre i loro colleghi maschi continuano a scalare la gerarchia.

“Si tratta di un problema istituzionale causato da aspettative culturali e della società.”
Suba Umathevan

Nel confronto internazionale, la Svizzera ha ancora un lungo cammino da percorrere per eliminare le disuguaglianze. Nell’indice del soffitto di cristallo dell’Economist 2018, la Svizzera si è classificata al 26° posto in termini di parità di genere nel mercato del lavoro, dietro la maggior parte degli altri paesi OCSE (Organizzazione per la cooperazione e sviluppo economico). In quasi tutti gli aspetti della partecipazione al mercato del lavoro ha ottenuto cattivi risultati.

Il quinto obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite mira a raggiungere l’uguaglianza di genere entro il 2030. “Una scadenza irrealistica per la Svizzera”, commenta Suba Umathevan. Anche per gli altri Stati, secondo le previsioni del Global Gender Gap Index 2020, al ritmo attuale dei progressi, ci vorranno quasi cento anni per raggiungere la parità di genere.

Ottimismo nonostante tutto

Ma allora perché tanto ottimismo tra le giovani donne?

“È mancanza di realismo”, risponde la direttrice di Plan International Svizzera. Possiamo anche trarre una conclusione più ottimistica: le ragazze si sentono trattate allo stesso modo all’interno del sistema educativo svizzero, osserva Suba Umathevan. Secondo la sua organizzazione, tuttavia, sono gli sforzi di tutti – datori di lavoro, governo, autorità responsabili per l’educazione e mass media – che devono agire insieme per migliorare la posizione delle donne nel mercato del lavoro.

Il rapporto

Per l’inchiesta, Plan International Svizzera ha intervistato 1002 donne e 1242 uomini tra i 14 e i 24 anni, come pure 714 donne tra i 24 e i 40 anni.

(Traduzione dal francese: Sonia Fenazzi)

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